Il Domaine Jacques Selosse viene creato nel 1949 da Jacques Selosse che nel 1974 insieme al figlio Anselme inizia a vinificare in proprio. In quel momento lo champagne era in mano a pochissime maison e la maggioranza dei piccoli vigneron vendevano le loro uve anziché lavorarle per se stessi.

Nel 1980 Anselme Selosse prende in mano la direzione dell’azienda affiancato dalla moglie Corinne: sono 8 gli ettari coltivati di cui la maggior parte chardonnay nei comuni di Avize, Cramant, Oger e Le Mensil Sur Oger, un vigneto di pinot noir ad Ay ed uno ad Ambonnay nella Montagne De Reims.

Anselme Selosse nasce con una filosofia biodidamica da cui nel tempo si è distaccato per poi riuscire a trovare un suo equilibrio nella gestione della maison che prevede un minimo intervento artificiale sia in vigna che in cantina impostato su pratiche di derivazione borgognona, come la fermentazione in barrique, l’utilizzo dei soli lieviti indigeni, il bâtonnage durante la fase di affinamento e l’aggiunta di dosi minime di solforosa e di liqueur d’expédition.

Secondo Anselme Selosse il ruolo del produttore non è quello di standardizzare il gusto ma quello di raccontare un terroir e proprio per questo non utilizza lieviti selezionati durante la fermentazione e preferisce il fruttosio puro d’uva per il dosage al momento del dégorgement. Queste due particolarità, proprie dello champagne Jacques Selosse e di altri pochi produttori, assicurano un gusto che esalta le caratteristiche della particella di terreno sulla quale l’uva è stata coltivata e raccolta.

La degustazione

Subastance di Selosse il più irriverente, il più particolare, il più discusso degli champagne. Non basterebbe un’intera vita di assaggi per comprendere la sua vera essenza! Un mutamento continuo, una fortissima personalità frutto di una filosofia fuori da ogni regola.

Substance Selosse

Ciascun sorso è come un assolo di chitarra, non puoi stare fermo, devi ballare devi muoverti a ritmo di quella musica, devi solo godere, devi chiudere gli occhi ascoltare il tuo cuore, sentirlo battere a ritmo di quella ma apparentemente irregolare… in realtà proprio come la musica lo champagne è costruito e inizia dalla testa, è il vino più concettuale al mondo.

Dopo aver assaggiato questo champagne è impossibile non rimanere sbalorditi, è evocativo, o meglio a me fa questo effetto, ogni bottiglia è un mondo di emozioni! Substance vuole dire famiglia…

Ricordo perfettamente il primo incontro di mia madre, neofita del mondo del vino, con questo champagne, che soltanto con i suoi profumi riuscì a riportarla indietro nel tempo, a quando era bambina e giocava nel panificio di famiglia avvolta dalle mille sfaccettature dei profumi di quell’ambiente fatti di lievito, di pane appena sfornato, di fumo, di noci tostate e di amore. Vedere mia madre con un calice in mano vivere una grande emozione non ha prezzo, perché è esattamente ciò che cerco in ciascuna bottiglia stappata.

Substance si presenta in spendida forma, lo vedo come un grande musicista salire sul palco vestito di nero con il cappello in testa, con la grinta di un adolescente spavaldo accarezzare quelle corde formando quegli assoli che fanno venire un brivido per tutto il corpo… inconfondibile il suo colore oro attraversato da quel filo di ossidazione che lo rende unico, estremamente brillante con un perlage finissimo.

È sul palco circondato dalla sua “ band” fatta di fiori gialli, ananas maturo, mandarino candito, caramello, cassata siciliana, miele, ma anche bergamotto e pompelmo, con una chiusura su note balsamiche e iodate. Una complessità in grado di sostenere uno champagne che cattura tutti i sensi! Una complessità presentata come una scaletta di grandi successi di una rock star che fa ripercorrere la sua storia in musica. Senza fermarsi, senza prendere respiro, uno champagne in continua evoluzione.

Un successo annunciato, ma fino a quando non lo bevi non lo puoi sapere. Voto 98/100

Emiliano Penco