Una prima edizione di grande successo per il Vada Pizza Festival 2018.

La Storia conosciuta di Vada in Provincia di Livorno, oggi accogliente meta turistico/balneare, parte in Epoca Tardo Etrusco-Romana come Porto della Citta di Volterra (oggi in Provincia di Pisa), situata nell’interno su un panoramico colle. Infatti il nome “Vada” deriva dal termine Latino “vadum = approdo”.

Qui, in secoli lontani, la particolare conformazione del Terreno, piuttosto basso rispetto al livello del Mare, favorì la creazione di canalizzazioni che portavano l’acqua di Mare verso l’interno, dove poi la forza del sole provvedeva al prosciugamento: erano nate le “saline di Vada”. Ancora intorno al 754 d.C., sotto la dominazione Longobarda, documenti attestano la produzione di sale in zona.

Circa a cavallo dell’Anno Mille risulta che Vada avesse un piccolo Castello, una Chiesa dedicata a S.S. Giovanni e Paolo e la Badia Benedettina di S. Felice che in epoche successive passò alla Monache Domenicane. Dal 1079 in poi Vada subì ripetuti attacchi da parte della Flotta Genovese, ma riuscì a resistere fino al 1126 quando fu conquistata. Quarant’anni dopo Vada passò sotto il dominio di Pisa che fortificò le opere difensive; sono infatti di questo periodo le fondamenta e la parte più antica della Torre Medicea di avvistamento che ancora si erge maestosa nel centro di Vada.

Vada Pizza Festival 2018. Giorgio Dracopulos e Licia Montagnani. Foto di Luca Managlia. In alto: La Pizza è Pronta. Foto di Luca Managlia

All’epoca le Terre “paludose” del Vadese erano infestate dalla malaria e pertanto poco popolate, si arrivò a un punto che per incentivare il ripopolamento veniva esonerato chi ci veniva ad abitare dal pagamento delle tasse.

Successivamente ai Pisani, Vada passò sotto il dominio dei Fiorentini, a parte un breve periodo (1432-1433) di occupazione effettuata dalle truppe del Duca di Milano. Nel 1452 Vada fu praticamente distrutta dalle truppe sbarcate dalla Flotta del Re di Napoli. Poi tornarono anche i Genovesi, fino al 1495 quando vennero scacciati dai Fiorentini.

Bisogna arrivare alla dominazione dei Lorena (1737-1801 e poi dal 1814 al 1860) perché Vada nasca a nuova vita con il suo inserimento nel complesso delle opere per la Bonifica della Maremma. Sorsero le pinete e la linea ferroviaria per Collesalvetti, la Stazione, la fonderia e piccole industrie per la lavorazione dei prodotti della campagna insieme ad altre attività soprattutto lungo la Via Aurelia verso Cecina.

Attraverso l’unificazione dell’Italia e i decenni successivi Vada è giunta fino ai nostri giorni.

I Fiorentini ci sono sempre ma ora vengono a Vada per passere principalmente la vacanze estive, l’accoglienza e il bel Mare prospiciente fa dimenticare loro le calure della loro terra natia.

Tra le caratteristiche più particolari e positive del Luogo c’è la grande Tradizione Gastronomica di qualità sia di Mare che di Terra.

Per esempio di fronte a Vada, in Mare, c’è il Faro delle Secche di Vada, le “Secche” sono famose per essere state, attraverso i Secoli, la causa di arenamento e affondamento di moltissime navi,  ma in compenso sono un vero e proprio paradiso per la pesca: i più famosi Ristoranti Toscani, e non solo, fanno a gara per riuscire ad avere i Lupicanti (Astici) e le Aragoste qui pescate.

Proprio nella Piazza Centrale di Vada, nei giorni di Venerdì 27, Sabato 28 e Domenica 29 Luglio 2018 si è svolta la Prima Edizione del “Vada Pizza Festival”. L’Evento organizzato dalla Pro Loco ha avuto il patrocinio della Regione Toscana, della Provincia di Livorno, della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura della Maremma e del Tirreno, di Vetrina Toscana e della Confesercenti.

L’Evento è stato l’ultima tappa della nota rassegna enogastronomica “Mangia in Giro 2018” promossa dal Comune di Rosignano Marittimo.

La Pizza

La “Pizza” oggi è un successo planetario che nasce però, lontano nel tempo, da una preparazione in origine “molto povera”.

Vada Pizza Festival 2018. Divina Vitale, Vincenzo Pagano, Marco Gemelli e un Pizzaiolo Napoletano. Foto di Luca Managlia

L’impasto con cui si produce il pane o altre forme di lievitati è uno dei cibi più antichi dell’umanità. Attraverso i millenni al pane, e agli altri derivati, sono stati aggiunti diversi ingredienti per conferirgli diversi e particolari sapori. Alcuni Archeologi Italiani e Francesi hanno trovato in Sardegna tracce di un tipo di pane risalente a circa 3000 anni fa. Da tale ritrovamento si evince che le popolazioni locali avevano già la conoscenza dell’uso del “lievito”. Ovviamente anche in tutte le altri parti del Mondo, dove si sono sviluppate Civiltà Antiche, sono stati ritrovati resti che indicano le loro capacità di specifiche preparazioni.

Ma la “Pizza” come la conosciamo noi, è assolutamente una invenzione Italiana, anzi, più specificatamente, è frutto di quella straordinaria e particolare capacità inventiva che può nascere solo nella magnifica Città di Napoli.

Circa nella prima metà del 1700 il “Re degli ortaggi”, il Pomodoro (Solanum Lycopersicum), importato dalle Americhe in Europa nel 1540, dal navigatore e condottiero Spagnolo Hernan Cortés Monroy Pizarro Altamirano (1485-1547), che fino a poco tempo prima era considerato velenoso e pertanto usato solo come pianta ornamentale, venne usato per arricchire la “Pizza” fino allora bianca.

Certa invece è la data di nascita, a Napoli, di quella che è considerata la prima e più antica Pizzeria del Mondo. Infatti nel 1738 aprì i battenti, nel centro della Città, un Forno denominato “Port’Alba”. Il Forno produceva pizze e altro, in forni (rivestiti con pietra lavica del Vesuvio) a legna, solo per la vendita ambulante, anche con un particolarissimo metodo a credito denominato “Pizza a Otto” che permetteva agli acquirenti, i più poveri, di ritardare il pagamento fino a otto giorni dal consumo.

Solo nel 1830, dopo decenni in cui la sua produzione aveva raggiunto la fama non solo a Napoli, “Port’Alba” si trasformò in una vera e propria Pizzeria con i tavoli e il servizio diretto al pubblico.

Nei decenni successivi la “Pizza” si è diffusa in Italia e nel Mondo diventando una forma di cibo comunitario simbolo della condivisione con un linguaggio potente, universale e senza età.

Ma non tutte le “Pizze” sono uguali e non tutte sono prodotte nel modo giusto con prodotti di qualità. A conferma del “vero metodo di produzione” di questo straordinario manufatto alimentare, il 7 Dicembre 2017, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (Unesco) ha riconosciuto “l’Arte del Pizzaiolo Napoletano” come “Bene Immateriale dell’Unesco e Patrimonio Culturale dell’Umanità”.

Ma torniamo alla Prima Edizione del “Vada Pizza Festival 2018”.

La Centrale e accogliente Piazza Garibaldi è stata specificatamente ben attrezzata per l’Evento. Oltre ai molti stand con specialità alimentari e non, c’erano tre grandi Forni “Neapolis” da Pizza prodotti e forniti dalla Ditta Moretti Forni.

Vada Pizza Festival 2018. Associazione Pizzaiuoli Napoletani. Foto di Giorgio Dracopulos

L’Associazione Pizzaiuoli Napoletani era presente, in forze, con il suo Vicepresidente Gianluca Pirro e tre squadre, ognuna composta da tre Pizzaioli, per la gestione dei Forni sopracitati.

Un particolare ringraziamento all’amico Giornalista Vincenzo Pagano, Direttore ed Editore di “Scatti di Gusto”, uno dei principali “Web Magazine” Italiani sul cibo e molto altro, che ha perorato e organizzato la presenza dei Maestri Pizzaioli Napoletani, con le attrezzatura, e la partecipazione di Aziende prestigiose (fornitrici delle materie prime) come la “Latteria Sorrentina” e “Mulino Caputo”.

Nella tre giorni dedicata alla “Pizza” molti sono stati gli incontri didattici e gli “Show Cooking”.

Il Sottoscritto, Giorgio Dracopulos, in qualità di Critico Enogastronomico ha avuto l’onore e il grande piacere di presentare gli Eventi Gastronomici del Festival.

Giurie composte da giovanissimi, da illustri Personaggi e Giornalisti specializzati del Settore hanno valutato la bontà delle “Pizze” preparate appositamente dai professionali Pizzaioli Napoletani, dai bravissimi e famosi Pizzaioli del Territorio come Antonio Polzella (Ristorante/Pizzeria La Ventola) e Giovanbattista Norfini (Pizzosteria La Cambusa). Infine, la Domenica, il Maestro Giovanni Santarpia ha chiuso l’Evento preparando la sua idea di “Pizza per l’Estate di Vada 2018” (Crema di piselli, gamberoni marinati all’arancia, lardo, pecorino romano e scorza di limone).

Alle Giurie Giovani hanno partecipato ragazze e ragazzi del “Vada Calcio”, della “Ginnastica Artistica” e della “Ginnastica Ritmica” di Rosignano Solvay e del “Circolo Velico Pietrabianca”. Sono intervenuti come Giurati/Ospiti il Cuoco Scrittore Paolo Ciolli, il Naturista Dott. Federico Calzolarii Giornalisti Divina Vitale, Elisa PoliMarco GemelliVincenzo Pagano e Luca Managlia che ha fatto anche moltissime belle foto della Manifestazione.

Vada Pizza Festival 2018. Premiazione e Ringraziamenti. Foto di Giorgio Dracopulos

L’Agenzia specializzata “Superior ADV”, di Marco Provinciali e Andrea Leonardi, di Livorno, è stata di supporto per l’organizzazione e la comunicazione del  “Vada Pizza Festival 2018”.

Un folto pubblico ha “invaso” Piazza Garibaldi nei tre giorni dell’Evento e sono state sfornate per loro più di tremila Pizze. Ovviamente le Pizze sono state accompagnate da molta birra tra cui i vari tipi di buona Birra Artigianale Gilac distribuiti dalla Pizzeria Il Cavaluccio Marino, di Fabio Malenotti e suo Figlio Davide, in qualità di partner del Festival.

La Domenica, in tarda serata, sul grande palco, c’è stata la Premiazione e i Ringraziamenti.

Roberto Creatini, Presidente della Pro Loco di Vada, ha ringraziato oltre a tutti gli Ospiti, gli Sponsor, tutti i partecipanti e anche i molti volontari Vadesi che si sono prestati per l’organizzazione del Festival

Per il Comune di Rosignano Marittimo, l’Assessore al Turismo Licia Montagnani, anche a nome del Sindaco Alessandro Franchi, oltre ai ringraziamenti ha espresso anche tutta la sua soddisfazione per il grande successo di questa Prima Edizione del “Vada Pizza Festival 2018”.

Giorgio Dracopulos

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