Terre di Pisa vuol essere un brand declinabile in tutte le diverse tipicità espresse dal territorio della Provincia di Pisa identificando le peculiarità agroalimentari, in particolare le terre di tartufi (San Miniato) e del pecorino (Volterra), artistiche, storiche, naturali e l’offerta turistica d’eccellenza. Pisa non solo Torre!
La Camera di Commercio di Pisa ha raccolto, in questo caso, l’esigenza degli operatori del mondo vitivinicolo organizzando una due giorni, Terre di Pisa-Terre di Vino, coinvolgendo una trentina di aziende che hanno rappresentato le diverse sfaccettature del vino pisano. Dai vigneti della costa tirrenica (Riparbella) a quelli interni che fanno da corollario a borghi storici come San Miniato, Peccioli, Terricciola e “la lontana” Volterra.
“Il vino è uno degli alfieri delle “Terre di Pisa” all’interno del progetto di valorizzazione del nuovo prodotto turistico che stiamo promuovendo. Quale occasione migliore per venirlo a degustare in un’unica occasione”
Queste le parole di saluto e benvenuto pronunciate dal Presidente della Camera di Commercio di Pisa, Valter Tamburini, rivolgendosi alla stampa di settore con l’intento di accendere i riflettori sulla viticoltura di qualità in un territorio complesso e articolato con suoli e microclima specifici.
Le Terre di Pisa oggi più che mai Terre di Vino. Dalla costa alle colline interne. Storia, Arte, Tradizioni, Paesaggio in un connubio, unione che vede la vitivinocoltura al centro del disegno gestito dalla Camera di Commercio.
Alla ricerca di un marchio territoriale.
DALLA START-UP DEL PROGETTO AL PIANO STRATEGICO
“Sviluppare un marchio di territorio per essere maggiormente visibili sui mercati internazionali”. Così ha iniziato la relazione il Prof. PierPaolo Penco incaricato della stesura del progetto di marketing strategico generale Terre di Pisa.
In riferimento alla vitivinocoltura le difficoltà non sono da poco. Basti pensare che l’area interessata deve distinguersi e trovare una propria visibilità dai vicini ben più noti quali Chianti, Montalcino, Bolgheri. Senza dimenticare che non essendoci alcuna attrazione turistica che la contraddistingua, rimane come unica arma la commercializzazione del territorio nel suo complesso.
“Le colline proteggono le colture dai rigori invernali, mentre nel periodo estivo i fiumi e la grande massa idrica del mar Tirreno, agiscono da sorgenti di masse d’aria costanti che mitigano gli eccessi di calore e consentono maturazioni delle uve ottimali”. Così la relazione del Prof. Penco. Così la scoperta nel nostro vinovagare tra i vigneti di Terre di Pisa.
Le condizioni circa la produzione di vini eccellenti ci sono. Nell’attuale realtà sono maggiormente concentrati in pochi marchi aziendali che hanno una propria visibilità perché appartenenti a gruppi vinicoli extraregionali se non extranazionali. Citarli è d’obbligo: Casanova della Spinetta, le Palaie, Usignol del Vescovo, Varramista e Cajarossa.
Altri , di dimensioni più limitate, hanno dato vita ad associazioni territoriali promuovendo il loro ristretto territorio evidenziando la vocazione al biologico, biodinamico come i Vignaioli di San Miniato. E l’attuale offerta seguendo le classificazioni ad oggi esistenti Docg Chianti Collline Pisane, Doc e la generica Igt hanno la necessità di essere “più aderenti all’attuale realtà di mercato”.
La domanda più semplice, immediata e ripetitiva è stata: Qual è veramente, nella sostanza, l’identità, l’offerta pisana?
Devo dire che ho registrato molta confusione.
SERVE UNA NUOVA STRATEGIA
Serve il Consorzio Dop “Terre di Pisa”.
La già costituita Doc Terre di Pisa ha bisogno di uno strumento, il Consorzio, che gestisca in modo professionale l’intero sistema “vino pisano”.
Il Presidente della Camera di Commercio ci ha ricordato che l’iter per la costituzione, sulla base degli studi approfonditi del Prof. Penco, è già a buon punto.
La nascente struttura dovrà occuparsi non solo della tutela e della rappresentanza ma promuovere la partecipazione agli Eventi di grande visibilità e comunicazione, l’accesso a bandi e finanziamenti, allo sviluppo della Strada del Vino ed in particolare sarà il luogo del confronto dove i produttori decideranno il loro futuro.
È stata una due giorni intensa, conoscitiva e di scoperta delle attuali realtà.
I VITIGNI
La presenza degli autoctoni toscani, nella versione pisana, diversa dagli altri, come Sangiovese, Vermentino, Trebbiano, Ciliegiolo, Colorino e Canaiolo, la fanno da padrone. Ma anche la ormai appurata adattabilità di alcuni alloctoni come i due Cabernet, Merlot e Syrah, potenzialmente differenti dal resto della regione.
FUTURO PROSSIMO
I vigneti sono situati eclusivamente in collina con i rilievi, mediamente con altezze sui 250 metri (anche se si registrano alcune realtà sui 400 metri), disposti in maniera irregolare dovuto alla disordinata struttura geologica. “Attraverso suoli, esposizioni, altitudini e vallate differenti c’è ampia possibilità di differenziazione organolettica che potenzialmente potrebbero divenire sottozone” (Prof. Penco): il futuro prossimo.,
Terre di Pisa-Terre di Vino. Non solo Torre anche se, per il richiamo, non se ne può fare a meno. Chapeau!
Urano Cupisti