Si vantano, il presidente Giovanni Bracco e la direttrice Anna Bracco, di essere i primi coltivatori di Dolcetto al mondo

In Italia per troppo tempo, e per motivi diversi, non si è puntato abbastanza sui vitigni autoctoni e sulla capacità di fare qualità, insieme a redditività, delle Cantine Cooperative. Con “Clavesana – Siamo Dolcetto” troviamo entrambe le cose, la predominanza assoluta di un vitigno autoctono conosciuto ma poco valorizzato, e una realtà cooperativa che si pone al centro di un’area con le carte in regola per emergere. Eppure, direte voi, siamo nelle Langhe, zona sicuramente nota e favorita nei circuiti turistici ed enogastronomici. Vero, in parte.

Qui siamo all’inizio delle Langhe, appena scavallati i picchi che separano la Liguria dal Piemonte ci si inoltra, sulla riva destra del Tanaro, in un territorio collinare molto affascinante, dove i calanchi si intermezzano ai dolci dossi vitati (dai quali deriverebbe il termine “Dolcetto” per l’uva che qui si coltiva da sempre). Poi, risalendo verso Dogliani e infine Barolo, si arriva alle Langhe più famose, quelle della monocultura Nebbiolo.

In questa area opera dal 1959 la cantina “Clavesana – Siamo Dolcetto”, che produce al 90% Dolcetto e un 10% di sperimentazioni su Chardonnay, Barbera, Pinot Nero e Nebbiolo. Anzi, hanno l’autorizzazione a vinificare e imbottigliare Barolo fuori dall’area dell’omonima DOCG, ma non ditelo in giro, non è di questo che si vantano.

Si vantano, il presidente Giovanni Bracco e la direttrice Anna Bracco (che non sono parenti), di essere i primi coltivatori di Dolcetto al mondo (4 le tipologie, 280 i soci, 2,5 milioni le bottiglie complessivamente prodotte). Di produrne varie versioni, perché è un vitigno versatile, e di essere impegnati in un progetto di rinascita dell’intera comunità, dispersa in tante frazioni spesso a rischio spopolamento. Anche per questo hanno acquistato la struttura delle scuole elementari della frazione Surie, facendola diventare un centro nevralgico di cultura del vino e del territorio.

Un’area fortemente autentica, dove la misura degli appezzamenti è ancora calcolata e comunicata con le “giornate”. Tecnicamente “1 giornata” corrisponde a 3.810 metri quadri (insomma un ettaro sono poco meno di 3 giornate) e deriva dalla capacità di aratura giornaliera di una coppia di buoi. Ecco, un’altra ricchezza dell’area è la razza bovina Piemontese, osannata a dicembre dalla Fiera del Bue Grasso di Carrù (poco distante ma di là dal Tanaro e quindi in zona Roero).

Insomma le caratteristiche di una zona a forte vocazione enogastronomica, che deve solo essere scoperta, ci sono tutte. Intanto facciamo il punto con una serie di assaggi realizzati in cantina proprio lo scorso dicembre, quando abbiamo visitato  e “gustato” l’evento dedicato da secoli alla compravendita dei migliori buoi della zona. Nell’occasione, oltre ai vertici della Cantina, ci hanno accompagnato anche i tecnici dell’azienda: Damiano Sicca (enologo), Gianfranco Cordero (enologo consulente) e Marco Bealessio (agronomo).

L’idea emersa è di un vino – il Dolcetto – che, pur non avendo picchi di longevità come i vicini figli delle uve Nebbiolo, ha comunque capacità di affinamento, intorno ai 3 o 5 anni. Le caratteristiche principali sono quelle legate ai sentori fruttati al naso, al finale leggermente amarognolo e a una presenza importante dei tannini. Per quanto, in Clavesana, si stia lavorando con macerazioni molto più brevi rispetto al passato proprio per limitare l’apporto di tannino che spesso non è facilmente gestibile poi nel vino senza ricorrere a pratiche invasive. Infine è bene ricordare che forse in questo momento c’è il miglior rapporto qualità-prezzo possibile, a breve sarà inevitabile (e a Clavesana lo sperano) un aumento delle quotazioni del Dogliani, del tutto giustificato. Di seguito gli assaggi, varietà e complessità, buona lettura!

Chardonnay Spumante Brut 1221 Piemonte Doc 2014

Metodo Classico di buona fattura, al naso i profumi sono leggeri e delicati, in bocca ha una bella spina acidit e un finale leggermente amarognolo.
Voto: 85/100

Chardonnay Langhe Doc 2015
Giallo paglierino tendente all’oro è comunque molto luminoso, al naso mostra sentori minerali e di frutta gialla, in bocca è rotondo e caldo ma sostenuto da una buona acidità.
Voto: 86/100

Rosato Langhe Doc 2015
Un rosato da uve Barbera con un bel rosa cerasuolo, al naso il frutto non è esplosivo ma curato, in bocca si dimostra sapido e piacevole, con un bel calore e una acidità che si sente.
Voto: 85/100

Clavesana – Dogliani Docg 2015
Buon prodotto di partenza (eppure è una DOCG), rosso rubino intenso con note fruttate al naso di ciliegia matura e frutti rossi, buona e in equilibrio l’acidità con tannini ben levigati. Nel complesso davvero piacevole.
Voto: 88/100

Clavesana – Dogliani Docg 2014
L’annata da queste parti è stata difficile, non è una scusa né un modo per dare comunque un voto negativo. Purtroppo il vino al naso risulta un po’ spento e in bocca complessivamente slegato, non in equilibrio.
Voto: 78/100

Clavesana – Dogliani Docg 2013

Il colore è ancora rubino pieno, al naso la frutta comincia a diventare matura mentre in bocca rimane una bella freschezza, torna anche la nota finale leggermente amara ma il vino si presenta delicato, con tannini ben presenti ma eleganti.
Voto: 89/100

Clavesana – Dogliani Docg 2012

Al naso i sentori virano dalla frutta matura, in particolare ciliegia, ad alcune note vegetali. In bocca ancora buona l’acidità così come i tannini, levigati, che rendono la beva ricca e piacevole.

Voto: 89/100

Clavesana – Dogliani Docg 2011

Il rubino comincia a evidenziare sfumature più granate ma è ancora integro, al naso i sentori di frutta virano poi verso la torba, il sottobosco. In bocca l’acidità c’è ma comincia ad essere meno sprintosa rispetto ai vini più giovani, nel complesso sembra scivolare un po’ troppo pur se elegante.

Voto: 87/100

Il Clou – Dogliani Superiore Docg 2013

Una bella espressione di Dolcetto, al rosso rubino e ai sentori di frutta matura già presenti nella versione “base” si aggiungono i frutti neri e un maggiore equilibrio, con una ricchezza notevole. Al naso emergono le spezie e la dolcezza del frutto rimane come sottofondo, in bocca le sensazioni sono più lunghe ed eleganti.
Voto: 90/100

Il Clou – Dogliani Superiore Docg 2012

Il naso è davvero molto interessante, la frutta rossa matura mette in mostra una certa eleganza. In bocca il corpo è pieno e le sensazioni persistenti, tannini ben lavorati e sensazioni piene di equilibrio. Piacevole da bere oltre che da degustare.

Voto: 90/100

Allagiornata 110 – Dogliani Superiore Docg 2013

Uno dei cru della Clavesana, appezzamento 110 appunto, che dà vita ad un Dogliani ancora più ricco ed elegante. Al naso la frutta matura e le spezie lasciando il campo, dopo qualche minuto, alle note balsamiche e al tabacco. In bocca rimane la buona freschezza del Dolcetto e l’equilibrio di una sapiente lavorazione.

Voto: 91/100

NÈH – Nebbiolo d’Alba Doc 2013

Al naso emergono subito i sentori minerali, freschi come la frutta rossa che accompagna il panorama olfattivo iniziale che poi allunga verso il tabacco. In bocca ha un buon corpo, rotondo e fresco ma senza acuti.

Voto: 85/100

OLO – Barolo Docg 2012

Al naso i vari profumi devono ancora armonizzarsi, in bocca si sente la freschezza ma anche la gioventù dei tannini. La beva, in questa fase, risulta ancora non del tutto soddisfacente e quindi forse è preferibile aspettare ancora un paio di anni.

Voto: 81/100

OLO – Barolo Docg 2011

Il colore comincia a virare verso il granato, al naso mette in mostra frutta matura che non convince del tutto, poi sentori minerali e spezie dolci. In bocca si conferma come un buon Barolo “base”.

Voto: 83/100

Fabio Ciarla