“Non è champagne se non prodotto nella champagne”. Con questa importante precisazione, supportata legalmente da leggi, regolamenti e disciplinari scritti nel tempo, si è dato origine e si è proceduto alla differenzazione con altri perlage, prodotti nel resto del territorio francese, con altri vitigni se pur il metodo di produzione risulti lo stesso.

Anche in quest’ultimo caso i vignerons della Champagne hanno preteso ed ottenuto che il metodo, nella sola champagne, si chiamasse Methode Champenoise.

I Crémants, così si chiamano tutti gli altri perlage prodotti con il metodo tradizionale della rifermentazione in bottiglia, piano piano hanno fatto la loro strada arrivando ad ottenere riconoscimenti di qualità e di prestigio. Oggi una bottiglia su tre prende la via dei mercati internazionali proponendo l’altra faccia del perlage francese.

I crémant assaggiati

Al 1° posto, in termini di produzione, troviamo il Crémant d’Alsace con oltre 35 milioni di bottiglie; al 2° posto il Crémant de Bourgogne con circa 20 milioni di bottiglie; al 3° posto il Crémant de la Loire con circa 14 milioni di bottiglie.

Certamente lontani dai 310 milioni (dato 2016) di bottiglie vendute di champagne, ma il dato più significativo resta il bacino di mercato qualità-prezzo, vera forza dei crémants.

Per capire questo fenomeno sempre in crescita ho voluto visitare una delle realtà più significative di questo settore: la Bailly Lapierre a Hameau de Bailly, frazione del Comune Saint Bris le Vineux nell’area vinicola dell’Auxerrois bagnata dal fiume Yonne.

La Bailly Lapierre è una cooperativa costituita da 430 produttori con vigneti principalmente nei comuni di Saint Bris le Vineux, Chitry le Fort, Coulanges la Vineuse e Irancy oltre ad altre più piccole realtà della vasta area Chablis-Auxerre.

I terreni prevalentemente calcarei ricchi di sedimenti marini (kimmeridge) simili a quelli più conosciuti del vicino Chablis.

I vitigni allevati vanno dallo chardonnay, al pinot noir, dal gamay all’aligoté.

L’ingresso a la Cave

Percorrere con l’auto la galleria scavata nella roccia calcarea e scendere a 50 metri sotto la collina per raggiungere il luogo dell’accoglienza. Camminare tra i circa 10 milioni di bottiglie giacenti e in continuo movimento da parte degli addetti che con i muletti spostano vuoi per il remuage, vuoi per la sboccatura, vuoi per il dopo affinamento.

C’è una vita frenetica sotto la collina in quella che da la sensazione di trovarsi in una miniera con anfratti, lungo le gallerie, pieni di “muri di bottiglie sur lattes”.

E l’accompagnatrice che ti ricorda il Giurassico, la lenta frammentazione di Pangea, il mare, la barriera corallina, la laguna poco profonda (Saint Bris) tutto abitato da conchiglie e ittiosauri. Fino ad arrivare, dopo ben 200 milioni di anni, alle pietre che sono servite, nella Storia più recente, a costruire il Pantheon e Notre Dame a Parigi.

Nel cuore della pietra modernissimi contenitori inox sia verticali che orizzontali per la preparazione dei Vin Clair e le bottaie di diverse dimensioni per rendere i crémants pronti a durare nel tempo.

L’interno della Cave

Quattro ettari di gallerie con costante temperatura a 12°, umidità oscillante intorno a 80% e la luce “ovattata” che conserva la qualità.

Fantastica la degustazione in questo ambiente particolare, all’origine dei prodotti che vedono la luce esterna solo quando i Tir iniziano i viaggi delle consegne nel mondo.

Brut Reserve 4 cepage.  Pinot Noir, Gamay, Chardonnay e Aligotè. Residuo 10 g/l.

Note aziendali:  È il più facile dei nostri crémant, dotato di una bella freschezza.

Le mie considerazioni: Perlage medio-fine, freschezza da vendere, adatto per inizio pasto e aperitivi. Buono, 85/100

 Extra Brut Ravizotte.  Pinot Noir 100%. 4/5 gr/l

Note aziendali: Ultimo nato nella famiglia Bailly Lapierre. Poco dosato per un crémant intenso con permanenza sui lieviti prolungata, minerale e allo stesso tempo nobile.

Le mie considerazioni: Un gran bel crémant, fatto bene. Intenso, con impatto olfattivo tipico del Pinot Noir. Il residuo basso lo rende nobile e gradevole. Persistenza lunga. Ottimo, voto 89/100 (per un cremant è un voto significativo).

Brut Vive la Joie 2010.  Pinot Noir 60%, Chardonnay 40%. 9/10 g/l

Note aziendali.  Il gioiello di famiglia, il crémant che raccoglie il lavoro dal 1972, anno di fondazione della cooperativa. Lunga permanenza sui lieviti  e vin clair affinati in legno.

Le mie considerazioni: Perlage finissimo. Complessità olfattiva a non finire, Profondo, molto minerale. Una “gioia” che dura nel tempo. Eccellente, 91/100

 Brut Inattendu. Pinot Noir 60%, Chardonnay 40%. 9/10 g/l Parte in barriques.

Note aziendali: L’inatteso, la nuova frontiera della Bailly Lapierre. Il crémant “nuovo” che va incontro al gusto richiesto dalle nuove generazioni.

Le mie considerazioni: La cuvée sorprende per il perlage fine, il naso intenso e complesso e il palato pieno di vivacità che rende questo cremant gradevole e pronto per durare nel tempo. Ottimo, voto 89/100

 Inoltre ho assaggiato:

Brut Chardonnay 100%voto buono, 86/100

Pinot Noir 100%voto buono, 86/100

Brut Noir e Blanc 50% e 50%voto ottimo, 88/100

Brut Rosé 80% Pinot Noir e 20% Chardommayvoto buono, 86/100

Goigalle Demi-Sec Pinot Noir. voto ottimo, 88/100

Bailly Lapierre

Infine anche i vini tradizionali dell’Auxerrois:

Aligoté 100%  2016buono, voto 86/100

Chardonnay 2017 da Chitry. buono, voto 86/100

Sauvignon Blanc 2017 da Saint-Bris. ottimo, voto 88/100

 “La nostra storia parla di donne e uomini che, nel corso del tempo, hanno plasmato questa terra nel nord della Borgogna. Questo terroir, sia duro che generoso, ci ha uniti”. Chapeau!

 Crémant de Bourgogne, l’altro perlage!

Urano Cupisti

 

Bailly Lapierre

Quai de l’Yonne-Hameau de Bailly

Saint-Bris-le-Vineux

Tel: +33 (0)386537777

 home@bailly-lapierre.fr

 www.bailly-lapierre.fr