Trovare nuove forme di comunicazione e continuare a tenere aperte le porte del dialogo e delle informazioni. Questo, in sintesi, il messaggio che Vincenzo Russo, Professore di Psicologia dei Consumi e Neuromarketing presso la Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM di Milano (v.link in calce all’intervista con maggiori informazioni), sta promuovendo in questi giorni attraverso una serie di interventi.

Conosco da diverso tempo Russo, non solo perché ho studiato uno tra i suoi testi fondamentali (Comunicare il vino. Tecniche di neuromarketing applicate del quale consiglio vivamente la lettura – specie alle aziende di settore – e che è facilmente acquistabile online), ma anche per avere avuto il piacere di condividere con lui occasioni di confronto in merito alla comunicazione del nostro settore in seminari e tavole rotonde.

La nostra chiacchierata, svoltasi via Skype, parte proprio da quest’ultimo.

«Sicuramente l’utilizzo delle tecnologie sta avendo un boom inaspettato in questo periodo. Strumenti di socializzazione come Skype, ma non solo, si stanno rivelando la soluzione per mantenere i rapporti umani».

Professor Russo, come vede la percezione della situazione attuale?

«Partirei dalla definizione dell’uomo come macchina emozionale. Oggi le neuroscienze ci hanno dimostrato che più che “essere macchine pensanti che si emozionano”, siamo macchine emotive che pensano. Si tratta di un vero e proprio ribaltamento paradigmatico del modo di intendere il decisore. Ciò significa che la nostra parte emozionale prevale su quella razionale. Ciò avviene in generale, figuriamoci in momenti come questi.

Sicuramente la grande confusione comunicativa che si sta riscontrando in questi giorni da parte sia delle Istituzioni (con un continuo flusso di informazioni che variano e cambiano repentinamente, generando difficoltà di comprensione) che del flusso incontrollato di informazioni che arrivano da ogni parte, non fanno che accentuare una forte emotività. Quindi adottare atteggiamenti costruttivi, che rassicurano. In sostanza usare maggiore razionalità nella comunicazione».

Cosa significa questo per le aziende vinicole?

«Parto da un presupposto: bisogna stare attenti alle aziende silenti. Non parlare è controproducente. Non interagire con i propri clienti è controproducente. Come accennavo prima, è necessario rassicurare e dare fiducia. Per cui una buona soluzione potrebbe essere quella di mandare mail in cui si dice come sta andando l’azienda e che tutto è “sotto controllo”. Interagire sia attraverso le mail con i clienti e contatti, ma anche utilizzando gli strumenti che la tecnologia ci mette a disposizione.

Se, appunto, la nostra vita digitale sta subendo una forte accelerazione possiamo farne buon uso anche per raccontare l’azienda, magari parlando (sia sui propri siti che sui social) delle novità che avremmo portato nelle fiere ed introdotto nel mercato in questi giorni. Perché, ad esempio, non fare un post dove si racconta il nuovo vino?».

Quindi ha senso l’introduzione di tasting digitali via Skype, ad esempio, o video di presentazione vera a propria, come se fossimo in una masterclass virtuale.

«Certamente ha tantissimo senso. Vede, in generale, ma in un momento come questo ancora di più, due sono le aree a cui dobbiamo pensare. La prima è la brand reputation; la seconda il delivery. Non possiamo, infatti, permetterci di far calare l’attenzione sull’azienda ed il suo nome e dimenticare la fidelizzazione.

Diamo forza alla comunicazione digital che ci permette un contatto in un certo modo diretto e che facilita l’interazione. Tramite il digital oggi possiamo essere presenti e condividere in maniera forte valori, propositi e idee con i nostri consumatori, rinforzando la Brand Reputation dell’azienda. Contemporaneamente, laddove sia possibile, bisogna trovare una soluzione alternativa di distribuzione. Il winelover chiede di sapere dove potrà acquistare quel vino nella sua città o come averlo a casa.

Quindi, dobbiamo dire che ci siamo e come essere raggiunti. I dati di questi giorni, inoltre, confermano l’esplosione del delivery, non solo nelle grandi città».

Vincenzo Russo

Comunichiamo, facciamo vedere, aiutiamo il winelover a trovarci. Questo oggi, ma dopo, secondo Lei, cosa accadrà?

«Ho avuto la fortuna di conoscere e condividere l’istituto di ricerca universitaria con uno dei maggiori sociologi contemporanei, Giampaolo Fabris (figura alla quale chi scrive era legato non solo in quanto concittadino, ma come autore di testi fondamentali per la propria crescita professionale NdA), che poco prima della sua scomparsa nel 2010 ha scritto un libro significativo: La società post crescita.

In questo volume egli anticipa quello che sarebbe successo al consumatore a seguito della grande crisi del 2008. Lui identificò un consumatore meno fidelizzato e con una maggiore capacità critica, orientato verso una scelta meno superficiale e di iperlusso, ma decisamente più sostenibile e sobria. Parlava di un consumatore edonista maturo, cioè sempre interessato a soddisfare i propri desideri con il consumo ma con una maggiore attenzione e maturità a scegliere bene per sé, per i propri cari e per la società tutta.

Nei fatti, in questi dieci anni, la sostenibilità è divenuta una parola chiave insieme, ad esempio, al chilometro zero, all’esigenza di sobrietà, semplicità ed autenticità. Ecco, sono convinto che quando usciremo da questo difficile momento, sarà ancora maggiore l’attenzione a questi temi e le aziende che sapranno comunicarlo bene e con attenzione avranno un vantaggio competitivo».

Un’ultima domanda Professore. Lei pensa che ci sarà un effetto elastico, quando ritorneremo ad una vita “normale”?

«Sicuramente ci sarà una sorta di “socialità di ritorno” con una maggiore attenzione a temi quali la famiglia, l’amicizia, le relazioni sociali. Valori che si rinforzeranno».

Perché l’uomo è un animale sociale e politico, come scriveva più di 2000 anni fa Aristotele. E noi lo speriamo.

Conosciamo il Professor Vincenzo Russo. Visitate il link dello Iulm dove troverete il suo curriculum vitae e le sue pubblicazioni: https://www.iulm.it/it/iulm/ateneo/docenti-e-collaboratori/russo-vincenzo

Riccardo Gabriele