Bolgheri nell’alto dei Cieli. Ci sono voluti tanti anni, ma alla fine anche Lui ha fatto il suo ingresso nell’universo Bolgheri: Riccardo Cotarella ha firmato i suoi primi vini per l’azienda La Madonnina dell’imprenditore russo Konstantin Nikolaev.
D’altronde il fratello Renzo Cotarella, AD di Marchesi Antinori SRL, ha contribuito non poco allo sviluppo dei vini di Bolgheri con il suo impegno nella Tenuta Guado al Tasso. Dopo i vari Antonini, Pagli, Ferrini, Rolland, Derenoncourt, Bernabei, Castelli, D’Attoma, e continua, continua, non poteva mancare uno dei nomi più prestigiosi dell’enologia internazionale, ora anche presidente di Assoenologi.
Riccardo Cotarella ha numerose consulenze prestigiose in Italia e nel mondo, tra le quali Villa Sandi, Galardi, Di Majo Norante, Decugnano dei Barbi, Montevetrano e i nuovi vini di Bruno Vespa, solo per citarne alcune.
Devo confessare di essere stato molto curioso di vedere i risultati di un personaggio dall’esperienza così sfaccettata su un territorio che è sì baciato dalla buona sorte e da una natura benigna, ma che, quando sfugge di mano, dà vita a vini non proprio raffinati ed eleganti, ma a volte densi, pesanti e stucchevoli.
La Madonnina, dicevamo, è una tenuta situata proprio nel cuore di Bolgheri, a contatto con Ornellaia, la macchia del Bruciato, le Macchiole. Oltre alla villa e al parco, per un totale di 47 ettari, la tenuta dispone attualmente di 7 ettari di vigneti, non molti in assoluto, ma sufficienti per iniziare una produzione di alta qualità in un territorio dove la DOC è blindata da anni e i nuovi impianti sorgono con il contagocce.
Le vigne furono impiantate nel 2002 e di queste solo un ettaro rivendica la DOC, mentre il resto è IGT Toscana. Le varietà piantate sono il Cabernet Sauvignon, il Cabernet Franc, poi Merlot e Syrah con un piccolo saldo di Petit Verdot.
La produzione ha inizio ufficialmente con la vendemmia 2015. Le etichette sono: l’Opera Omnia Bolgheri Superiore DOC e gli IGT Toscana Viator, Syrah in purezza, e La Madonnina, blend di Cabernet Franc, Syrah, Merlot, Cabernet Sauvignon, Petit Verdot.
OPERA OMNIA BOLGHERI ROSSO SUPERIORE 2015
Le uve sono Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc e Merlot da un vigneto di 1ha allevato a guyot con 10.000 ceppi/ha su suolo argillo-sabbioso. La produzione totale è di 50 q.li con resa in vino del 60%.
La fermentazione alcolica in tini inox è seguita da una macerazione postfermentativa di 22 giorni sulle bucce, poi il vino passa immediatamente in barrique dove avviene la fermentazione malolattica, quindi è elevato per 18 mesi, e imbottigliato.
Ed eccoci al bicchiere: il colore è un rubino cupo impenetrabile come è giusto aspettarsi da un vino bolgherese di un’annata piuttosto calda e sanitariamente impeccabile.
Al naso emerge il lato più interessante di questo vino. Colpisce l’intensità del frutto maturo, mora, mirtillo, prugna californiana, ribes, il tutto avvolto in una nuvola di sentori balsamici con un richiamo di liquirizia. Un profilo olfattivo decisamente elegante con il lato fruttato più internazionale alleggerito e reso dinamico dal timbro mentolato di un rovere sapientemente scelto per tipologia e tostatura.
In bocca la magia si ripete. L’attacco è dolce e denso, con frutto pieno e maturo, vigoroso ma sorprendentemente agile grazie ad una vena di freschezza che accompagna il sorso e non lo abbandona fino alla fine. Un vino muscolare, insomma, ma di una bevibilità stupefacente e con finale di grande lunghezza.
Giudizio: 94/100
Capita a volte che con queste tipologie di vini ci si arresti al primo bicchiere. Qui invece la bottiglia finisce con buona velocità e contesa fino all’ultima goccia. Bravo Presidente: ottimo debutto in terra di Bolgheri. Gli amici russi saranno molto soddisfatti del loro investimento. A noi, ora, non resta che aspettare i cinesi.
Paolo Valdastri