Continuano i Banchi d’Assaggio a domicilio. Questa volta con vini fatti arrivare per un incontro del tutto particolare: confrontarci sulle denominazioni e classificazioni del Bordeaux e della Borgogna.
Anche per mantenere in efficienza la vista, l’olfatto e il palato per essere pronti alla ripartenza nel mondo della normalità, assaggiando due campioni di vino “normali”.
Sempre come carbonari della prima ora, sfidando il coprifuoco imposto, riuniti nelle mia segreta cantina a gustare, assaporare, centellinare per poi discutere, confrontarci, diffondere, divulgare: come sempre!
Due campioni di vino “normali”. Perché questa scelta? Per dimostrare, ancora una volta, che sono i singoli terroir e non le denominazioni, classificazioni, a “forgiare” i vini, identificandoli e collocandoli tra i “buoni” e “meno buoni”.
Abbiamo ricordato a noi stessi le differenze delle dicitura in etichetta nel comprensorio del Bordeaux e della Borgogna, le differenti classificazioni, le differenze tra Château e Domaine, per una corretta lettura delle stesse.
E se la classificazione “Bourgogne” rappresenta semplicemente il vino d’entrata, anche la definizione più maestosa, imponente, Grand Cru, nella rive droite della Dordogne, nel territorio di Saint-Émilion dove tutto deve essere e risultare eccellente, rappresenta la classificazione di partenza.
Ambedue i vini sono risultati grandi sorprese a testimonianza che i singoli terroir fanno la differenza ed anche tra le classificazioni di partenza si possono trovare eccellenze “fuori dalle regole”, eccellenze che non ti aspetti.
I due assaggi nei dettagli
Domaine Alain Jeanniard, Bourgogne Hautes-Côtes de Nuits, Pinot Noir 2014. Una promettente densità mi è parsa la prerogativa più riuscita di questo Bourgogne, “vino base” che, se pur non dichiarato, manifesta una minima presenza di Gamay.
Una versione che si beve di slancio con tannini che sono apparsi, da subito, avvolti da una fodera di frutto. Legno evidente e per niente nascosto.
Château du Rocher, Saint-Émilion Grand Cru Baron de Montfort 2015. Assemblaggio di Merlot (70%), Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc (30%).
Nel Saint-Èmilion la classificazione Grand Cru rappresenta il “vino base”, quello più venduto, non confezionato per durare troppo nel tempo.
Questo assaggiato ha dimostrato di avere un appeal immediatamente godibile con un corredo aromatico che ha preparato ad un sorso “goloso”.
Due interessanti,grandi, belle sorprese. Chapeau!
Urano Cupisti
Assaggi effettuati il 3 marzo 2021