Alla scoperta del Vin Santo di Montepulciano di Montemercurio, un piccolo gioiello che celebra la tradizione toscana del “Caratello-fai-da-te”

Mi è capitato, non vi dico quante volte, di assaggiare dei passiti “casalinghi”, frutto della tradizione tutta toscana di mantenere in vita nel buio della cantina di casa un caratello ove cimentarsi con l’arte di far Vin Santo; bicchieri spesso acetici e svaniti, non di meno fetenti negli odori ed ancor peggio se si decide l’assaggio. Spesso, dicevo perché questo vino, quanto di meno “enologico” esista sulla faccia della terra, può regalare sorprese, ovvero nettari dolci di grande complessità, eterni nella loro persistenza nonché nella loro progressione temporale.

È un po’ il caso del Vin Santo di Montepulciano prodotto da questa giovane azienda poliziana con alle spalle una misera manciata di vendemmie in bottiglia. Qui l’uva, raccolta all’ombra della grande chiesa di San Biagio, fino a qualche anno fa la si vendeva, poi  il giovane Marco Anselmi ha deciso che era giunto il momento di provarci. Una mano enologica alle spalle anch’essa giovane ma già molte esperta, una batteria di vini che convince e per chiudere, in bellezza, questa perla dolce spillata dai caratelli del nonno.

Avete letto bene. Si tratta di un Vin Santo targato 1986, ancora oggi incredibilmente vivo, ricco e pulito nei profumi, denso in bocca (come pochi), di persistenza assoluta. Ovviamente limitatissima la tiratura e sostenuto il prezzo, ma per un mezzina simile assolutamente più che giustificato.

VIN SANTO DI MONTEPULCIANO 1986 – MONTEMERCURIO sullo scaffale attorno a 75 Euro

Daniele Bartolozzi