Tradizionalità, mille colori, granelli di luce in bottiglia

Tra solitudini e silenzi, nel 1950 ha avuto inizio la nostra avventura nella terra di Sardegna. Storie di terroir e cultura”.

Ha inizio così il mio approccio con l’Azienda Pala sui banchi di degustazione durante la manifestazione Vini d’Autore, Terre d’Italia svoltasi questa primavera a Lido di Camaiore (Versilia).

Di fronte cinque vini a rappresentare un’isola antica con territori diversi tra loro che hanno custodito nel tempo vitigni dalle origini, per alcuni, ancora sconosciute.

Una cosa è certa: hanno trovato nella terra sarda il loro habitat migliore e da secoli ne rappresentano l’anima enologica.

Nomi come Monica, che troviamo in tutta la Sardegna, Semidano, presente anch’esso un po’ ovunque, Cagnulari e Torbato presente ad Alghero e Sassari, il pochissimo conosciuto Moscato di Sorso o Sennori circoscritto ai due comuni che lo identificano, Carignano del Sulcis e il Nasco nel cagliaritano, Nuragus sempre nel cagliaritano e parte di Oristano. Senza dimenticare i più famosi che ricordano la Sardegna nel Mondo: Malvasia di Bosa, Vernaccia di Oristano, Bovale, Vermentino e Cannonau.

L’Azienda Agricola Pala affonda le sue radici nella tradizione vitivinicola migliore di quest’isola posta al centro del Mediterraneo rivendicando con orgoglio una sua autonomia culturale che la rende affascinante.

La sede è a Serdiana. Siamo nella parte sud dell’isola nella Provincia di Cagliari.

L’estensione aziendale, su otto tenute “vicine e lontane”, a rappresentare esposizioni migliori, terreni maggiormente vocati per i vitigni coltivati. Ed ecco allora configurarsi la mappa del territorio che da Serdiana si spinge alle porte di Oristano passando da Ussana, con terreni calcareo-marnosi, Senorbì ricco di quarzo, Uras con sabbie bianchissime, Terralba e San Nicolò d’Arcidano tipici terreni dell’Oristanese.

Ma come sempre sono i campioni assaggiati che, alla fine, raccontano la verità.

Vermentino di Sardegna I Fiori 2015. Vermentino 100% proveniente dalla Tenuta Is Cabrilis con terreni calcarei ricchi di scheletro,  posta a 150/180 s.l.m. Percorso in cantina in recipienti inox per poi, dopo alcuni mesi di riposo, essere imbottigliato. Tutte le caratteristiche peculiari del vermentino sardo. Il suo colore con riflessi verdognoli, l’olfatto con finale balsamico, sorso di buon spessore. Voto 85/1010

Vermentino di Sardegna Stellato 2015. Vermentino 100% coltivato “vicino casa” nelle tenute di Tanca S’Arai e Benatzu Coloru su terreni argillosi anch’essi ricchi di scheletro. Stesso percorso del primo ma con una permanenza sulle fecce fini per circa tre mesi prima di riposare e passare alla fase dell’imbottigliamento. Colore più carico, olfatto intenso e complesso dove si avverte maggiormente la macchia mediterranea. Al palato viva acidità ben equilibrata con polialcoli ben estratti. Persistente. Insomma un Vermentino di alta elevatura. Voto 87/100

Nuragus di Sardegna I Fiori 2015. Nuragus 100%. Vitigno autoctono a bacca bianca coltivato a Acquasassa (Serdiana) e Is Crabilis (Ussana, più a nord). Età delle vigne circa 40/45 anni, terreni questa volta poveri di scheletro. Vinificazione tradizionale in inox per percepire maggiormente il territorio, il Vino bianco sardo di “facile beva”. Voto 85/100

Cannonau di Sardegna I Fiori 2014. Quando si beve un Cannanau si beve la Sardegna. Anche in questo caso la tipicità è presente nel calice. Cannonau 100% le cui uve provengono da Is Crabilis e Acquasassa. Percorso in cemento e inox per una risposta gusto-olfattiva “tradizionale”. E sorseggiando questo cannonau inevitabili i pensieri agli abbinamenti di una cucina saporita che terminano con pecorini di media stagionatura. Voto 87/100

Essentija 2012. Essentialmente un Bovale. Prodotto su terreno sabbioso con fondo vulcanico e su piede franco. Alberello tradizionale nelle tenute di Uras e Terralba. Età delle vigne che variano da 40 a 87 anni. Percorso più complesso con fermentazioni in cemento e inox per poi affinare brevemente in barriques prima di un riposo di ulteriori tre mesi in bottiglia. Complessità nel percorso che ritrovi all’assaggio. Colore intenso tendente al granato, olfatto carico di frutta matura con finale leggermente speziato, palato avvolgente con ritorni olfattivi in linea. Un bel Bovale. Voto 89/100.

Rischio di ripetermi, lo faccio volentieri, nell’affermare che nei vini Pala ritroviamo l’essentia della Sardegna. La tradizionalità, i mille colori, granelli di luce in bottiglia.

 

Urano Cupisti