Già iniziata la vendemmia nelle Marche che si preannuncia di qualità, soprattutto per i vitigni autoctoni.
La vendemmia nelle Marche è iniziata con la raccolta delle uve base spumante Verdicchio, Passerina, Pecorino e Bianchello ed entrerà nel pieno nella seconda decade di settembre con la raccolta delle uve Sangiovese e Verdicchio mentre a metà ottobre terminerà con le ultime uve di Verdicchio, Pecorino, Passerina e Montepulciano per la tipologia passiti.
La resa uva\vino quest’anno è inferiore alla media a causa dell’andamento climatico che ha influito sulle piante fin dall’inizio con un minore rigoglio e in alcune varietà anche per dimensione degli acini che sono leggermente al di sotto della media.
La quantità di uva raccolta nel 2012 si stima leggermente superiore di circa del 0,5% in più rispetto al 2011, ossia di 780.000 ettolitri di vino, mentre per la qualità i livelli sarebbero addirittura superiori rispetto alle raccolte precedenti. Ma i prossimi giorni saranno decisivi e ci si augura che settembre porti delle condizioni climatiche e meteoriche favorevoli atte a siglare un’annata sicuramente eterogenea compresa tra il buono e l’ottimo.
Le Marche insomma possono essere fiduciose come il resto delle regioni del Centro-Sud.
“Comunque non tutto il caldo viene per nuocere. Non è possibile – spiega Alberto Mazzoni, Direttore dell’Istituto Marchigiano Tutela vini nonché presidente regionale e numero due nazionale di Assoenologi – fare un paragone con l’annata precedente perchè comunque sarà la seconda più scarsa degli ultimi 50 anni con un andamento climatico completamente diverso: il caldo nel 2011 è esploso nel mese di agosto creando un appassimento e non una maturazione delle uve. Quest’anno invece in molte zone le alte temperature hanno consentito un processo di maturazione naturale, abbattendo o limitando i trattamenti. Fatta eccezione di questa ultima settimana – continua Mazzoni – abbiamo registrato sempre delle ottime escursioni termiche: le ondate di caldo sono arrivate con un giusto intervallo l’una dall’altra e i venti provenienti da Nord hanno appunto favorito le escursioni notturne”.
Il punto di forza delle Marche sono i vitigni autoctoni . “La novità di quest’annata dal punto di vista agronomico è che i vitigni autoctoni (Verdicchio, Bianchello, Lacrima, Pecorino, Passerina, Sangiovese, Vernaccia e Montepulciano) resistono di più rispetto ai vitigni alloctoni o internazionali(Chardonnay, Cabernet e merlot). I nostri vitigni – prosegue Mazzoni – si sono acclimatati molto bene e in situazioni di siccità la pianta ci pensa da sola a cercare acqua ed è sicuramente più lungimirante dell’uomo che vuole tutto e subito”.
Aggiunge ancora Mazzoni: “I dati analitici delle prime uve raccolte ci confortano: la scelta di puntare sui vitigni autoctoni oltre a premiare le nostre aziende dal punto di vista commerciale è stata vincente perché oggi possiamo avere un’ulteriore soddisfazione dal punto di vista della resistenza alla siccità. Chiaramente di questo caldo si avvantaggeranno i vitigni a bacca nera come il Sangiovese e il Montepulciano: quest’ultimo sarà quello che ci potrà dare più soddisfazioni dal punto di vista qualitativo”.
A quantità questa vendemmia va confrontata con la media dei raccolti degli ultimi cinque anni tenuto conto dell’estirpazione che ha privato la regione nell’ultimo triennio di almeno 1750 ettari e senza dimenticare il calo produttivo legato alla “vendemmia verde, leggermente superiore allo scorso anno (0/+0,5%)”.
Nel 2011 il vino marchigiano ha superato quota 45,7 milioni di euro, il 10% in più rispetto al 2010. Segnali positivi anche dai mercati: i prezzi all’ingrosso stanno registrando un incremento pari al 10% rispetto al 2011. Circa l’80% delle uve verrà utilizzato per la produzione di vini Doc e Docg.