Il Ristorante “Casalta” è molto accogliente, si entra nella piccola corte interna da un grande cancello con tettoia a mo’ di fortino. A sinistra la scala che porta alle camere del piano superiore, davanti una tettoia, sotto la quale, a sinistra, si trova la porta a vetro d’ingresso al ristorante.
Un piccolo disimpegno e si accede nella saletta più grande divisa da un grande arco, al centro della parete opposta all’ingresso una breve scaletta porta ad un’altro disimpegno, da cui a sinistra si entra nella ben fornita cantinetta/enoteca dove si può cenare o degustare con un grande tavolo per 8 persone, a destra una ulteriore salettina e la porta della cucina.
Gli antichi greci e i latini (antico popolo indoeuropeo stabilitosi sulle coste tirreniche della penisola italica centrale a partire dal secondo millennio a.C.) chiamavano la terra degli Etruschi “Etruria”. Ma nel passaggio dal mondo antico a quello medievale, stabilito dagli storici dal terzo al sesto secolo d.C., e per tutto l’alto medioevo fino all’anno 1000, la terra anticamente definita Etruria venne rinominata “Tuscia”.
La Tuscia storica era una vasta area territoriale che per le varie vicissitudini trascorse venne suddivisa in Tuscia Romana, Tuscia Ducale e Tuscia Longobarda, quest’ultima diventerà, all’incirca, l’attuale regione Toscana.
A partire dal XII secolo in Toscana nacquero diversi stati autonomi tra essi i più potenti erano la Repubblica di Firenze e la Repubblica di Siena. Dal XIV secolo partì la politica espansionistica di Firenze che venne a scontrarsi per forza anche con Siena. In previsione di questi eventi i Senesi avevano provveduto a costruire diverse fortezze e castelli sul percorso delle armate nemiche.
Una delle cittadine fortificate, che tutt’oggi possiamo ammirare nella sua bellezza perfettamente conservata, è Monteriggioni (SI) costruita, agli inizi del XIII secolo, su una dolce collina di un’antica fattoria longobarda.
A maggior difesa di Monteriggioni anche i piccoli borghi limitrofi furono dotati di cinte murarie, uno di questi è Strove, oggi Frazione del Comune di Monteriggioni.
Strove è ubicata a meno di sei chilometri da Monteriggioni verso l’allora confine Fiorentino. Ha una storia molto antica che la lega ai Longobardi e alla via Francigena. Restano a ricordarci tutto ciò i resti della torre Longobarda, delle mura Senesi e la piccola Chiesa di San Martino Vescovo di Tours, citata per la prima volta in una donazione del 1137 ma molto più antica. La chiesa è composta da una sola navata coperta con capriate, il campanile è di più recente costruzione.
Oggi Strove è un piccolissimo borgo con alcune case e poche decine di abitanti.
Proprio qui, in una delle case più alte da cui prende il nome, c’è il Ristorante Albergo “Casalta” di Lazzaro Cimadoro e Barbara Pala.
Lazzaro è nato il giorno 11 di marzo 1967 in Calabria, a 430 metri s.l.m. sul versante settentrionale del Monte Poro, nel comune di Zaccanopoli che, dal 6 marzo del 1992, fa parte della nuova provincia di Vibo Valentia.
Finite le scuole dell’obbligo frequenta l’Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri, per la Ristorazione e per l’Agricoltura “Enrico Gagliardi” di Vibo Valentia come “operatore della ristorazione con indirizzo preparazione pasti”.
Nel 1985 consegue il diploma di tecnico di cucina e affronta il servizio di leva a La Spezia dove, alla Scuola Sottufficiali dell’Aeronautica, lavora nelle cucine della mensa.
Nel 1986 si trasferisce a Colle di Val d’Elsa, in provincia di Siena, a casa della zia Antonietta, ed entra a lavorare dal grande chef Gaetano Trovato del Ristorante “Arnolfo”, il locale in quegli anni si trovava, sempre a Colle, in piazzetta Santa Caterina, uno degli angoli storico-panoramici più belli della cittadina. Il Ristorante “Arnolfo” con il suo straordinario chef/patron era in vertiginosa ascesa e aveva, tra l’altro, appena ricevuto la “prima stella” assegnata dalla super prestigiosa Guida Michelin.
Per Lazzaro Cimadoro è la svolta della sua vita. Trascorso un anno con un così grande maestro si aprono nuove e sempre più interessanti prospettive.
Successivamente Lazzaro torna in Calabria impegnato nelle cucine di alcuni importanti villaggi turistici, poi si trasferisce vicino a Como, a Montorfano, nella Tenuta Sant’Andrea, un suggestivo, lussuoso e accogliente albergo ristorante sulle sponde del Lago di Como. Qui, in un’atmosfera elegante e raffinata, fa valere la sua esperienza diventando responsabile di cucina e chef negli anni 1989-1991.
Successivamente Lazzaro torna a Colle di Val d’Elsa, da “Arnolfo” dal 1992 al 1993.
Venuto a conoscenza che veniva ceduto il Ristorante “Casalta”, nella frazione di Strove, con un collega ne rileva la gestione aprendo nel mese di marzo del 1993.
Questo connubio dura poco perché, nel 1994, al posto del socio subentra Barbara Pala, fidanzata con lui già da un anno.
Barbara è nata a Siena, ma è di Colle di Val d’Elsa, il suo babbo è originario della Sardegna e la sua mamma è Toscana, nella sua vita lavorativa ha fatto diverse esperienze, nella ristorazione, lavorando sempre in sala.
Barbara è convolata a nozze con Lazzaro nel 1999.
Nel 2006 Lazzaro e Barbara rilevano anche la gestione del piccolo hotel che si trova sopra al ristorante. Dieci calde e accoglienti camere doppie, arredate con mobili d’epoca e, anche se rispettano la sobrietà di stile di vita di una volta, sono dotate di ogni moderno comfort.
Lazzaro insieme al fratello più piccolo, Massimo, che ha sempre collaborato con lui, ha preso in gestione, nel 2009, sempre a Strove, un’altra super suggestiva antica struttura di accoglienza la Tenuta di Castel Bigozzi appartenuta agli avi della nobile famiglia Senese dei Montanini. Il relais offre 20 camere tra standard, suite e dépendance, elegantemente arredate con mobili in stile Toscano e tutte godono di una magnifica veduta del parco circostante e della campagna.
Il Ristorante “Casalta” è molto accogliente, si entra nella piccola corte interna da un grande cancello con tettoia a mo’ di fortino. A sinistra la scala che porta alle camere del piano superiore, davanti una tettoia, sotto la quale, a sinistra, si trova la porta a vetro d’ingresso al ristorante.
Un piccolo disimpegno e si accede nella saletta più grande divisa da un grande arco, al centro della parete opposta all’ingresso una breve scaletta porta ad un’altro disimpegno, da cui a sinistra si entra nella ben fornita cantinetta/enoteca dove si può cenare o degustare con un grande tavolo per 8 persone, a destra una ulteriore salettina e la porta della cucina. I coperti, in totale, al massimo sono 45. Gli archi, le travi, il pavimento in cotto, i tavolini ben disposti, le poltroncine gialle in pelle, le pareti chiare con i quadrettini, le finestrine e le luci che ben illuminano le chiare pareti, fanno dell’insieme un ambiente molto rilassante e familiare dove ci si trova subito a proprio agio.
La carta dei vini è molto ampia con molta scelta anche nei prezzi, grande considerazione nelle specifiche etichette è stata data al territorio e alla Toscana in genere.
Il menu, segue le stagioni e ciò che di meglio offre il mercato. Una scelta prevalentemente di terra, ma non mancano alcune portate di mare.
Ma veniamo alla degustazione fatta che è stata accompagnata da una buona bottiglia di “Rodano 2007” Chianti Classico D.O.C.G., 100% Sangiovese, 14% Vol., della Fattoria Rodano Castellina in Chianti in Chianti (SI).
In tavola un ricco cestino di pane e panini assortiti della casa insieme a vari tipi di schiacciatine e grissini, tutto fragrante e caldo. Sono stati serviti:
– crostone di pane con uovo biologico, cavolo nero, fonduta di pecorino fresco e tartufo scorzone;
– tortelloni trasparenti ripieni di guanciale di vitello brasato su vellutata di patate;
– agnello arrosto con erbe aromatiche;
– millefoglie di cioccolato con crema di castagne , frutta assortita e nel bicchierino aspic di fragole.
Tutto ben presentato e molto buono. Il servizio di Barbara in sala è premuroso e attento.
La cucina del bravo chef Lazzaro Cimadoro è molto professionale, esperta e si esprime in modo diretto, semplice e pulito. Una cucina legata al “fatto in casa”, al territorio, all’uso di prodotti di qualità, una cucina che rispetta le stagioni e la natura.
Lazzaro è molto appassionato al suo lavoro e ha sempre cercato di sostenere la filosofia della “buona cucina” impegnandosi, per 10 anni, anche come responsabile di zona dell’Ordine Ristoratori Professionisti Italiani (O.R.P.I.) associazione nata a Milano nel 1984 per promuovere, presentare, divulgare e tutelare, a livello nazionale e internazionale, la cucina Italiana.
A Strove al Ristorante Albergo Enoteca “Casalta” dello Chef Lazzaro Cimadoro e sua moglie Barbara Pala ho trovato una conduzione familiare che offre un’ottima accoglienza e una buonissima cucina del territorio.
Giorgio Dracopulos
Ristorante Casalta
Via Giacomo Matteotti, 22
Località Strove, Monteriggioni (Siena)
Tel. 0577 301238