Federico Graziani

“Le mie vigne si trovano alle pendici dell’Etna, tra i 600 e i 1200 metri sul livello del mare sui versanti nord e nord-ovest. Un ecosistema unico al mondo caratterizzato da una variabilità climatica straordinaria e da un paesaggio ricco di contrasti e di vita”.

Questo il biglietto da visita che mi è stato presentato da Federico Graziani durante gli assaggi effettuati nel corso dell’evento SUMMA ’23 che si è svolto i primi del mese di Aprile a Magrè sulla Strada del Vino in Alto Adige.

Come sommelier  e miglior sommelier d’Italia 1998 ha avuto la possibilità di lavorare nella ristorazione ad alto livello al fianco di Gualtiero Marchesi, Stefano Cavallini, Bruno Loubet, Carlo Cracco, Aimo e Nadia Moroni.

Non solo  sommelier. Laurea in Viticoltura e Enologia nel 2006 e la giusta motivazione per diventare produttore.

“Non  si può capire un vino se non conosci le sue origini. Sono arrivato in Sicilia, in questo lato dell’Etna, per la prima volta nel 2006 per visitare le antiche zone di produzione locali. Volevo scoprire cosa fosse di questi vini ad attrarmi così tanto, cosa si nascondesse dietro al loro gusto distintivo e alla loro complessità aromatica”.

Federico Graziani, vitigno antico

Federico raccontava mentre preparava i vini da farmi assaggiare.

“Poi la svolta nella vita che non ti aspetti. Fu per caso che, venuto a sapere di una vigna centenaria che stava per essere spiantata nella frazione di Passopisciaro, decisi di acquistarla per impedire che un angolo di territorio così piccolo ma così ricco di storia fosse cancellato dalla mappa. Anni dopo, grazie alla collaborazione con I Vigneri, ho iniziato la produzione del mio primo vino, Profumo di Vulcano, un vino che esprime la mia volontà di condividere il valore di un’esperienza speciale, Il frutto di un incontro con le tradizioni e i sapori di una terra unica”.

I Vigneri? Chi sono?

“Per la gestione delle vigne scelsi la collaborazione con la Maestranza dei Vigneri, la prima associazione di viticoltori dell’Etna”.

La Maestranza dei Vigneri  nasce nel lontano 1435 avendo come obiettivo principale (già allora) quello di permettere alle nuove generazioni di apprendere come coltivare le vigne e come produrre vino nel territorio del più alto vulcano d’Europa. Sei secoli dopo la rinascita dell’associazione per la riconfermata necessità di produrre un vino davvero Etneo e non solo un vino prodotto sull’Etna. Partire dagli uomini autoctoni della Muntagna con i quali recuperare le antiche vigne. Uomini di tutte le età proprio come le viti dove i vecchi possono passare ai giovani i loro gesti e la loro sapienza.

Federico Graziani e i suoi collaboratori

Oggi come allora. Un lavoro lento e antico, fatto a mano con fatica, passione e rispetto.

Federico spiegami meglio il concetto di Vigna-Giardino.

“La «Vigna-Giardino»: vendemmiare anticipatamente per mantenere viva la freschezza e la dorsale nervosa del vino. Aria, Acqua, Terra e Fuoco. I quattro elementi che la caratterizzano.

  1. Esposizione alle brezze provenienti dal mare, l’altitudine elevata;
  2. Le piogge abbondanti che bagnano ogni versante dell’Etna durante tutto l’anno;
  3. Terreni diversi grazie alla complessità e all’eterogeneità del suolo di origine vulcanica, formatosi in ere differenti dallo sgretolamento di materiale eruttivo come cenere, sabbia e pomice, che conferisce ricchezza di minerali e grande fertilità;
  4. Il fuoco, venerato e temuto per la sua grandiosa bellezza, la sua forza e i suoi capricci che plasma ogni cosa, modificando il paesaggio e generando ciclicamente nuova vita”.

L’Etna è terra di vitigni antichi, come il Nerello Mascalese, il Nerello Cappuccio, l’Alicante e il Francisi per i rossi, il Carricante, la Minnella, il Grecanico per i bianchi.

Nell’azienda Federico Graziani tutti i vigneti seguono il modello tradizionale della viticoltura ad alberello, tipica del territorio etneo. Qui le piante non sono disposte in file: ognuna è un singolo individuo, posizionato a una distanza dagli altri uguale su tutti i lati e sostenuto da un palo di castagno. Più spazio per le radici, migliore irraggiamento, maggiore ventilazione e una geometria che rende più agevoli lavorazione e raccolta, ancora svolte prevalentemente a mano. Perché una vite curata e in salute dà buoni frutti. Perché il vino si fa in vigna.

Federico Graziani. I vini assaggiati

Gli assaggi

Mareneve 2020. Terre Siciliane Bianco IGT. Carricante, Riesling Renano, Gewurztraminer, Chenin Blanc e Grecanico. Fermentazione spontanea con lieviti indigeni, conversione malolattica non svolta, maturazione in acciaio sulle fecce fini per 12 mesi, e affinamento di 6 mesi in bottiglia.

Le considerazioni del produttore. Alchimia cristallina, una passione che supera ogni limite. Frutto di un’idea tanto semplice quanto audace, di piantare un vigneto a un’altitudine estrema per verificare come reagiscono i vitigni da climi freddi sul suolo vulcanico d’alta quota. Le mie considerazioni. Profilo olfattivo molto complesso, al palato tensione e grinta non mancano. Ottimo, voto 89/100; 

Etna Rosso 2020. Denominazione Etna Rosso DOC Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio Fermentazione spontanea con lieviti indigeni, maturazione in acciaio per 12 mesi, affinamento di 6 mesi in bottiglia.

Le considerazioni del produttore. Dopo l’esperienza di Profumo di Vulcano ho sentito l’esigenza di produrre un vino più accessibile, per condividere il frutto del mio lavoro con un numero maggiore di persone, intenditori e semplici appassionati. Per questo ho acquisito nuovi vigneti situati sul versante nord, all’interno dell’area di produzione della denominazione di origine, in un distretto d’eccellenza che vanta una tradizione di oltre duemila anni. È da questi terreni sabbiosi e ricchi di scheletro che nasce il mio Etna Rosso, un vino che parla la lingua della sua terra e ne incarna lo spirito. Un puro assaggio di autenticità.

Le mie considerazioni. Vino focalizzato sul frutto con un’apprezzabile tensione gustativa. Ottimo, voto 89/100;

Federico Graziani. Profumo di vulcano

Rosso di Mezzo 2020. Denominazione Etna Rosso DOC. Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Alicante e Francisi Fermentazione spontanea in tini aperti, senza controllo della temperatura e con lieviti indigeni, affinamento in acciaio per 24 mesi, 6 mesi in bottiglia.

Le considerazioni del produttore. Questo è il vino ottenuto dalle migliori uve provenienti dai vigneti centenari di Passopisciaro, nei quattro appezzamenti di proprietà della contrada di Feudo di Mezzo e rappresenta il futuro perché coinvolgerà, nelle prossime annate, anche il giovane vigneto a piede franco che si trova nel cuore della stessa celebre contrada.

Le mie considerazioni. Una tessitura setosa nonché un frutto godibile che rilascia slancio alla beva. Ottimo, voto 89/100;

Profumo di Vulcano 2020. Denominazione Etna Rosso DOC Nerello Mascalese, Nerello Cappuccio, Alicante e Francisi Fermentazione spontanea in tini aperti, senza controllo della temperatura e con lieviti indigeni, affinamento in tonneaux di primo e secondo passaggio per 24 mesi, 6 mesi in bottiglia.

Le considerazioni del produttore. Il sangue misto dell’Etna La Vigna Giardino. Un microcosmo di cultura e biodiversità. Profumo di Vulcano nasce in un piccolo vigneto risalente alla fine dell’Ottocento, circa mezzo ettaro di terreno sulle pendici settentrionali dell’Etna a 600 metri sul livello del mare, in Contrada Feudo di Mezzo, frazione di Passopisciaro, nel comune di Castiglione di Sicilia. L’altitudine e la posizione rivolta a nord offrono riparo dai forti venti di scirocco, determinando un’escursione termica estiva giornaliera di circa 28°C: sono queste condizioni particolari a garantire all’uva una maturazione più lunga, che ne arricchisce il gusto e la complessità. Le piante, alcune prefillossera e con un’età media di 100 anni, rappresentano le migliori specie autoctone etnee – Nerello Mascalese e Cappuccio, Alicante e Francisi – unite a una quarantina di piante da uve bianche presenti nel vigneto. Una vigna-giardino che è la perfetta sintesi espressiva del suo territorio.

Le mie considerazioni. La Vigna Giardino luogo ideale per vini di buona avvolgenza, dal palato sferico rifinito da un bel finale salino. Eccellente, voto 91/100.

Un gusto dalle origini antiche. Ho scelto di produrre in una zona difficile, impervia e selvaggia, che vanta però una delle più ricche tradizioni vinoviticole in Italia e in Europa. Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 2 aprile 2023

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