Cantina Ridolfi

In visita alla Cantina Ridolfi a Montalcino: il nuovo che nulla reinventa ma tutto esalta e riscopre.

“In una terra di antica civiltà – densa di arte e di storia, che il paesaggio caratterizza con querce, castagni, ulivi, pini, vigneti, tra colline punteggiate di cipressi – fioriscono a Firenze nel 1290, dal ramo di un’antica casata toscana, tre famiglie Ridolfi. Una di esse – i Ridolfi di Borgo – ha originato il ramo senese così detto “dalla Contrada”, dove aveva i propri possedimenti”.

A parlare è stato Gianni Maccari presentatosi come responsabile aziendale della Cantina Ridolfi di Montalcino. Aggiungerei anche agronomo ed enologo della stessa.

A bordo di un fuoristrada, su e giù per il versante di quella collina, a ridosso della celeberrima ed importante Strada del Brunello, versante Nord-Est. Collina che supera i 300 mt. che accoglie i 30 ettari di proprietà,  di cui 11,4 vitati a Brunello, 6,5Ha a Chianti Colli Senesi e 1Ha a Rosso di Montalcino, oltre a 700 piante di olivo, unicamente da varietà Correggiolo. Non solo.

Cantina Ridolfi. Gianni Maccari

A visitare anche il nuovo progetto al di là della Strada, verso Ovest, ai piedi di Montalcino. Progetto di un agriturismo e ulteriori vigneti da ricondurre a nuovo splendore.

“La passione per il vino, dono della natura che diventa pregio nelle mani dell’uomo. Da crescere e da custodire, perché solo la purezza delle sue qualità può restituire pienezza di profumi, colori e gusti”.

Mi è venuto da pensare: Sono parole che si riferiscono alla filosofia propria di Gianni o la consueta citazione che accomuna moltissime aziende?

Per capire e scoprire la verità l’ho spinto ad esporsi ulteriormente, sollecitandolo con alcuni argomenti.

“I vini Ridolfi sono il prodotto di una passione e di uno spirito che hanno unito storie e generazioni, oggi portati avanti con successo dalla Famiglia Peretti che ha fatto suoi questi principi”.

Gianni ha capito il mio intento rifugiandosi nell’ufficialità dovuta dal ruolo rappresentato: responsabile aziendale.

“Mai snaturare l’anima del vino. La natura ripaga l’uomo che non tradisce la terra. Questo, per me, è l’impegno quotidiano in vigna e in cantina per ottenere vini che parlano la lingua del territorio”. Mi ha guardato e ha compreso all’istante che ero riuscito nel mio intento: farlo parlare della sua filosofia.

Fermi, in cima alla collina, con gli sguardi nel magnifico infinito ilcinese in una giornata tersa senza nubi, a confrontarsi e Gianni a raccontare le proprie convinzioni per conto della Cantina Ridolfi.

“Lo spirito della determinazione di un’azienda esigente e ambiziosa negli obiettivi: esprimere la tipicità di questa terra e lasciare un segno della sua unicità nei calici del mondo”.

Gianni parlami dei dettagli.

“I vigneti di Ridolfi, al momento, sono situati nel versante Nord-Est. Cloni in prevalenza da grande invecchiamento. I vigneti di oltre 15 anni sono allevati a cordone speronato, mediante potatura a due gemme con quattro cornetti. I vigneti piantati dopo il 2013 sono invece allevati a Guyot semplice. Tre diradamenti dei grappoli vengono effettuati durante la stagione: all’allegagione, all’invaiatura e a fine maturazione”.

Cantina Ridolfi. Una delle botti

E i trattamenti?

“I trattamenti sono effettuati unicamente usando rame e zolfo. La pratica di confusione sessuale per combattere la tignoletta evita l’utilizzo di insetticidi. Semine e sovesci a orzo per limitare la naturale vigoria del Sangiovese nei terreni più freschi. Nei terreni più argillosi vengono effettuate semine e sovesci a base di sulla, la pianta erbacea che fa parte delle leguminose, al fine di aumentare l’apporto di azoto. Le concimazioni sono effettuate a letame di stalla certificato”.

Portami a visitare la cantina, l’altro aspetto della tua filosofia, quella che sostiene il talento.

“La cantina è stata ristrutturata interamente del 2014, aumentando volumi sempre nel rispetto dell’originaria configurazione del Borgo di Mercatale, che nel V e VI secolo era centro di un grande mercato annuale. Ristrutturazione di una delle case poderali che, come vedi, conserva tuttora una parte in pietra e tufo originali di quell’epoca.

L’estrema qualità delle uve permette una macerazione molto lunga: almeno 60 giorni. L’obiettivo è quello di estrarre in maniera gentile colore e polifenoli, utilizzando solamente rimontaggi e delestage (circa 4 volte per ogni vasca, ripartiti nelle 24 ore).

Nelle vasche inox utilizziamo lieviti indigeni ed avviamo la malolattica.

Cantina Ridolfi. Il Brunello

Si passa poi all’affinamento in botti di grandi dimensioni, in prevalenza in rovere francese e di Slavonia. La filosofia è quella di cercare di travasare il meno possibile. Per il Brunello, l’affinamento in legno dura almeno 36 mesi, seguito da un anno in bottiglia, prima dell’immissione in commercio. Per il Rosso l’affinamento in legno dura almeno 8 mesi, seguito da 4 mesi in bottiglia, prima dell’immissione in commercio”.

E gli assaggi?

Effettuati il giorno dopo al banco nel Chiostro Sant’Agostino.

– Rosso di Montalcino 2018. Una versione di elastica gradevolezza che si degusta con slancio. I tannini appaiono da subito immersi nei succhi fruttati esaltandone corpo e struttura. Ottimo, voto 89/100

– Brunello di Montalcino 2015. Appeal immediatamente godibile, con un corredo aromatico eccelso. Tocco di classe dato dalla speziatura che rimane come nota stilistica. Il tutto si traduce in un vino verticale e profondo. Eccellente, voto 93/100

Grazie Gianni Maccari per avermi accompagnato nella scoperta della Cantina Ridolfi, nel nuovo che nulla reinventa ma tutto esalta e riscopre. Chapeau!

Urano Cupisti

Visita ed assaggi effettuati durante Benvenuto Brunello 2020

Cantina Ridolfi

Località Mercatali, 1

Montalcino (Si)

Tel: 0577 1698333

info@ridolfimontalcino.it

www.ridolfimontalcino.it