Non chiamatela, generalizzando, Garfagnana. Vi farete subito dei nemici.
La lunga Valle del fiume Serchio, dalla sorgente fino a raggiungere la Città di Lucca, attraversa una serie di valli che, rispettando il “sano principio del campanilismo”, è bene chiamare con i propri nomi: Alta Valle del Serchio (Garfagnana) e Media Valle del Serchio (Mediavalle) le più importanti. Quest’ultima si identifica con i territori di cinque Comuni (Bagni di Lucca, Barga, Borgo a Mozzano, Coreglia Antelminelli e Pescaglia).
La Fattoria Le Luci è una realtà vitivinicola della Mediavalle, con i propri terreni nel Comune di Borgo a Mozzano.
Fatte queste “necessarie” precisazioni cerco di raccontare la storia di questa piccola realtà che, insieme ad altre due, Macea e I Gigli, rappresentano quella realtà vinicola legata ad antiche tradizioni contadine e aiutano, con la loro presenza produttiva, a “sfatare” quel detto che vorrebbe escludere l’intera Valle del Serchio dal novero delle aree vitivinicole della Provincia di Lucca. Il famoso detto: in Garfagnana (generalizzando) non si fa vino.
La Storia, quella con la “S” maiuscola, ci ricorda che i contadini, nei secoli, hanno sempre prodotto vino, elemento primario per il loro sostentamento.
Oggi, grazie alla tenacia di personaggi come Romano Bartolai e la preparazione tecnica del figlio Anselmo (enologo), possiamo parlare di “ridefinizione aziendale” consolidando il piccolo patrimonio vitato, riqualificandolo dopo aver ristrutturato la cantina, riannodando usi e costumi di Romano e dando una modulata personalità alla proprietà.
Mediavalle come riscoperta di un serio lavoro da parte di vignaioli di talento sempre più consapevoli del valore dei propri vigneti.
Idee chiare, lavoro rigoroso e riscoperta dei vitigni autoctoni da coltivare (allevare), la Barsaglina e la Montanina, insieme ai “toscani” Sangiovese e Colorino affiancati dagli internazionali Merlot e Syrah arrivati fin qui grazie ad una deviazione della via Francigena percorsa dai pellegrini.
Alla Fattoria Le Luci, l’arrivo, fresco di studi, di Anselmo Bartolai, ha voluto dire per l’anziano padre Romano raggiungere l’agognata continuità accettando anche le novità apportate.
Le tre ore passate con Anselmo e Romano sono state quanto di più interessante, direi anche divertente, che mi potesse capitare in una visita aziendale di queste dimensioni.
I numeri
Circa un ettaro, 6.000 bottiglie che Anselmo vende direttamente, consegnandole ed intrattenendo con il cliente, sia esso un enotecaro o ristoratore, quell’antico modo che va oltre l’amicizia.
La produzione
Fermentazioni in acciaio e affinamento in barriques anche per il bianco. Ovviamente escluso il rosé.
Quattro etichette, due rossi, un bianco e un rosé.
“Con la lavorazione delle vigne e una selezione accurata delle uve, la Fattoria Le Luci punta a prodotti che rispettino le caratteristiche naturali del territorio ed esprimano la massima genuinità del vino”.
Filosofia? No, coerenza.
Alcuni assaggi
- BIANCALUCE (Igt Toscana Bianco), prodotto dalle uve di Trebbiano, Malvasia e Vermentino. Passaggio in legno. Profumato, polposo, vivace, rinfrescante. Buono, di facile beva. Voto 86/100;
- LUCINO (Igt Toscana Rosso), il vino principale prodotto da un blend di uve di Montanina e Barsaglina (vitigni autoctoni), affiancate da Sangiovese, Syrah, Colorino e Merlot. Versione di elastica piacevolezza, accompagnato da una beva di slancio. Ottimo, voto 88/100;
- ROSÉLISA (Igt Toscana Rosato), prodotto da una piccola selezione delle uve rosse al momento della vendemmia. Una delicata dedica alla moglie con una felpata fodera di frutto. Buono, voto 87/100.
Mediavalle, una sorpresa. Scoprirla sotto l’aspetto vitivinicolo aggiunge ai paesaggi quell’aspetto storico che rimanda alla vita d’altri tempi. Chapeau!
Urano Cupisti
Visita effettuata il 26 aprile 2022
Fattoria Le Luci
Borgo a Mozzano (Lu)
Cell 349 3612881
