La Madonnina. Presentazione. In prima fila Nikolaiev e famiglia

Perché ho scelto Bolgheri? Intervista a Konstantin Nikolaev.

Il Corriere del Vino ha già dedicato due articoli ai vini de La Madonnina. Abbiamo recensito Opera Omnia Bolgheri DOC 2015 e gli IGT La Madonnina e Viator sempre 2015.

Sabato 22 giugno La Madonnina si è presentata alla forza vendita italiana in presenza dei proprietari, la famiglia russa Nikolaev. Nell’occasione è stato possibile riassaggiare i vini del 2015 e un’anteprima dell’annata 2016.

Al termine della presentazione e degustazione abbiamo avuto la possibilità di intervistare Konstantin Nikolaev, un imprenditore dalle indubbie capacità e di grande successo, che ha fondato, tra l’altro, la Skolkovo di Mosca, la più importante business school di Russia.

Eravamo innanzitutto curiosi di conoscere le motivazioni della sua scelta.

Perché proprio l’Italia e perché proprio Bolgheri?
“Conoscevo l’Italia e la sua cultura” afferma Konstantin, “poi alcuni amici mi hanno parlato di questo angolo di Maremma livornese e me ne sono profondamente innamorato. Il clima, il verde dei boschi, l’azzurro del mare, la storia e la popolazione accogliente sono gli elementi principali che hanno guidato la mia scelta.”

Conosceva anche i vini di Bolgheri?
“Certamente, avevo avuto modo di assaggiarli più volte e li avevo apprezzati moltissimo, dal Sassicaia all’Ornellaia, dal Paleo ai vini di Antinori e Grattamacco. Trovo che la presenza del Cabernet e delle uve francesi renda questi vini facili da comprendere ed apprezzare per il gusto internazionale.

La Madonnina le vigne

Conosco bene sia i vini di Bordeaux, fini ed eleganti, che quelli della California, più concentrati e potenti. Bolgheri, per me, rappresenta la giusta via di mezzo tra lo stile bordolese atlantico e quello californiano del Pacifico. Bolgheri, mediterranea, ha la raffinatezza dei Bordeaux con la potenza dei californiani, è in grado di produrre vini solidi, ma contemporaneamente molto raffinati”.

In percentuale, quanto ha influito il fattore vino, ovvero la fama dei vini di Bolgheri, sulla scelta finale del luogo, rispetto alla storia e alle qualità ambientali?
“Buona domanda! Non è facile da quantificare, ma direi che sicuramente ha avuto un’importanza rilevante, diciamo intorno al 30-40%”.

Dopo attente ricerche ha individuato un’azienda situata nel pieno cuore di Bolgheri, circondata da vigneti di altissima qualità. Quali sono le prospettive per il futuro?
“La DOC Bolgheri è chiusa, quindi è molto difficile acquisire nuovi vigneti  a denominazione controllata. Basiamo tutto sulla qualità del prodotto che dovrà essere altissima e la scelta di un consulente del calibro di Riccardo Cotarella va in questa direzione. Abbiamo in costruzione la nuova cantina e anche questa contribuirà a far salire ancora i gradini nella scala della qualità”.

Un vino per molti, ma non per tutti, quindi. Come critico devo fare però una considerazione. Un grande vino, anche se di qualità straordinaria, non è capace di farsi conoscere al mondo degli appassionati e dei collezionisti solo per la sua bontà.

Presentazione al Trade. Riccardo Cotarella con Paolo Valdastri

A mio parere un vino-icona, per diventare tale, ha sempre bisogno di uno di questi due fattori: o una grande storia secolare alle spalle che lo ha radicato nella mente della gente e posizionato adeguatamente nei mercati, oppure una potente e oculata campagna di marketing a sostegno.

Il primo caso è quello di vini come Pétrus, Mouton, Lafite oppure come la Romanée-Conti. Questi vini hanno alle spalle una storia plurisecolare di successi di mercato, grazie anche agli anglosassoni. Il Sassicaia ha una storia che, per quanto recente, ha profondamente modificato l’enologia italiana.

In altri casi, invece, è l’azione di marketing ad influenzare la fama del vino e, di conseguenza, il suo prezzo. Prendiamo il caso del Masseto: sino a pochi anni fa la quotazione di una bottiglia era intorno ai 140€. Oggi siamo a 700€ e sul mercato internazionale le bottiglie vengono contese una ad una. L’operazione che ha contribuito a questo fenomeno è complessa ed ha previsto la separazione del Masseto dalla casa madre Ornellaia, la costruzione di una nuova cantina, l’affidamento della commercializzazione al Négoce di Bordeaux.

Oltre ovviamente ad una consistenze azione di comunicazione e pubbliche relazioni. Ci sono molti altri fenomeni di questo tipo. Senza parlare del Liber Pater di Bordeaux (4.000€ a bottiglia) e dei suoi vitigni preistorici, basta pensare ai “vin de garage” come Le Pin o Valandraud, contesi bottiglia per bottiglia nonostante i prezzi elevati, o anche ai californiani come Screaming Eagle, acquistabile intorno ai 2000$ solo su prenotazione e lista di attesa, o Harlan Estate o Grace Family.

La Madonnina non ha una storia. Quali azioni di marketing e comunicazione intende  intraprendere per posizionare i suoi vini nella fascia dei vini icona?
“Noi per ora abbiamo puntato soprattutto sull’ottenimento di un’altissima qualità del vino. Ci siamo concentrati a fondo su tutto quanto andava nella direzione dell’eccellenza. Siamo convinti che questo sia il punto di partenza fondamentale, in grado di far apprezzare i nostri vini sui mercati.

Presentazione al Trade. La sala al Tombolo Talasso Resort

Contiamo molto sulla forza vendita per la scelta dei giusti piazzamenti commerciali. Per quanto riguarda la comunicazione siamo convinti della sua importanza, ma abbiamo cominciato a pensare a una strategia solo ora, dal momento che abbiamo constatato che il vino ha una buona qualità e potrà essere apprezzato dalla critica e dagli appassionati. Presto cominceremo a far conoscere al settore questa strategia ed inizieremo con le giuste campagne di comunicazione”.

Non avevo mai parlato prima con Konstantin, ma avevo solo seguito i primi passi dei suoi vini. Non posso dire di conoscerlo, ma l’impressione ricavata da questo colloquio è quella di una persona dotata di una grandissima intelligenza e professionalità, assolutamente non proterva e invece attenta nell’ascolto del prossimo, dotata di una grande curiosità e voglia di conoscenza anche in settori, come quello del vino, che non rientrano nei suoi interessi quotidiani.

Concludiamo con un breve accenno ai vini degustati per l’occasione.

Ad oggi abbiamo tre etichette di due annate diverse, la 2015 e la 2016. Due annate molto buone, anche se la 2016 sta dimostrando a Bolgheri e in tutta la Toscana, una certa superiorità qualitativa.

La Madonnina e Viator

La 2015 è un’annata da manuale, di estrema regolarità, anche se piuttosto calda. Da giugno si è manifestato lo stress idrico e luglio ha visto temperature sempre elevate. Prima però che la maturazione andasse in blocco, è arrivata la pioggia intorno al 10 agosto, le temperature sono calate e le maturazioni sono proseguite con la giusta regolarità. In fase di vendemmia il tempo è stato asciutto, permettendo di attendere il raggiungimento delle maturazioni per ogni singolo vitigno.

La 2016 ha visto un inverno piovoso che ha permesso di formare buone riserve idriche. Dopo una primavera fresca l’estate è stata siccitosa fino alla prima parte del periodo di raccolta. La maturazione però ha trovato giovamento nelle escursioni termiche tra giorno e notte e la moderata piovosità di metà settembre ha evitato il blocco di maturazione.

I vini del 2015 de La Madonnina si sono dimostrati eleganti e slanciati, di buona struttura e grande equilibrio, mentre i 2016 sono più ricchi di materia ma hanno contemporaneamente una freschezza e una dinamica che li rende armonici e gustosi e fa prevedere lunghissime potenzialità d’invecchiamento.

Di seguito la degustazione di aprile (in corsivo) e l’attuale con l’anteprima 2016.

LA MADONNINA – LA MADONNINA TOSCANA ROSSO IGT
ANNATA 2015

Ha un colore rubino intenso. Profumi marcati di frutto nero, mora fresca, prugna, ciliegia morella, spezie come pepe lungo e cardamomo, qualche accenno terroso e di foglia di alloro. In bocca è solido con un bel frutto pieno e maturo, si avverte ancora il balsamico del legno e una certa ruvidezza di tannino. Bella la freschezza in un allungo finale di grande fragranza. I particolari toni olfattivi e il tannino scalpitante potrebbero essere opera della presenza del Petit Verdot, cosa che rende intrigante la giovinezza di questo vino dall’ottimo rapporto qualità-prezzo. Al riassaggio di giugno il tannino ha già subito un processo di integrazione, è sempre avvertibile, ma è maturo e di sicuro supporto ad ulteriore positivo affinamento in bottiglia.

ANNATA 2016

Il profilo organolettico ricalca alla perfezione quello del 2015, solo con una maggiore concentrazione, un frutto pieno e succoso, note balsamiche accentuate, e un tannino ancora giovanissimo, ma dolce.

LA MADONNINA – OPERA OMNIA BOLGHERI ROSSO SUPERIORE DOC
ANNATA 2015

Il colore è un rubino cupo impenetrabile come è giusto aspettarsi da un vino bolgherese di un’annata piuttosto calda e sanitariamente impeccabile. Al naso emerge il lato più interessante di questo vino. Colpisce l’intensità del frutto maturo, mora, mirtillo, prugna californiana, ribes nero, il tutto avvolto in una nuvola di sentori balsamici con un richiamo di liquirizia. Un profilo olfattivo decisamente elegante con il lato fruttato più internazionale alleggerito e reso dinamico dal timbro mentolato di un rovere sapientemente scelto per tipologia e tostatura. In bocca la magia si ripete.

L’attacco è dolce e denso, con frutto pieno e maturo, vigoroso ma sorprendentemente agile grazie ad  una vena di freschezza che accompagna il sorso e non lo abbandona fino alla fine. Un vino muscolare, insomma, ma di una bevibilità stupefacente e con finale di grande lunghezza.  Al riassaggio si conferma in pieno il profilo di questo vino. Un sorso agile che ne attira subito un altro senza stanchezza.

ANNATA 2016

Ci si aspetta una materia ancora più compatta, ed in effetti c’è, ma l’equilibrio è talmente centrato che il 2016 appare addirittura più agile del 2015. Emergono molto bene le note gentili di frutto di bosco, ribes, mirtillo, fragolina, e leggermente floreali e fragranti del Cabernet Franc  che conferiscono finezza gustativa e grande eleganza. Il compianto Giacomo Tachis avrebbe detto “un vino di grande souplesse” .

Presentazione al Trade. Servizio vini

LA MADONNINA – VIATOR TOSCANA ROSSO IGT SYRAH
ANNATA 2015

Da uve Syrah in purezza con selezione rigorosa in termini di qualità e particolarità delle uve. Il colore non può essere che un rubino impenetrabile. Profumi già complessi di frutto nero, ribes, mirtillo, prugna californiana. Si avverte una bel balsamico del rovere, il cacao amaro e la liquirizia. Si apre in bocca con morbidezza di frutto dolce subito sostenuto da freschezza e dal velluto di un tannino levigato e accattivante che offre contemporaneamente slancio e consistenza setosa al sorso.

Nel finale si ripetono gli accenni balsamici e di spezie fini e ancora la liquirizia. La sensazione è quella di essere di fronte a un grande vino che ha ancora molta strada da fare. Il pensiero corre all’invecchiamento che sicuramente offrirà una maggiore complessità e profondità degli aromi,  una ulteriore sfaccettatura di sensazioni che renderanno questo vino vicino ai vertici di categoria. Per questo motivo il giudizio è duplice: per la fase attuale 95/100, in prospettiva 97/100.

Questo è quanto dicevamo mesi orsono e le previsioni si stanno piano piano avverando, ma c’è ancora molto tempo per arrivare agli apici. È una grande bottiglia che ha solo bisogno di muovere i giusti passi “in società”.

ANNATA 2016

Un syrah che sembra destinato a dare grosse soddisfazioni. Basta avere la pazienza di aspettarlo. In Francia questa categoria di vini ha come prescrizione “divieto di consumare prima di cinque anni”. Al momento le note balsamiche sono prorompenti, con liquirizia nera, pepe kampot, menta e cioccolato con un curioso effetto “after eight”. Un vino da acquistare subito e dimenticare in cantina, anche perché se l’Azienda comincerà a comunicare nei giri che contano e magari entrare negli indici internazionali, si potrebbe assistere ad una forte rivalutazione di questo prodotto, un vero fenomeno da investimento.

CONSIDERAZIONI FINALI

La degustazione di due annate ha contribuito alla comprensione dello stile dei vini. Qualcuno potrebbe pensare ad una gamma di vini sul modello ”vino importante – vino entry level – vino principale”. Ma non è il caso de La Madonnina. Qui siamo di fronte a tre vini ognuno dei quali ha un carattere, una personalità e una  grandezza proprie.

Il Madonnina IGT è un blend intrigante e corposo con la pienezza del Cabernet Sauvignon e del Merlot, nella quale si inseriscono i profumi terrosi e speziati e i tannini viperini del Petit Verdot. Un vino equilibrato e divertente con buone prospettive di invecchiamento.

L’Opera Omnia è il raffinato ed elegante di casa, adatto a presenziare grandi mense e piatti di alta cucina, così come ad attendere paziente nel buio e nel fresco della cantina.

Il Viator è il grande vino da collezione, ma in grado di offrire in ogni momento sensazioni di grandissimo piacere al ricco assaggio.

Avanti tutta!

Paolo Valdastri