L’altro Beaujolais, quello vero!

C’è stata e tutt’ora c’è un’invenzione molto redditizia in Francia. Risale agli anni ’30 e come sempre accaduta per caso. Esperimenti per conservare l’uva in contenitori  saturi di anidride carbonica portarono i vignerons del Beaujolais all’inaspettato risultato di ottenere, da uve gamay, un mosto particolare la cui fermentazione (fermentazione carbonica) generò Le Vin Nouveau detto anche Beaujolais Primeur. Era nato quello che da noi passa sotto il nome di Vino Novello.

E da quel momento la vasta area collinare che si trova all’estremità sud della Grande Borgogna (arriva fino alle porte di Lione) ha legato le proprie fortune all’invenzione del vino nouveau sinonimo non di vino nuovo ma di vino ottenuto con macerazione carbonica.

Non tutti sanno che i 20.000 ettari di vigneti protetti  dai monti del Beaujoais (il monte Sain-Rigaud raggiunge i 1.009 m.s.l.m.) non sono coltivati a Gamay da destinare al Nouveau ma bensì  in modo parcellare da dove si vendemmiano uve che, una volta vinificate, danno origine a vini incredibili, predisposti all’invecchiamento.

Di recente, di ritorno da un tour nella Loire, insieme ad alcuni amici enoviaggiatori, ci siamo fermati nel Beaujolais e più precisamente nella parte che ha diritto alla Classificazione Cru Beaujolais.

Moulin à Vent è lo Château che maggiormente rappresenta il miglior carattere delle uve Gamay producendo vini di particolare finezza ed eleganza. Un’autentica scoperta e rivelazione di un territorio sconosciuto se non legato alla moda del Nouveau  alimentata da imponenti campagne di marketing che hanno di fatto  nascosto, celato, offuscato le potenzialità di un vitigno, il Gamay,  che ha trovato in quel territorio la sua quintaessenza di qualità ed eccellenza.

Quando la proprietà dello  Château Moulin à Vent  nel 2009 passò a Jean-Jacques Parinet (l’attuale proprietario è Edouard Parinet), iniziò una rifondazione sia in vigna che in cantina. 70.000 viti reimpiantate, cambiamento dei  tini e delle pieces per l’affinamento: rimettere in moto il processo produttivo tecnico e di lavoro tanto da riportare Château Moulin à Vent  al prestigio di Ambassadeur de l’Appellation.

37 ettari di vigne, suddivise in sei parcelle che esprimono qualità diverse del Gamay.  Territori differenti  con suoli granitici ricchi di ossido di ferro e manganese che si trasformano in eleganza nei vini. Insomma la famiglia Parinet ha ricostruito lo Château  ottenendo vini di prim’ordine.

Siamo stati ricevuti allo Château da Edouard Parinet, propriétaire, e Morgane Chambriard addetta al marketing et communication. Dopo la  visita in vigna e in cantina era arrivato il momento della degustazione. In una sala sontuosa tra specchi, quadri e candelabri in perfetta simbiosi con l’architettura dello Château, un tavolo imperiale preparato per noi ha segnato la scoperta e rivelazione del gamay del Boujolais. Non solo.

Avendo la proprietà delle parcelle vitate chardonnay nel vicino Mâconnais (Bourgogne sud) e più precisamente nel Village Pouilly-Fuissé, inevitabile è stato l’assaggio di questo vino. Anzi ha fatto da introduzione alla scaletta prevista da Edouard e Morgane.

Pouilly-Fuissé, Vieilles Vignes 2014. Chardonnay 100%. Affinamento per 9 mesi in barriques. Paglierino sostenuto ha roteato nel calice con evidente consistenza.  Al naso un’eleganza dai dettagli aromatici coinvolgente nelle note agrumate e  leggermente ammandorlato nel finale. Al palato un carattere gustativo ricco di energia. Freschezza, sapidità sorretti dai polialcoli in evidenza al visivo. Eccellente. Voto 91/100C

hâteau Moulin à Vent 2014. Gamay 100%. L’anima dell’Appelation. Uve provenienti da tutte le parcelle aziendali.  Rosso rubino cupo. Al naso fruttati e speziati in linea in un’ ottima complessità. Versione del Gamay piacevole che si beve con slancio. Ottimo. Voto 88/100

Château Moulin à Vent Croix des Vérillats 2014. Gamay 100%. Cru proveniente da una delle parcelle dell’Appelation. Anche questo prodotto da vecchie vigne. Un rosso intenso dall’esito convincente. Frutti di bosco e spezie nel corredo aromatico. Appeal godibile con ritorni retrolfattivi fruttati. Ottimo. Voto 89/100

Château Moulin à Vent Champ de Cour 2014. Gamay 100%. Altro Cru posto ad una altitudine maggiore. Vino di polpa che rilascia vibrazioni nella beva. Più grinta che leggiadria. Comunque signorile ed elegante. Eccellente 90/100

Château Moulin à Vent La Rochelle 2014. Gamay 100%. Vecchie Vigne di 80 anni. Incantevole armonia sensoriale. Un grande vino destinato all’invecchiamento. La matrice territoriale in bottiglia. Eccellente. Voto 94/100

Château Moulin à Vent La Rochelle  2012. Gamay 100%. Sarà anche merito dei terreni, della venerabile età delle viti, ma ci siamo trovati di fronte un vino maestoso a cominciare dalla grazia dei suoi profumi fino ad arrivare alla sensualità tattile in quella che è risultata la migliore tradizionalità aziendale. Chapeau! Eccellente. Voto 95/100

Beaujolais la scoperta di un territorio dalle grandi potenzialità. Non solo Vin Nouveau, Carattere ed eleganza con la capacità di invecchiare con grazia. L’altro Beaujolais, quello vero!

Urano Cupisti