A caccia di Brunelli “excellenti”

Mi ritrovo in un assolato pomeriggio primaverile a caccia di “talenti” nel territorio di Montalcino. Impresa difficile vista l’omogeneità che impera da diversi anni. Seguire il fiuto del tradizionale o cercare il nuovo che avanza? Ne uno ne l’altro, solo il Buono (obbligo la B maiuscola).

Scendo verso sud; il borgo medievale di Sant’Angelo in Colle sulla sinistra e la dolce vallata del fiume Orcia dinnanzi. All’orizzonte l’imponente sagoma del Monte Amiata che domina “il suo territorio”. Sono atteso da Riccardo Talenti l’attuale team manager della famiglia Talenti. Colui che è incaricato di condurre l’azienda nel solco della tradizione verso la continua ricerca di nuove tecnologie ovvero verso il futuro. Facile a dirsi, poetico crederci, difficile d’attuare. Perché le richieste di mercato porterebbero in altre direzioni e facile capire le continue, quotidiane “tentazioni” a rinnegare il glorioso passato ilcinese.

Riccardo ci riesce: stessa passione e caparbietà del passato in un continuo rinnovamento per l’ottenimento del Buon Vino di Montalcino.

L’Azienda targata Talenti risale al 1980 e, come quasi tutte le attuali proprietà di questo territorio, scaturisce dall’acquisizione da parte di famiglie “forestiere” (la famiglia Talenti proviene dalle montagne della Romagna) a seguito del fascino e successivo innamoramento inevitabile. Oggi  si estende su 40 Ha di cui 21 vitati. Dopo una attenta ricerca clonale  e lasciato 16 Ha alla coltivazione di Sangiovese Grosso, è stato deciso di impiantare i rimanenti 5 ettari a Colorino e Canaiolo (autoctoni toscani) e dedicare una parte di terreni agli alloctoni importanti come Merlot, Syrah, Cabernet e Petit Verdot per dar vita a vini altrettanto importanti, eccellenti  per quel senso di rinnovamento  e conoscenza esterna della potenzialità di questo territorio.

A caccia di talenti, di brunelli eccellenti e non solo.

L’eccellenza inizia dalla raccolta a mano, prosegue nella cernita dei grappoli destinati a questo o quel vino per finire nelle vasche d’acciaio per la fermentazione separata. Poi il lungo e attento percorso nella bottaia dove tonneaux e botti da 15-25 Hl di provenienza diversa permettono malolattica ed affinamento più o meno lungo a seconda dei risultati da ottenere. Nascono così i talentuosi vini di Talenti, in una semplicità complessa per risultati di eccellenza.

I miei assaggi:

–  Rosso di Montalcino 2013 e 2012. Due vendemmie diverse per capirne l’identità e l’evoluzione. Certamente il 2012 ha un altro passo, quel qualcosa in più dovuto sia all’annata quanto all’affinamento più lungo. Comunque ambedue un bel bere. Rosso rubino acceso con riflessi violacei , naso complesso votato al sangiovese nella migliore accezione del termine, palato morbido con i tannini equilibrati. Voto Quella visita talentuosa

–  Brunello di Montalcino 2010. Il talento di Talenti in bottiglia. Abbraccio speziato ai secondari fruttati. Al palato ricco, pieno, tannini nobili e persistenza a non finire. Voto Quella visita talentuosa

Brunello di Montalcino “Pian di Conte” 2009 riserva. Proveniente dal vigneto Paretaio e prodotto nelle migliori annate. Manto color rubino intenso con lampi granati. Complessità olfattiva ampia ricca di frutta rossa matura in unione allo speziato. Al palato tanta eleganza e retrolfattivi in evidenza Voto Quella visita talentuosa

Trefolo Toscana Igt. 60% sangiovese, 40% Syrah e Canaiolo. Un vino importante che permette di capire come un terreno argilloso, calcareo e ricco di scheletro possa dare vini di questo calibro. Voto Quella visita talentuosa

Rispollo Toscana Igt. 40% Cabernet, 30% Merlot, 30% Petit Verdot, il “bordolese” di Talenti. Morbido e pieno con trama tannica bilanciata in una presenza equilibrata. Sinfonicamente armonico. Voto Quella visita talentuosa

Dalla Romagna a Montalcino il talento della Famiglia Talenti.

Urano Cupisti.

(visita aziendale del 10 aprile 2015)