Cantina Eubea. Eugenia Sasso

Nel mio peregrinare nelle diverse regioni d’Italia, la Basilicata mi ha portato a scegliere di visitare questa cantina, Eubea, appunto, dalla forte personalità dei proprietari: i signori Sasso, padre e figlia.

Forti personalità diverse per incarichi ed aspetti, riuscendo ad identificarsi pienamente nella realtà del loro territorio: il Vulture.

La figlia Eugenia, ufficialmente la titolare dell’azienda, ha saputo costruire nell’ultimo decennio, con tenacia e lungimiranza, una delle realtà lucane più solide. Penetrazione nei mercati nazionali ed esteri per far conoscere il proprio patrimonio vitivinicolo costituito principalmente da vigneti di aglianico e dal modo di produrre vini, in questa esclusiva zona italiana, che definirli particolari è un eufemismo.

Francesco Sasso, il Professore

Il padre Francesco, meglio conosciuto come “il professore” per quella che risulta essere l’attività principale: insegnante di matematica, ragioneria ed economia. Enologo a scappatempo?

Niente affatto. A 10 anni aiutava suo padre in cantina, più grandicello si emozionava nel fare vino. Abbinava la pratica insegnata dal padre con la teoria studiata sui testi. A calpestare le vigne per capire le evoluzioni naturali dei vitigni, in particolare l’aglianico, e in cantina a realizzare i propri sogni. Questo in sintesi il personaggio Francesco Sasso, il professore, professionista del vino.

Ricevuto dalla Signora Eugenia sul piazzale dell’azienda, appena fuori dal centro di Rionero in Vulture, in attesa del Professore che di lì a poco arrivò. Uomo di “altri tempi”,“nobile” nel suo aspetto, ma “moderno”nel parlare e rapportarsi. Come definirlo se non un gentleman produttore di vini “per amore”.

Cantina Eubea

Fondata nel 1922 è ubicata in un antico casale che risale all’ottocento. Il nome è legato ai grandi navigatori greci che portarono il vitigno Aglianico nell’Italia meridionale.

Il territorio legato alla presenza del Monte Vulture, un antico vulcano spento da sempre considerato e venerato come un Dio, meglio considerato come padre putativo di un territorio di straordinaria bellezza, pieno di storia, leggende e tesori naturalistici.

Eubea. Vigneti

I numeri descrivono un’azienda di media consistenza. 17 ettari di proprietà, in maggioranza nell’aerale di Barile, per una produzione di circa 40mila bottiglie annue. Terreni vulcanici, magmosi, equilibratamente calcarei, dall’alta capacità drenante, che consente al vitigno aglianico di accantonare una notevole quantità di elementi che ritroviamo nella sua affascinante complessità.

«Questo casale dell’ottocento era la dimora di campagna di una famiglia rionerese dell’epoca. Quante storie possono raccontare queste mura e queste grotte. Era l’epoca del brigantaggio, il cui protagonista indiscusso, Carmine Crocco, proprio qui esercitava il lavoro di guardiano temuto e rispettato. Poi, dopo i primi delitti, si dà alla latitanza, conservando però con il “Casale” uno stretto rapporto fino a farne sede di una congregazione di manutengoli: qui si decidevano le strategie, gli obiettivi possibili e le scorribande. Ma ora… si respira un’aria diversa».

La descrizione della Signora Eugenia mi ha accompagnato verso l’antica e storica cantina, nel percorrere gli anfratti più segreti, depositari di “magie” che restano nel cuore a qualsiasi visitatore.

Eubea. Covo dei Briganti

In questa descrizione mi faccio aiutare da Eugenia: «Il vino ancora una volta ha operato un miracolo: lunghe teorie di botti, grotte e caverne mitologiche che tolgono il respiro per l’emozione; costruzioni arcaiche dove nei sotterranei producevano vino. Nel percorrerle fai passi indietro nella Storia. Torni all’epoca primitiva e rudimentale della vita dell’uomo».

E il Professore? Ha esibito la sua innata educazione nobiliare, nell’attesa della sua “occasione”. Non ha interrotto mai la figlia; sapeva che il suo “momento di gloria” stava avvicinandosi.

Ed alla mia richiesta “parliamo di Vino” ecco l’inizio della sua performance che resterà nella mia memoria come scoperta di un personaggio “protagonista e interprete di emozioni costruite per altri”.

«I vigneti risalgono dai quaranta ai sessant’anni d’età. Rispondono ai criteri della coltivazione biologica. In cantina effettuiamo macerazioni che possono superare anche i 40 giorni. Seguono, terminate le fermentazioni, evoluzioni in botti grandi da 18 ettolitri, in tonneaux, in barriques, per 24-30 mesi sostando nelle grotte di questa cantina».

E la malolattica? (Domanda che ricorre consueta quando nelle descrizioni degli affinamenti non viene citata). «I miei vini la effettuano in pianta!».

“Ferma i motori!” Esclamazione spontanea che è uscita dalle mie labbra accompagnata da un’espressione di profonda e infossata incredulità . “Ho capito bene?”. Si spieghi meglio.

Sulla malolattica in vigna, sui processi chimici in pianta, sulla decrescenza, devo dire la verità, non sono riuscito a seguire il pensiero del Professore, apparso in quel momento più matematico che enologo. Una cosa è certa; per giorni mi sono domandato: ”come potrò spiegare una teoria che non ho assolutamente capito?”.

Roinos Aglianico del Vulture Doc 2015 Eubea

Ma la performance del Professore non si è limitata ai racconti e alle sue deduzioni. Aveva in serbo lo “svelare” un suo progetto. E quello è restato l’unico assaggio effettuato a Eubea.

Un vino dolce (17,5%), prodotto con Aglianico eseguendo una macerazione carbonica in inox (vi ricordate il processo del vino novello? Non proprio uguale ma simile). Un vino in costruzione, una combinazione (intelligente) di fattori che hanno portano ad una emozione finale sbalordente. Come del resto è stata questa avventura in terra lucana.

Ho parlato di unico assaggio. Poteva la visita terminare, come tutte le visite, con gli assaggi dei vini prodotti confrontandomi in questo caso con il Professore? Decisi di non farlo e rimandare la degustazione al mio rientro a casa, con la dovuta calma e serenità, dopo aver ben digerito il processo della malolattica in vigna. E così è stato.

Covo dei Brigant Aglianico Eubea 2016

Aglianico del Vulture Ròinos 2015. Colore impenetrabile, copiose tracce di glicerina sulle pareti del bevante a formare archetti fitti per una dichiarata alta alcoolicità in etichetta (14,5%). Naso potente con fruttati maturi che hanno lasciato spazio ad una speziatura dolce, cannella, millk chocolate. Tannini eleganti ed un ritorno di dolci note fruttate. Eccellente, voto 91/100

Aglianico del Vulture Covo dei Briganti 2016. Rubino compatto con riflessi purpurei. Intensi profumi di lamponi, sottobosco che si apre ad una trama tannica mirabilmente integrata. Eccellente, voto 90/100.

Riflessione finale: senza Francesco Sasso, il Professore, l’azienda Eubea non potrebbe esistere. Chapeau!

Urano Cupisti

Visita effettuata il 14 ottobre 2020

Eubea
Strada provinciale 8
Ripacandida (Pz)
Tel: 328 4312789

eugenia.sasso@alice.it

www.agricolaeubea.com