Entrare a pieno diritto nel mondo delle eccellenze

Nel mio vinovagare al Vinitaly, nel padiglione Toscana, sono tornato a visitare una Azienda che è dal 2009  che seguo nella sua naturale evoluzione. Ed è sempre un piacere parlarne anche perché tutte le volte i suoi prodotti mi donano impressioni tendenti all’eccellenza.

Il Castello di Ripa d’Orcia  si trova su di uno sperone di roccia a strapiombo sull’omonimo fiume. Ci ricorda e testimonia secoli di storia medievale e rinascimentale. Nella parte verso est il declino del territorio rilascia 6 ettari di vigne e 15 ettari destinati alla olivicoltura. Si raggiungono 300 mt di altezza e la conduzione è biologica anche perché la posizione la permette senza tanti sforzi.

Ricordo quel lontano 2009 quando mi fu sottoposta una campionatura dei vini prodotti. Vini onesti ma senza anima. E dissi allora che “molto c’era da fare in vigna e in cantina”. Il cambio di mano in cantina a guida dell’enologo Lamberto Tosi fu l’inizio di quel cambiamento che, vendemmia dopo vendemmia, ha portato i vini di Castello di Ripa d’Orcia dal sufficiente al discreto, al buono, alcuni all’ottimo in attesa, da parte di Ripensis e Ripa d’Orcia, di arrivare al primo gradino dell’eccellenza, i nostri Castello di Ripa d’Orcia.

Ma vediamo l’ultimo assaggio eseguito al Vinitaly:

-       Le Piagge. Chardonnay e Vermentino. Facile beva per un bianco qualità/prezzo. Fresco e sapido con media persistenza e ritorni retro nasali fruttati. Voto Castello di Ripa d’Orcia

-       Orcia Terre di Sotto. Il Sangiovese della val d’Orcia. Uno dei vini più significativi e marcanti il territorio. Al naso i fiori e la frutta del sangiovese, al palato lo distingui per la sua carica acido-sapida con tannini giovani. Ben lontano da quel 2006 assaggiato alcuni anni fa. Voto Castello di Ripa d’Orcia

-       Ripa d’Orcia. Un blend di Cabernet Sauvignon, Syrah e una piccola parte di Merlot. Vino più importante. Già al colore si presenta quasi impenetrabile. Olfatto intenso e complesso con evidenziate ben 4/5 famiglie di profumi. Al palato piacevole con marcature balsamiche e lunga persistenza. Voto Castello di Ripa d’Orcia

-       Ripagrande Ancora Sangiovese in purezza  per affrontare un mercato più economico senza perdere la godibilità della beva. Uno di quei vini che sbalordisce in qualità/prezzo. Voto Castello di Ripa d’Orcia

-       Ripensis. Merlot in purezza. Diciamolo subito: è un grande vino. Gli manca poco per raggiungere l’eccellenza. Bel colore, rotea nel calice lasciando segni evidenti di polialcoli e glicerine. Al naso è pieno con la sua complessità di frutti di bosco, confetture, speziati e aromatici. Al palato elegante, caldo, con tannini levigati e persistente. Voto Castello di Ripa d’Orcia

Innovazione nel segno della tradizione. Quanto basta senza stravolgere i principi della conduzione agricola biologica. Filippo Rossi, il responsabile della parte vinicola e olearia, non ha fretta. I tempi prefissati sono di lungo termine. Intanto il primo traguardo è riuscito a tagliarlo: valorizzare le potenzialità del territorio raggiungendo risultati di pregio. Confermare un’interessante qualità media, superare la soglia dei Castello di Ripa d’Orcia e cercare di approdare, nel prossimo futuro con Ripa d’Orcia e Ripensis, ai Castello di Ripa d’Orcia entrando a pieno diritto nel mondo delle eccellenze.

Urano Cupisti