Una passeggiata tra i famosi vini, produttori più o meno norie aziende dislocate su un vasto territorio

Riflessione al rientro…

Evento a cui rinunciare sarebbe un peccato. Location ottimale. Assaggi, degustazioni e servizio ben organizzati che mettono a proprio agio e aiutano nel compito della classificazione, promozione e comunicazione. In una sola parola direi “coccolati”. Il secondo giorno formula ormai vincente negli ultimi anni per contenere la massa dei grandi numeri (ristoratori, enotecari, sommeliers, appassionati ecc…). Le Aziende divise per Comuni di appartenenza, per una più facile lettura del territorio, servizio puntuale e ben predisposto in particolare all’accoglienza. Ancora margini di miglioramento come spostare le “cucine” in altra zona per non “invadere” con i fumi delle cotture la parte ovest (verso le 14 sembrava di essere in una di quelle trattorie camionali dove ti porti dietro gli “odori” di tutto il menù).

Chianti Collection 2014: sotto “ala” al Gallo NeroFrammenti sotto ala al Gallo Nero

Insieme (“sotto ala”) al Gallo Nero, il secondo giorno sono andato alla ricerca della Tradizione, di quel Sangiovese, al limite con una percentuale di Colorino, Canaiolo Mammolo, del Chianti che ti emoziona. L’occhietto vispo del Gallo mi indica la prima azienda Castellinuzza e Piuca , Greve in Chianti, con uno strepitoso Classico 2010, sangiovese al 90% e canaiolo al 10%. Procedo verso Castellina in Chianti e mi soffermo su Castello La Leccia, in particolare sulla Selezione 2010, sangiovese al 100%, rubino compatto, olfatto complesso e freschezza ampia con massa fenolica ben estratta. Cerco Castelnuovo Berardenga  e Casuccio Tarletti con il suo Classico Casuccio Tarletti 2012, rimanendo colpito dalla sua pulizia. Sangiovese 100%. L’amico Gallo mi osserva:”ma come tralasci Fattoria di Corsignano?” Sempre a Castelnuovo della Berardenga con la sua Gran selezione 2010: L’Imperatrice sangiovese 100%, eccellente. Anche Losi Querciavalle, stesso territorio comunale, con una Riserva 2007 di grande eleganza e un Vin Santo 1999 la cui ricchezza estrattiva prima ti affascina, poi ti conquista. Scendo in Gaiole in Chianti e mi soffermo da Monterotondo e la sua Riserva Seretina 2011, un campione di botte già meritevole dell’eccellenza e procedo verso Pieve di Campoli. Siamo nel Comune di San Casciano in Val di Pesa. Chianti Classico 2010. Splendente il suo manto rubino, olfatto intenso e complesso con evidenti profumi di sottobosco, violetta e gli speziati terziari. Al palato appagante e persistente, insomma un ottimo Chianti con qualità-prezzo da non sottovalutare che lo rende ancor più appetibile.

Per ragioni di spazio non è possibile ricordarli tutti. Ho preferito dare visibilità ai piccoli, ai meno noti, ai viticoltori che “calpestano le vigne”,  perché dai “grandi” non puoi che aspettarti, salvo rare eccezioni, eccellenti conferme.

…verso l’uscita…

Lascio l’ala del Gallo Nero che rientra nel suo logo e così come mi ha salutato all’arrivo, altrettanto lo fa con il suo “occhio vispo” al momento dell’arrivederci.

…riflessione finale.

Una cosa è certa. Al di là dei riassetti della DOCG, dei primi campioni di Gran Selezione per indicare i livelli qualitativi più alti di ogni Azienda, Il Chianti Classico torna a ricoprire, come comprimario insieme al Brunello e al Bolgheri, il ruolo di ambasciatore della produzione vitivinicola toscana nel mondo…e non possiamo che esserne soddisfatti. Chapeau!

Urano Cupisti