Una scelta ponderata. Perché? Nel mio 28esimo viaggio in Champagne ho voluto ricercare quella figura di operatore che, da solo produttore di uve da conferire alle grandi Maison, ha deciso di procedere ad elaborare propri champagne, con specifiche caratteristiche atte ad esaltare le peculiarità di un micro-terroir diverso dagli altri.

Le origini

Questa storia di famiglia inizia nel 1901 a Cerseuil, parte integrante del Comune Mareuil-le-Port, posto sulla riva sinistra della Marne verso ovest. Frazione posizionata a sud del comune, in una valle anfiteatro, poco conosciuta e raggiungibile con una strada che dalle nostre parti definiremmo “strada di vicinato”.

Champagne Mansard Gilles. Insieme a Maxime

Corseuil, poche case, qualche produttore e tanta uva. Qui Benoni Mansard, oltre guadagnarsi la fama di ottimo conferitore creò le sue prime cuvée. Il pronipote, Gilles Mansard, prese in mano la tenuta familiare nel 1986 e, affiancato dai due figli Maxime e Vincent, gestisce tutt’oggi 24 ettari di vigna.

A ricevermi Maxime, quinta generazione, desideroso di trasmettere quel compimento del processo iniziato pochi anni prima, rivolto all’interpretazione del metodo “ancestrale” perpetrato dai suoi predecessori e diffuso in quella piccola valle. Un metodo chiamato “ancestrale” solo nel nome e lontano dai canoni conosciuti.

Per noi addetti ai lavori, quando usiamo il termine “ancestrale”, ci riferiamo alle prime tecniche di produzione di spumanti con la sola fermentazione in bottiglia in due tempi. Ovvero si imbottiglia il mosto parzialmente fermentato, che ha, quindi, una percentuale di zuccheri residui.

Inizia la fermentazione che viene interrotta dall’abbassamento della temperatura invernale. I lieviti ancora presenti risultano inibiti (bloccati), il vino riposa per tutto l’inverno al fresco sempre in bottiglia. A primavera, innalzandosi la temperatura, sempre in bottiglia termina la fermentazione. Ricordo la Blanquette de Limoux come riferimento.

Champagne Mansard Gilles. Maxime

Ancestrale inteso come tradizionale

Raccolta manuale delle uve, vinificazione separata sia in inox che in legno fino ad ottenere dei Vin Clair con caratteristiche coperte da segreti “atavici”.

Scelte di produzione precise: assemblaggi utilizzando anche vini di riserva di due vendemmie precedenti. Pronto il vino base inizia la rifermentazione in bottiglia con permanenza sui lieviti minimo 36 mesi, anche per il rosé.

Particolare attenzione al vino rosso da utilizzare per il rosé. Uve di Pinot Nero e Meunier provenienti da un vigneto del 1971. Altro elemento della filosofia Mansard è la decisione di utilizzare barriques senza svolgere la conversione malolattica. Preservare così il “fruttato” che contraddistingue le tre etichette prodotte.

Gli assaggi

– Cuvée ancestrale, 50% chardonnay, 20% pinot nero, 30% pinot meunier, 25% di vini di riserva di due vendemmie precedenti. 36 mesi sui lieviti. Di buona fattura. Ottimo, 89/100;

Champagne Mansard Gilles. Gli assaggi

– Blanc de Blancs millesimato chardonnay 100%. Vin Clair passato in legno. 48 mesi sui lieviti. Eccellente, 90/100;

– Rosé 65% chardonnay con 35% di vino rosso (pinot nero e pinot meunier). Un rosé particolarissimo 36 mesi sui lieviti. Ottimo, voto 88/100.

Chissà quanti altri récoltant ci sono in quella parte della Vallée de la Marne da scoprirne i segreti. Intanto ho cominciato da Mansard Gilles. Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 2 ottobre 2023

Mansard Gilles
rue de Tirvet 4, Cerseuil  (Mareuil-le-Port)
tel: 06 86042699

contact@champagne-mansard-gilles.com

www.champagne-mansard-gilles.com