I bianchi irpini protagonisti di una due giorni di assaggi a fine novembre. Nella seconda giornata scende in campo il Fiano

È forse giunto il momento di includerlo tra le varietà nobili autoctone dello stivale; il fiano ha infatti tutto quel che serve per diventare protagonista di alcuni dei più grandi bianchi italiani. Un’uva di bella sapidità e mineralità se coltivata sulle terre giuste, ben acclimatato sulle colline dell’irpinia che ne è patria d’elezione. La longevità uno dei suoi punti di forza, doti che si confermano nei riassaggi, frequenti, delle vecchie annate.

Anche per il fiano una quarantina di etichette in degustazione ceca nel corso della seconda giornata di Campania Stories, con tre annate in gioco: 2012, 2011 e 2010. Dai tabellini un filotto di etichette tra le più riuscite.

 

1 – Rocca del Principe – Fiano d’Avellino 2011

Un naso di erbe aromatiche ed affumicate, molto fini e ben definite. La bocca è larga e diffusa, senza cenno di cedimento nella sua persistenza. Una bottiglia che, passata l’estate, si presenta in forma smagliante, fresca e di grande piacevolezza.

2 – Pietracupa – Fiano di Avellino 2012

Un doppio podio per Sabino Loffredo. Dopo il greco, anche il fiano (sua varietà prediletta) conquista consensi per la sua complessità/semplicità. Note fumé accompagnano gli agrumi, al naso come in bocca. Delizioso da bere, ricco  e profondo, senza stancare.

3 – Colli di Lapio – Fiano di Avellino 2012

Sarà stata anche la bottiglia “giusta” o forse ancor meglio un’epoca più consona all’assaggio, ma il fiano di Clelia Romano ci è proprio piaciuto. Naso non scontato, ampio e ben stratificato a cui risponde un palato grasso, ben rilanciato da ampie pennellate di freschezza.

4 – Guido Marsella – Fiano di Avellino 2010

Ricordi di lieviti (quasi da metodo classico) al naso accompagnano delicate note fumé. La bocca ha tratti d’austerità, senza mostrare il minimo segno di stanchezza. Un bianco di carattere e forte personalità, penetrante nel suo lungo finale di bocca.

5 – Ciro Picariello – Fiano di Avelino 2012

Un’anteprima, vista la volontà aziendale di uscire sempre con un anno di ritardo. Il naso è di marcata tipicità con note affumicate e balsamiche, già di bella pulizia. La bocca ha un ottimo ingresso, leggermente meno protesa in  profondità rispetto ad altre edizioni. Giovane ma già ottimo.

Daniele Bartolozzi