In un pomeriggio di luglio, assolato, veramente assolato, mi sono ritrovato seduto in un avvolgente divano al naturale fresco di una volta, quello generato da larghe mura, dalle ante semichiuse della settecentesca Villa la Selva, sede dell’Azienda Agricola Cosimo Maria Masini.

Attendevo Lei (volutamente maiuscolo), al secolo Maria Masini, conosciuta nel territorio di San Miniato (Pisa) e non solo semplicemente come Maria.

Pur essendo un nome diffusissimo in Italia (credo al primo posto tra quelli usati), nel territorio sanminiatese identifica Lei, il guru della biodinamica.

“Ciao Urano, scusa il ritardo ma sono rimasta intrappolata sulla Fi-Pi-Li (sigla che identifica la Strada Grande Comunicazione che unisce le città di Livorno e Pisa con Firenze)”.

Insieme a Maria Masini

Ma figurati. Il tuo ritardo mi ha permesso di refrigerarmi al naturale.

Così sono stati i saluti tra persone che si conoscono da un po’ di tempo. La lasciai alcuni anni fa quando mi raccontò di alcuni progetti che avrebbero riguardato tutto il comprensorio di San Miniato per il rilancio di questa piccola enclave così diversa dalle altre, facenti parte del comparto vitivinicolo della provincia di Pisa.

“Chianti ma è azzardato chiamarlo Chianti, Colline Pisane anche questo un po’ azzardato perché se pur geograficamente apparteniamo alla provincia di Pisa, trovandoci sul confine siamo il naturale proseguimento (alcuni parlano di inizio) del comprensorio vinicolo fiorentino. Insomma siamo diversi. In particolare nelle scelte coraggiose per dare un’identità a San Miniato”.Leggi: Tartufo bianco, Tempranillo, SanForte, Spumanti.

Maria è un fiume in piena, racconta, racconta, racconta…

LA STORIA

“Villa la Selva e l’intera Tenuta, oggi di 40 ettari  ma un tempo molti, molti di più, è un’antica dimora appartenuta alla famiglia Buonaparte, ancor prima che cambiasse il nome in Bonaparte, più francese.  Già nella mappa dei Capitani di Parte del 1585, compare la casa di Benedetto Buonaparte ma, come la osserviamo oggi dobbiamo parlare di costruzione settecentesca”.

Dalle ricerche fatte risulta che Napoleone amasse passare le giornate in meditazione nel vasto giardino; chissà cosa meditasse.

La Villa Buonaparte, La Selva, oggi Masini, si presenta con un ingresso da un esteso viale di cipressi che scorre sul crinale Poggio al Pino, individuando in questo un chiaro segno paesaggistico, sinonimo della toscanità più autentica.

LA BIODINAMICA

Passione biodinamica

“Fin dall’acquisizione della proprietà, anno 2000, abbiamo coltivato i vigneti con metodo biologico passando dopo pochi anni alla Biodinamica. Gli insegnamenti di Rudolf Steiner contenuti in Impulsi Scientifico Spirituali per il Progresso dell’Agricoltura, pubblicato nel 1924, inizio della filosofia legata alla biodinamica, sono alla base delle nostre scelte perché credenti nel rigenerare i terreni affinchè le piante trovino un ambiente vitale in cui crescere.”

Ho ascoltato Maria e questa volta a meditare è stato il sottoscritto. Natura ed energia, aria pioggia e vento, luce e calore, sole e luna, pianeti e stelle, le piante che vivono in questo microcosmo dove l’armonia di tutti questi elementi  le tengono in salute donando poi la ricchezza dei sapori.

Dopo essermi scosso, ho ripreso il ruolo del cronista attento a tutto ciò che mi stava circondando senza parteggiare, ferreo difensore del vino che prima di tutto deve essere buono. Ho chiesto di passare agli assaggi, da valutare e raccontare.

GLI ASSAGGI

Daphné 2017

Note aziendali:  IGT Bianco Toscano. Vitigno: 80% Trebbiano Toscano 20% Malvasia Bianca. Vendemmia. Le uve,  raccolte a mano l’ultima settimana di Settembre, sono portate subito in cantina, in piccole ceste, per preservare l’integrità dei chicchi. Vinificazione: Questo particolare vino è il risultato di un lungo lavoro di ricerca e di prove fatte sulla macerazione delle uve, per esprimere il meglio del Trebbiano e Malvasia Bianca. Il Daphné macera cinque giorni sulle bucce, in vasche aperte, a temperatura ambiente, con follature manuali più volte al giorno, per estrarre profumi, tannino e fenoli.

Dopo cinque giorni di macerazione continua la sua fermentazione  in Barriques e Tonneaux, senza aggiunta di lieviti selezionati e senza additivi chimici. Affinato in legno per circa 10 mesi è stato imbottigliato senza filtrazioni né chiarifiche.

Le mie considerazioni:  Maria mi ha presentato questo vino come Vino Orange. Francamente assomiglia agli Orange solo nel colore. Mi dispiace valutare questo prodotto particolare al di fuori delle vedute della produttrice.

Complessità da vendere, tutt’altro che appariscente, dai toni pacati e da un palato palpitante. Forse un vino poetico, da bere lontano dagli assaggi (se pur qualche abbinamento si potrebbe azzardare), che nutre lo spirito, come qualcuno, di cui non ricordo il nome, ebbe a dire di un vino particolare simile a questo. Ottimo, voto 88/100

Cosimo 2016.

Note aziendali: IGT Rosso Toscano. Vitigno: Sangiovese, Varietà Autoctone e Cabernet. Il Cosimo 2016 è il risultato di una attenta selezione delle migliori uve provenienti da un vigneto di Sangiovese di oltre sessant’anni, piantati secondo la tradizione toscana. Le diverse varietà autoctone  piantate in modo promiscui in uno stesso  vigneto: questa biodiversità consente alle uve di rimanere insieme dalla vigna alla bottiglia.

Le viti sono esposte a nord-est, con una densità di 3000 piante per ettaro. Vinificazione: Il Cosimo rappresenta un importante esempio di come il nostro territorio possa esprimersi con assoluta eleganza e finezza, raggiungendo risultati eccellenti.

Vinificato in piccoli contenitori aperti da 10 Hl, follato manualmente più volte il giorno, per estrarre tutti i profumi caratteristici di queste varietà, Cosimo 2015 è il risultato di una vinificazione completamente naturale.

La fermentazione sulle bucce per circa 20 giorni, solo su lieviti indigeni e senza aggiunta di prodotti enologici, eccetto una piccola quantità di solfiti al momento dell’imbottigliamento, si è svolta senza l’aggiunta di lieviti selezionati o di coadiuvanti enologici, fatta eccezione per l’utilizzo di piccole aggiunte di anidride solforosa prima dell’imbottigliamento.

La fermentazione malo-lattica, totalmente spontanea, si è svolta in barrique di rovere, di 2°,3° e 4° passaggio , dove il vino è  maturato per circa 12 mesi.

Le mie considerazioni:  Vino espressivo, generoso. Ulteriore eleganza, per questo 2016, sarà il frutto di una lunga permanenza in bottiglia. Un po’ sauvage dove la complessità tende ad emergere molto lentamente. Eccellente, voto 90/100.

SanForte 2016

Interessante la vinificazione in purezza di questo vitigno locale. Simile al sangiovese per carica polifenolica si caratterizza in particolare per lo speziato. È un vitigno di recente iscrizione al Registro Nazionale delle Varietà di Vite.

Studi genetici e ampelografici approfonditi hanno infatti dimostrato che in Toscana quello che veniva da sempre chiamato ‘Sangiovese forte’ in realtà era un vitigno ben distinto dal Sangiovese. Il grappolo è di dimensioni medio-grandi, tendente al compatto, piramidale; la bacca è arrotondata, di medie dimensioni, di forma regolare.

Ha una normale tolleranza alle più comuni malattie parassitarie. Vinificato in purezza da un vino con elevata gradazione alcolica ed una buona acidità.

Note aziendali:  TECNICA DI RACCOLTA: Le uve vengono raccolte manualmente.  VINIFICAZIONE: le uve vengono diraspate, pigiate e inviate all’interno di appositi serbatoi , per 10 giorni. La fermentazione alcolica avviene attraverso lieviti indigeni. Affinamento: 12 mesi in botti di legno e infine 12 mesi in bottiglia.

Le mie considerazioni:  Le ciliegie, il pepe nero le sue caratteristiche olfattive. Elegante, acidità equilibrata con la sapidità. Notevoli i ritorni retronasali. A colpire la finezza dei tannini. Stimolante con continui sorsi golosi. Eccellente, voto 91/100

Inoltre ho assaggiato:

Annick 2017  Bianco Igt toscana. Sauvignon Blanc e Vermentino. Buono, voto 86/100

Matilde 2017  Rosato Igt. Sangiovese e Sanforte. Buono, voto 85/100

Sincero 2017  Igt Toscana. Sangiovese, Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc. Buono, 86/100

Nicole 2016  Igt Rosso Toscano. Sangiovese. Buono, voto 86/100

Chianti 2016  Docg Rosso Toscano. 90% Sangiovese, 10% varietà uve nere. Ottimo, voto 88/100.

Discorso a parte il Vin Santo Fedardo  Trebbiano, Malvasia Bianca. Appassimento per 4 mesi, invecchiamento in caratelli per 7 anni. Semplicemente sublime.

“La nostra filosofia? Lavorare, Osservare, Interpretare, Rispettare con sensibilità e umiltà. Questo è per noi fare vino”. Chapeau!

Passione biodinamica!

 Urano Cupisti

Visita effettuata nel luglio 2018

 

Cosimo Maria Masini

Tenuta di Poggio

Via Poggio al Pino, 22

San Miniato (Pisa)

Tel:  +39 0571 465032

info@cosimomariamasini.it

www.cosimomariamasino.it