È accaduto durante l’Anteprima della Vernaccia di San Gimignano di quest’anno.
Irina Strozzi, la neo-presidente del Consorzio, l’aveva preannunciato: “Sarà un’Anteprima diversa”.
E diversa lo è stata anche nello scegliere il tema da affrontare in Sala Dante, la Sala del Consiglio all’interno del Palazzo Comunale, chiamata così a ricordo della visita che il poeta fiorentino nel 1299 fece a San Gimignano come ambasciatore della lega Guelfa.
“Il tema presentato in Sala Dante è stata una ulteriore riflessione sulle realtà che si sono evolute lungo la via Francigena e sul significato che ciò ha prodotto nell’attività vitivinicola odierna con un rimando imprescindibile al binomio storia/dinamicità che caratterizza la Vernaccia di San Gimignano”.

Una vera e propria lectio magistralis, una lezione di particolare rilevanza e livello tecnico tenuta da un docente e personaggio dotato di notevoli competenze, di fama internazionale del calibro del Professor Attilio Scienza.
Un piacere ascoltarlo nel descrivere:
– la narrazione;
– gli apporti dell’antropologia sia storica che culturale;
– i motivi profondi dei pellegrinaggi;
– la metafora dell’angoscia;
– il labirinto di Dedalo e il filo d’Arianna come concetto di quel tempo che senza fede non si può uscire dal labirinto della vita;

per poi arrivare ai Vini Bianchi della via Francigena e affrontare gli effetti climatici che si ripetono ciclicamente come la piccola glaciazione.
Siamo nella metà del 1300 quando il clima europeo si raffredda e la qualità del vino peggiora. Il Clero e i Nobili si rivolgono ai vini del Mediterraneo Orientale, Grecia e Turchia. Dalla fase fredda nascono gli ossidativi (vernacce) e i dolci (malvasie).
Nella narrazione del Prof. Scienza, da quel periodo ha inizio la metafora del viaggio, quella del confine, i rapporti di parentela tra i vitigni lungo la via Francigena fino ad arrivare alla Vernaccia, definita dallo stesso professore, una eccellenza italiana.
E per il futuro?
“La Vernaccia di San Gimignano deve diventare un prodotto capostipite, una identità esclusiva”.
A seguire, dopo la lectio magistralis, una degustazione con l’assaggio comparato di SEI vini Vernaccia di diverse annate e SEI vini ospiti italiani con la presenza dei produttori coinvolti.

A dirigere e guidare la degustazione Andrea Zanfi, scrittore, giornalista e degustatore.
“Si è evidenziata l’attitudine della Vernaccia di San Gimignano di reggere e migliorare nell’invecchiamento dando risultati di notevole interesse”.
I vini assaggiati
Ottin 2020 – Valle d’Aosta Doc Petite Arvine
Favaro Benito, Le Chiusure 2020 – Erbaluce di Caluso Docg
Castello di Luzzano, Tasto di Seta 2020 – Colli Piacentini Doc Malvasia
Tenuta di Aljano, Brezza di Luna 2020 – Colli di Scandiano e Canossa Doc Spergola
Cantine Lunae, Etichetta Nera 2021 – Colli di Luni Doc Vermentino
Vigneti Massa, Derthona 2019 – Derthona Timorasso
Il Colombaio di Santa Chiara, Selvabianca 2020 – Vernaccia di San Gimignano Docg

Fattoria San Donato 2020 – Vernaccia di San Gimignano Docg
Tenuta La Vigna 2018 – Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva
Signano, La Ginestra 2017 – Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva
Casa Lucii, Mareterra 2016 – Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva
Panizzi 2012 – Vernaccia di San Gimignano Docg Riserva
La Vernaccia di San Gimignano è figlia della riscoperta dei vitigni autoctoni e della ricerca di eleganza e leggerezza. È un vino ancora molto da scoprire! Chapeau!
Urano Cupisti