Strano destino quello del Montepulciano, vitigno dalla personalità sfaccettata quanto pochi altri in Italia

Prima, con l’esuberanza del suo grado alcolico e del colore (nonché delle quantità prodotte), provvidenziale salvatore in assemblaggio di tanti vini anche blasonati (probabilmente più di un Chianti o di un Valpolicella… et al.), troppo scarichi e sottili per esser presentabili.

Poi giustamente trasformato in vino di culto dai compianti Gianni Masciarelli ed Edoardo Valentini (in rigoroso ordine alfabetico). Entrambi, nelle rispettive specificità, hanno limitato le rese ed esplorato l’attitudine del vitigno ad esprimere le variabili dei territori, dimostrandone in modo incontrovertibile la classe. Questo sia in termini di propensione all’invecchiamento, sia di espressione di una affascinante complessità, aprendo così la strada a una serie di imitazioni, più o meno riuscite.

Sì, perché in tempi di moda dei Supertuscans e dell’uso della barrique, la lezione di Masciarelli è stata volgarizzata da un profluvio di Montepulciano surmaturi, sovraestratti, impressionanti per l’impatto gustativo, ma resi monolitici (e non particolarmente bevibili) dall’impiego smodato di legno piccolo, nuovo e molto tostato.

Un simile estremismo, e l’omologazione delle etichette che ne è derivata, ha condotto a un inevitabile e benefico riflusso. E quest’uva inafferrabile ha mostrato anche l’ALTRO carattere, comunque connaturato alla sua personalità, di inesauribile potenziale miniera di sfumature, complessità ed eleganza. In pratica, da parte di più di un’azienda (che qui non si citano per brevità, non certo per mancanza di meriti), una sorta di ritorno allo stile dell’altro patriarca del Montepulciano sopra menzionato.

Nel frattempo, il vitigno ha continuato fortunatamente a costituire anche la rassicurante fonte di vini “base” gradevoli, economici, e spesso, a parità di prezzo, dotati di molto più corpo e frutto di più di un rivale nella stessa fascia di prezzo.

La Cantina Tollo è una cooperativa dalla lunga e benemerita tradizione in questo tipo di proposte. Il suo Montepulciano d’Abruzzo DOC Biologico 2013 (http://www.cantinatollo.it/wine-rossi/biologico-montepulciano-dabruzzo-dop/) si presenta con un colore rubino di bella profondità; il naso è sulle prime un po’ compresso, il corpo del vino richiedendo un minimo di ossigenazione per dispiegare i profumi. Quando si “aprono”, prugna e ciliegia in confettura si  integrano con il caratteristico tono animale, di selvaggina, del Montepulciano.

La bocca ha polpa e frutto, anche più in evidenza che al naso; e si allunga bene, con rinfrescante acidità che alleggerisce ed evita che il tannino di buona presa si imponga con sensazioni rugose di astringenza sul finale. Un vino che ben rispecchia il carattere “ruspante” del vitigno, adatto anche a pietanze importanti, preparazioni salsate dove il tannino e l’acidità riusciranno a ripulire il palato. Montepulciano d'Abruzzo, Cantina Tollo

Riccardo Margheri