Testi di laboratorio commissionati da Crealis a CSi (Società del Gruppo IMQ, CSI è un Centro di Certificazione e Analisi di Conformità) confemano che le capsule utilizzate per la chiusura delle bottiglie di vino rappresenta uno scudo igienico efficace contro la trasmissione di batteri e muffe.
I risultati parlano chiaro: la capsula ha azzerato la presenza sul collo della bottiglia di batteri e muffe, mentre se ne è registrata una crescita intensa (con presenza di colonie diffusa e abbondante su tutta superficie campionata) in quelle senza.
In particolare, sono stati analizzati agenti potenzialmente patogeni come l’Escherichia coli, responsabile della trasmissione da contatto di malattie intestinali ed extra-intestinali, e lo Stafilococco aureo, causa di infezioni acute che si trasmettono facilmente attraverso lo starnuto, ma anche muffe che possono diffondersi in ambienti di stoccaggio e cantine domestiche.
“Abbiamo voluto cercare la prova scientifica di ciò che sosteniamo da sempre – ha commentato Michele Moglia, ceo di Crealis, il gruppo internazionale leader nelle soluzioni di chiusura e sovratappatura per vini fermi e spumanti –: la capsula ha un ruolo in primis funzionale ed erige un’insostituibile barriera igienica protettiva. In questo senso rappresenta il miglior alleato sia del consumatore che del produttore, evitando contaminazioni del collo della bottiglia dal momento dell’imbottigliamento al consumo. Non è un caso che denominazioni come lo Champagne e il Prosecco abbiano deciso di renderla obbligatoria dopo la direttiva Ue che rendeva facoltativa la protezione per gli sparkling”.
Il protocollo studiato da CSI ha indagato infatti l’effetto protettivo proprio sulla parte terminale della bottiglia che, oltre ad essere il punto più facilmente e frequentemente toccato con le mani da potenziali acquirenti prima e dai consumatori finali dopo, in fase di consumo va a contatto con il vino versato.
Da un punto di vista operativo, il laboratorio ha esaminato una campionatura di diversi tipi bottiglie con e senza capsula, verificando la presenza di batteri e muffe sul collo delle bottiglie dopo averle appositamente contaminate con ceppi batterici di Escherichia coli e di Staphylococcus aureus, e con pool di ceppi fungini.
Ne è risultato appunto che la capsula svolge un’importante azione nel preservare la qualità igienica dell’imbocco della bottiglia in quanto costituisce una barriera di tipo fisico che ostacola contaminazioni microbiche assimilabili a quelle generate da un operatore durante la fase produttiva/distributiva o dal consumatore quando la bottiglia è in esposizione alla vendita, mediante diffusione dei microbi per via aerea (starnuto, colpo di tosse) o per contatto (toccare, impugnare).
Per sensibilizzare anche i consumatori su questo tema, il gruppo Crealis, che produce globalmente oltre 5 miliardi di pezzi l’anno, realizzerà una campagna informativa per mettere in evidenza i risultati dello studio.