Urville è un paesino che risponde in pieno alla poesia di Aldo Palazzeschi, Rio Bo.
Adattando la poesia potrei descriverlo così: “È un minuscolo paesetto, un paese da nulla; ma tuttavia grazioso e felice, protetto com’è da una grande Maison che vigila sulla sua pace quotidiana”.
I tetti aguzzi, le vigne intorno, il ruscello e al posto della vigile Stella la Maison Drappier che lo rende famoso nel mondo.
Così mi è apparso il borgo di Urville, nella parte est dell’Aube e precisamente nel Barsuraubois bagnato dal fiume Aube che nei pressi della Côte de Sézanne confluisce nella Senna.
Sembrano dettagli di poco conto ma rispondono a parte dei canoni che descrivono il terroir: terreni marnosi e argillo-calcarei di tipo portlandiano (depositi salmastri e d’acqua dolce). Quest’ultimi sono l’essenza dell’ottima proliferazione e allevamento del Pinot Nero.
E il Pinot Nero è il vitigno principe della Maison Drappier. Senza dimenticare che quest’ultima, classificata Négociant-Manipulant, acquista uve nella Montagne de Reims, nella Vallée de la Marne e nella Côte de Blancs per produrre Champagne, seppur millesimati con uve dello stesso vitigno, costituiti di fatto da assemblaggi di cloni diversi.
Senza dimenticare due progetti in atto da tempo:
– champagne marini;
– assemblaggi di uve provenienti da vitigni cosiddetti vitigni fantasma.
Champagne marini
La Maison Drappier non è la prima maison a dar vita ad un progetto Bar 0. Ovvero immergere champagne sur lie posti in cestoni di metallo nelle acque appena fuori del porto nordico bretone di Saint-Malo. Raggiungere una profondità tale da equiparare la pressione di 6 bar contenuta nelle bottiglie con quella, sempre di 6 bar, delle acque del Mare del Nord.
Azzerare le pressioni per meglio ottimizzare (così dicono alla Drappier) l’evoluzione dinamica dello champagne sui lieviti. A mio parere il tutto risulta essere più una operazione di marketing che altro (meglio non dirlo ai responsabili della Maison).
Vitigni fantasma
Come e perché? Quando diciamo Champagne riferendoci al vino diciamo che si ottiene da Pinot Noir, Pinot Meunier, Chardonnay dimenticando che c’è ancora la presenza di Antiche Identità Originali come l’Arbanne, il Petit Meslier, il Fromenteau (altro non è che il Pinot Gris), il Blanc Vrai (varietà di Pinot Bianco).
Drappier per primo è impegnato nel recupero di questi vitigni che rappresentano una biodiversità locale e riflettono originalità e distinzione. Brut Quattuor, in commercio da diversi anni, ne è una riprova tangibile. Chardonnay al 25%, Petit Meslier 25%, Arbanne 25%, Blanc Vrai 25%.
Un po’ di Storia
“La sede dell’azienda era un tempo abitata dai monaci cistercensi di Clairvaux e vanta splendide cantine a volta costruite nel XII secolo. L’albero genealogico della Famiglia Drappier ha le sue origini nel XVII secolo con la nascita di Remy Drappier nell’anno 1604, che diventerà, come Nicolas Ruinart, commerciante di tessuti a Reims. Suo nipote, Nicolas (1669-1724) sarà uno dei procuratori di Luigi XIV.
Bisogna aspettare il 1808 per vedere uno degli antenati di Drappier coltivare la passione per lo champagne e l ‘erede di allora Georges Collot, nonno materno di Michel Drappier, l’attuale titolare dell’azienda, decide di coltivare del Pinot nero nella zona”. Così il racconto di un gentilissimo rappresentante dell’accoglienza.
“Oggi I tre giovani figli di Michel e Silvye: Charline nata nel 1989, Hugo nel 1991 ed Antoine nel 1996 rappresentano l’ottava generazione”.
La Cantina Cistercense
“Circa 2000 anni fa i gallo romani piantarono delle vigne in una zona che diventò poi nel Medio Evo Urville. Bisogna poi attendere l’anno 1116 in cui San Bernardo provenendo dall’Abbazia di Citeaux in Borgogna, riorganizzò totalmente le vigne.
Egli importò dalla Borgogna il Morillon Noir, antenato del Pinot e fece costruire molte cantine di cui una ad Urville Correva l’anno 1152. Dopo diverse peripezie, guerre, saccheggi, oggi sono di proprietà della Famiglia Drappier e ospitano qualche grande millesimo ed i grossi formati , fierezza dell’azienda”.
Del processo di spumantizzazione mi piace ricordare la Liquer d’Expédition anche perché, nelle Grandi Maison, è una specie di tabù, di miscela segreta di cui in pochi conoscono la formulazione.
Da Drappier invece è quasi un vanto aziendale. Le liqueurs d’expédition sono invecchiati nelle botti di rovere di limousin e poi in damigiane per più di 15 anni, guadagnando così sia in concentrazione che in nobiltà.
Esse sono inserite in ogni bottiglia a dose ridotta, al fine di accentuare durante la degustazione, la permanenza in bocca, garantire finezza e fragranza senza mai appesantire il palato.
Cosa ho assaggiato:
Brut Nature Pinot Noir s.a. Ottimo, voto 89/100
Brut Rosé s.a. Pinot Noir . Ottimo 87/100
Carte d’Or Brut. Pinot Noir 80%, 15% Chardonnay, 5% Pinot Meunier. Ottimo 89/100
Blanc de Blancs Brut Chardonnay 95% e 5% Blanc Vrais. Ottimo 89/100
Blanc de Blancs 2012. Uve Chardonnay da Comuni Grand Cru. Eccellente voto 91/100
Brut Grande Sendrée 2009, Chardonnay 45% e Pinot Noir 55%. Eccellente voto 93/100
Il Generale De Gaulle è stato uno di quelli che amò lo champagne Drappier per il suo carattere deciso. Era il suo champagne favorito per tutte le riunioni a Colombey-les-deux-Eglises, villaggio nelle vicinanze di Urville dove oggi riposa nel piccolo cimitero.
In omaggio all’illustre personaggio la Maison Drappier gli ha dedicato una delle sue grandi cuvée da sempre composta da Pinot Noir 85% e Chardonnay 15%. Chapeau!
Urano Cupisti
Visita effettuata il 7 ottobre 2019
Champagne Drappier
Rue des Vignes
Urville (Aube)
Tel. + 33 (0)3 25 27 40 15
info@champagne-drappier.com