Conosco l’azienda vinicola Sator da diversi anni, visitata e ritenuta un’eccellente realtà delle colline pisane, quelle rivolte verso il mare.
Questo ritorno a Pomaia è stato stimolato da un assaggio effettuato al tavolo aziendale durante Terre di Toscana 2019, nel mese di marzo. Il vino in questione è Artume vendemmia 2017.
Come può un vino, da solo, determinare una scelta come quella di visitare il produttore nel luogo di produzione?
Scontato era capire l’iter in cantina che già era a mia conoscenza dal colloquio con Gianni Moscardini, uno dei proprietari, durante l’evento sopra citato.
Diverso era capire il posizionamento del vigneto, i terreni che danno linfa al Fiano d’Avellino e comprendere, conoscere, intendere le scelte proprio verso il Fiano.
Calpestare le vigne di Sator era un’esigenza da non rinviare. L’Artume lo richiedeva.
“Tutto è racchiuso nei segreti di un vecchio sapere si sposano con una lavorazione attenta e sapiente, forgiata nel tempo e padrona del tempo”. Il racconto di Gianni ha avuto inizio partendo da quelli che ama chiamare i segreti di Sator.
“È su questo altopiano, dove la natura ha creato un mosaico di terreni di diversa composizione. Come puoi vedere l’altopiano degrada dolcemente verso sud-ovest. Si ritrovano tutte le componenti fondamentali per dare origine a vini di grande equilibrio, struttura e qualità.
Dal calcareo puro di natura sedimentaria e origine marina, al pietroso e arido di origine magmatica-vulcanica (il Gabbro) incontrando zone prettamente argillose di natura sedimentaria di mare profondo. Se poi aggiungiamo le continue brezze che provengono dal vicino mare donando salubrità alle uve, il mosaico e le risposte alla scelta del Fiano d’Avellino le capisci subito”.
Il Gabbro, il mare e la posizione dei vigneti. Elementi che solo se calpesti le vigne puoi capire.
La visita mi ha permesso di scoprire altri segreti di quel vecchio sapere che si sposa con le lavorazioni attente e sapienti.
“I vigneti sono ubicati in diversi appezzamenti denominati “Campo San Giovanni”, “Campo al Pino”, “Cantina” e “Puntina” e si estendono su 11 ettari. Le varietà coltivate sono il Ciliegiolo, il Sangiovese, il Teroldego, il Merlot ed il Cabernet Franc per quelle a bacca rossa, il Vermentino e il Fiano per quelle a bacca bianca”.
Della presenza del Teroldego da queste parti ne ero già a conoscenza. La storia racconta che sia arrivato con il ritorno “a casa” dei soldati impegnati sul fronte trentino durante la prima guerra mondiale. Ma non avendo il fascino di vitigno internazionale, almeno per adesso, sembrerebbe non avere un grande futuro da queste parti.
Per il Ciliegiolo invece, se tanto mi da tanto, vista l’attenzione di questi ultimi anni e i risultati ottimi “portati in cantina e nelle bottiglie” ci sarà sicuramente un futuro. In altre zone della Maremma questo futuro è già cominciato e da Sator è stato percepito da alcuni anni.
“Dopo aver analizzato le particolari condizioni pedologiche e microclimatiche presenti sull’altopiano, abbiamo deciso che l’aerale più idoneo per il Ciliegiolo fosse quello del Vigneto San Giovanni, terreni vulcanici”.
La “creazione” di ogni buon vino inizia dal momento della raccolta.
Vero, verissimo. Aggiungerei: ”dopo che la vigna, sempre influenzata e ammaestrata dalle mani sapienti dell’uomo, ha consegnato il miglior frutto possibile in quella stagione”.
Ed io pronto a verificare le creazioni di Gianni coadiuvato dal lavoro instancabile del padre Piero e dell’amico enologo Emiliano Falsini con il quale condivide da sempre qualsiasi scelta aziendale (e la mano di Emiliano si sente).
Gli assaggi
Artume 2017, Fiano 65% e Vermentino 35
Note aziendali: VINIFICAZIONE: Le uve provengono da specifici filari (dal 38c al 47c per il Fiano e dal 33c al 37c per il Vermentino) dell’appezzamento “Campo al Pino” le cui viti crescono su terreno di origine magmatica-vulcanica (Gabbro). Le varietà sono vinificate separatamente. La fermentazione avviene in barrique di rovere con lieviti selezionati e l’affinamento, sempre in barrique e sulle fecce fini, si protrae 10 mesi. AFFINAMENTO In barrique per 10 mesi. In bottiglia per 8 mesi.
Le mie considerazioni: Pienezza dorata e lucente. Profondità aromatica e poca concessione al boisé. Al palato ampio respiro dove la componente di Fiano si esprime ai massimi livelli gustativi, in tutto e per tutto. Eccellente, voto 92-93/100. Chapeau!
Sileno 2016, Sangiovese 100%
Note aziendali: VINIFICAZIONE. Le uve delle singole parcelle sono raccolte manualmente, vinificate e affinate separatamente. Il processo di vinificazione varia in funzione dell’andamento climatico che ha interessato l’annata. La fermentazione avviene con lieviti indigeni condotta a temperatura controllata. AFFINAMENTO In rovere per 6/8 mesi. In bottiglia per 6 mesi.
Le mie considerazioni: Rubino, miscela di frutti di bosco e marasche. Palato espressivo, equilibrato con una perfetta godibilità per un sangiovese “pisano”. Ottimo, voto 88/100
Sileno 2016 Ciliegiolo 100%
Note aziendali: VINIFICAZIONE. Le uve delle singole parcelle coltivate a Ciliegiolo sono raccolte manualmente effettuando due diversi passaggi a distanza di circa dieci giorni uno dall’altro. Con il primo vengono raccolte le uve per il rosato, con il secondo quelle per il Sileno. Le uve, vinificate e affinate separatamente seguono un processo di vinificazione che varia in base all’andamento climatico che ha interessato l’annata.
In ogni caso la fermentazione avviene con lieviti indigeni ed a temperatura controllata. AFFINAMENTO In rovere per 6/8 mesi per la metà del vino, in cemento per 6/8 l’altra metà. In bottiglia per 6 mesi.
Le mie considerazioni: Rubino consistente. Naso dominato da ciliegie anche in confettura. Struttura calda e ricca con trama tannica importante. Ottimo, voto 89/100
Sileno 2016 Merlot 100%
Note aziendali: VINIFICAZIONE. Le uve delle singole parcelle coltivate a Merlot sono raccolte manualmente, vinificate e affinate separatamente. Il processo di vinificazione varia in base all’andamento climatico che ha interessato l’annata. In ogni caso la fermentazione avviene con lieviti indigeni ed a temperatura controllata. AFFINAMENTO In rovere per 6/8 mesi. In bottiglia per 6 mesi.
Le mie considerazioni: Un Merlot che non ti aspetti. L’asse sapido-tannico completa il palato ben architettato. Persistente. Ottimo, voto 89/100
Operaundici 2015, sangiovese 50%, Ciliegiolo 25% e Teroldego 25%
Note aziendali: VINIFICAZIONE. Le uve delle singole parcelle sono raccolte manualmente, vinificate e affinate separatamente. Il processo di vinificazione varia in funzione dell’andamento climatico che ha interessato l’annata. La fermentazione avviene con lieviti indigeni e condotta a temperatura controllata. AFFINAMENTO In barrique di rovere per il Sangiovese e Teroldego per 18/20 mesi, in contenitori di cemento per il Ciliegiolo per 18/20 mesi. In bottiglia per 12 mesi.
Le mie considerazioni: Bella carica cromatica. Sensazioni ben definite sia fruttate che speziate. Al palato tutto in equilibrio durevole e persistente. Eccellente, voto 91/100
Inoltre ho assaggiato:
Vermentino 2018, Vermentino 100%. Buono, voto 86/100
Montescudaio 2017, Sangiovese 85% e Teroldego 15%. Buono, voto 86/100
Montescudaio 2016. Sangiovese 85% e Teroldego 15%. Buono, voto 86/100
Rosato 2018. Ciliegiolo 100%. Buono, voto 86/100
I segreti di un vecchio sapere si sposano con una lavorazione attenta e sapiente, forgiata nel tempo e padrona del tempo (Gianni Moscardini). Non c’è altro da aggiungere. Chapeau!
(e non vi ho tediato con il significato del Quadrato Magico del Sator, antica iscrizione latina. Se volete fate la ricerca: interessante!)
Urano Cupisti
Assaggi effettuati l’8 luglio 2019
Sator
Via Macchia al Pino
Pomaia (Pisa)