Verticale Trefiano Tenuta di Capezzana. I vini

La Tenuta di Capezzana è il primo produttore toscano con il quale ho avuto stretti contatti da quando ho cominciato ad occuparmi professionalmente di vino.

Con Vittorio Contini Bonacossi ho sempre condiviso la passione per il mare, per il vento e per le vele. Indossavamo al polso lo stesso orologio, il massiccio Citizen Promaster Aqualand che io utilizzavo fin dai primi anni ’80, risultato del mio primo viaggio alle Maldive. Capezzana è proprietà dei Contini Bonacossi, una famiglia molto numerosa e molto vivace. Sotto il paterno controllo del Conte Ugo i componenti della famiglia cercavano di crearsi nicchie personali nell’ampio ventaglio produttivo della Tenuta.

Vittorio aveva una particolare attrazione per il biologico e il biodinamico ed era in cerca di propri spazi per le sue sperimentazioni. Aveva individuato nella villa e nelle vigne di Trefiano il suo buen retiro, lo spazio giusto per creare un vino a sua immagine e somiglianza ed è per questo che il Carmignano Riserva Trefiano è così legato alla sua figura.

Famiglia Contini Bonacossi

È indicativo, in questo senso, seguire l’evoluzione dell’etichetta. Il vino nasce come Carmignano Villa di Trefiano, per poi passare a Carmignano Trefiano Vittorio Contini Bonacossi a fine anni ’90, quindi assume il nome Carmignano Trefiano nel nuovo millennio, per poi approdare al definitivo Carmignano Riserva Trefiano Vittorio Contini Bonacossi dopo la sua scomparsa. Vittorio non voleva però un vino a lui dedicato e con il solo suo nome, come accade per l’UCB in ricordo del Conte Ugo, e per questo la famiglia ha deciso di ripristinare l’etichetta che riporta il suo nome sotto lo stemma gentilizio già utilizzata negli anni ’90.

Vittorio amava Trefiano per molti motivi. Trovava accogliente e architettonicamente particolare la villa costruita per i conti Rucellai nel 1570 dal Battaglioni, collega del Buontalenti. Da sempre la villa era circondata da vigneti a bacca rossa e costituiva un cru all’interno della Tenuta. A voler essere pignoli, Trefiano non è un singolo cru, ma è costituito da un insieme di cru che gli regalano la sua elegante e fine complessità.

Troviamo la vigna di Pietraia esposta a sud, quella de Le Croci a nord-est, il Cabernet Sauvignon a nord. I suoli dei tre appezzamenti sono molto diversi tra loro, il Cabernet ha argille gialle collose in alto e sabbia e tufo in basso, Pietraia ha argille ricche di scheletro, Le Croci argille di diversi colori, bianche, gialle fino a molto calcaree verso Seano.

Tenuta di Capezzana. Vitigno

Altra particolarità è costituita dalla presenza di Canaiolo che può raggiungere una percentuale del 10%. In questo scenario Vittorio ha messo in pratica e perfezionato la sua visione del vino biologico e biodinamico.

Oggi Capezzana è un produttore interamente in certificazione biologica certificata e l’impostazione voluta da Vittorio si riflette anche nella sistematica ricerca aziendale sulla sostenibilità.

La prima annata di Trefiano è la 1979 e quindi con la 2019, uscita sul mercato a fine 2023, si sono compiuti i quaranta anni di questo vino, per celebrare i quali è stata organizzata dalla Tenuta una verticale delle annate più significative. Beatrice, Benedetta e Filippo, insieme a Ettore, attualmente AD dell’azienda, hanno ricostruito la storia di questo vino insieme all’enologo Franco Bernabei.

L’uvaggio prevede una percentuale dell’80% di Sangiovese, 10% di Cabernet Sauvignon e 10% di Canaiolo. Dopo varie interpretazioni, dal 1998 l’affinamento avviene esclusivamente in tonneaux di rovere francese. Il Trefiano è stato prodotto solo nelle annate migliori che ad oggi sono 21 e in quantità piuttosto limitate, dalle 7.000 alle 12.000 bottiglie.

Ecco il resoconto

TREFIANO 1979 – Una vera sorpresa. Un vino ancora vivo e dinamico dove i segni del tempo si avvertono appena in un sottofondo sfumato. C’è ancora frutto ed erbe aromatiche, rabarbaro poi tabacco, cuoio, terra bagnata. La bocca è fresca e sapida e ripete le note di liquirizia, caffè, incenso, con un piacevole finale mentolato e di eterea leggerezza, sostenuto da un tannino finissimo. Un piacere assoluto.

Verticale Trefiano. La famiglia e Bernabei

TREFIANO 1983 – Annata molto favorevole, come la 1979, e l’assaggio ne conferma i valori. L’uva francesca risalta nel frutto nero ancora presente con addirittura delle note di fragola. Poi emergono sentori terrosi e leggermente vegetali, selvaggina e glutammato. In bocca ha un tannino vigoroso e dolce, il sorso è agile e slanciato su un lungo finale fresco e ben equilibrato.

TREFIANO 1985 – Una bella vendemmia dopo un andamento climatico perfetto. Il profumo racconta un frutto ancora vivo con mora e mirtillo in evidenza su uno sfondo di rabarbaro, china e iodio e un leggero terziario di cuoio. Il tannino è avvertibile ma dolce e ben integrato con la sapidità, la chiusura è sul  ricordo di ciliegia.

TREFIANO 1988 – Con le annate ’83 e ’85 si chiude la triade suprema degli anni ’80 relativamente all’andamento stagionale. Il profumo è di eccezionale freschezza, con piacevole sensazione vegetale fino al balsamico dell’alloro. In bocca è vivo, sapido, con frutto nero ancora presente accanto a erbe aromatiche come maggiorana, timo e un ricordo iodato di umami. Largo ma ben vivacizzato da una buona acidità chiude su un tannino vigoroso.

TREFIANO 1998 – L’estate caldissima si riflette nei profumi cremosi di pinolo, macchia mediterranea, humus e sottobosco. In bocca emergono toni di prugna secca e confettura di mora, il sorso è solido consistente cremoso e di buona lunghezza.

Villa Capezzana

TREFIANO 2003 – La sola cifra dell’annata evoca panorami infuocati e scenari torridi e siccitosi. E invece il Trefiano ’03 è un miracolo di freschezza e sapidità. Il frutto maturo e in confettura è affiancato da un intrigante sentore di viola mammola e balsamico che in bocca si traduce in una polpa fresca e mentolata sapida e minerale. Solido, è completato da un tannino vigoroso di inaspettata eleganza.

TREFIANO 2005 – Presenta un profilo fruttato e speziato con ciliegia morella e pepe, tabacco humus. Ha grande sapidità e un tannino ancora appuntito su polpa fruttata compatta.

TREFIANO 2012 – Vino di grande complessità ed articolazione. Su di un sottofondo di note tostate e affumicate, di cenere di camino, emergono i profumi di frutto nero, mora e prugna, di erbe di campo, eucalipto e menta, pepe e incenso. In bocca è denso ma ben sostenuto da acidità e sapidità, tannino dolce e levigato, con un finale agile e lungo.

TREFIANO 2015 – Si discosta dagli altri millesimi per la sua delicata costituzione olfattiva e per la caparbia serietà gustativa. Ha profumi di frutto rosso e floreali di viola e garofano e un leggero fondo speziato. Al palato invece predominano i sentori amaricanti con liquirizia, menta, rabarbaro, muschio e tè verde. In chiusura ha un tannino ancora ruspante.

Verticale Trefiano Tenuta di Capezzana. La famiglia e Franco Bernabei

TREFIANO 2019 – Una chiusura in bellezza con l’annata del quarantennale. Ha un profilo olfattivo molto intenso, pieno di frutto nero, more di gelso, mirtilli, prugna californiana. Leggermente vegetale e balsamico per un rovere che conferisce una buona speziatura, ha un tannino sempre scalpitante. Ha un bel ritmo che lascia prevedere un futuro lungo e radioso.

Al di là del logico altalenarsi del ritmo delle annate, l’impressione finale è quella di trovarsi di fronte ad un vino che non teme l’età, che anche nella piena maturità dimostra di avere dentro una giovinezza ancora vibrante. Già il colore rubino luminoso comune a quasi tutti i campioni la dice lunga sulle condizioni delle varie annate. Qualche accenno granata è presente nei vini più maturi, ma la prevalenza è di toni rubino carico, vivo e luminoso.

La constatazione più sorprendente è che per nessuno di questi vini si possa dire che è giunto al capolinea. Ne vedremo ancora delle belle.

Paolo Valdastri