Caffè del Verone. Il peposo. ©Giorgio Magini Fotografo 2023

Caffè del Veróne a Firenze: piacevole e molteplice accoglienza con un panorama magnifico e suggestivo.

La bellissima Città di Firenze è il Capoluogo dell’altrettanto splendida Regione Toscana ed è anche quello straordinario concentramento storico/culturale a cielo aperto che tutto il Mondo ammira.

Per elencare tutte le meraviglie che si possono trovare a Firenze ci vorrebbe un’enciclopedia composta da innumerevoli tomi, ne cito solo una sita in pieno Centro che ogni anno è meta di milioni di Turisti e ben le rappresenta tutte: Il Duomo.

Il Duomo di Firenze, ovvero la Cattedrale Metropolitana di Santa Maria del Fiore, si trova in Piazza del Duomo e quando fu completato e consacrato nel 1436 era la più grande Chiesa del Mondo, oggi è la terza in Europa dopo San Pietro a Roma e San Paolo a Londra. Il corpo della Basilica è a tre navate, unito a un’enorme rotonda triconica che sorregge quell’immenso capolavoro ingegneristico che è la Cupola del Brunelleschi: la più grande Cupola in muratura mai costruita. E non basta perché la Cattedrale ha accanto il Campanile di Giotto e di fronte il Battistero di San Giovanni.

Proprio alle spalle della Cattedrale, sulla sinistra, c’è Via dei Servi, una delle strade più antiche di Firenze, circa 500 m. tra Palazzi antichissimi e bellissimi, che arriva in Piazza della Santissima Annunziata.

Caffè del Veróne a Firenze. La Vista del Duomo. Foto di Giorgio Dracopulos

Piazza della Santissima Annunziata, le cui notizie certe si hanno già a partire dalla seconda metà del XIII Secolo, è dominata dalla “Basilica della Santissima Annunziata” principale santuario mariano e uno degli edifici sacri più importanti di Firenze oltreché Casa Madre dell’Ordine dei Servi di Maria. Pur definitasi nel corso di svariati secoli Piazza della Santissima Annunziata mostra oggi carattere unitario ed è tra le piazze Fiorentine quella che meglio esprime il fascino e gli ideali della Città Rinascimentale.

La Piazza ha grande armonia stilistica è Porticata su tre lati e ha due Palazzi gemelli sul quarto che incorniciano la stupefacente vista sulla “Cupola del Brunelleschi” attraverso la rettilinea Via dei Servi. Al centro della Piazza si trova il Monumento Equestre a “Ferdinando I de’ Medici” realizzato dagli Scultori Giambologna (pseudonimo del Fiammingo Jean de Boulogne 1529 – 1608) e dal Carrarino Pietro Tacca (1577 – 1640), mentre più arretrate, in posizione simmetrica, sono collocate le due “Fontane dei Mostri Marini”, veri capolavori, realizzate dal Tacca con la collaborazione degli allievi Bernardino Radi e Francesco Maria Bandini.

Entrando in Piazza della Santissima Annunziata da Via dei Servi sulla destra si erge imponente e magnifico un Palazzo denominato “Spedale degli Innocenti”. Il Palazzo risale ai primi anni del XV Secolo e fu il primo “Orfanotrofio” Europeo e anche il primo edificio in Stile Rinascimentale.

La “Corporazione dell’Arte della Seta” venne incaricata della costruzione dell’Ospedale di Santa Maria degli Innocenti partendo da una donazione di mille fiorini che un ricco Mercante, Francesco Datini, volle dare allo scopo di assistere i bambini abbandonati. Nel 1419 la Corporazione affidò al Fiorentino Filippo di Ser Brunellesco Lapi (Filippo Brunelleschi 1377 – 1446), la progettazione dell’Edificio e lui si ispirò ai modelli classici che aveva avuto modo di vedere e studiare a Roma.

La “ruota” dei trovatelli

Filippo Brunelleschi è stato il primo Architetto e Progettista dell’Età Moderna oltre ad essere Ingegnere, Scultore, Matematico, Orafo e Scenografo, un vero mito del Rinascimento.

L’Ospedale (all’epoca detto anche Spedale) venne inaugurato il 5 Febbraio del 1445 con l’ingresso della prima neonata, alla quale venne dato il nome di Agata Smeralda, in onore della Santa del giorno. Sotto le Logge dello Spedale è ancora visibile la celebre “ruota” (abolita nel 1875 con l’istituzione dell’Ufficio di Consegna) dove era possibile abbandonare anonimamente i neonati facendoli entrare in una cavità che si apriva girando appunto la ruota di legno. Ai trovatelli veniva assegnato il cognome “Innocenti”, ancora oggi diffuso a Firenze.

Caffè del Veróne a Firenze. Vista Esterna. Foto di Giorgio Dracopulos

La struttura offriva accoglienza a bambine e bambini, al loro arrivo venivano affidati alle cosiddette “balie di casa” per poi essere consegnati a balie di campagna, retribuite per allattarli. Terminato lo svezzamento, alcuni di loro restavano con la nuova famiglia, altri rientravano agli Innocenti. I bimbi maschi ricevevano un’istruzione di base per poi essere mandati nelle botteghe ad apprendere un mestiere.

Dal 1552 al 1580, il Priore Vincenzo Borghini realizzò un innovativo progetto educativo che prevedeva per loro lo studio della musica e della pittura, oltre che l’insegnamento dell’abaco. Alle bambine, che imparavano appena a leggere e scrivere, veniva invece insegnato a cucire e tessere. Spesso andavano a servizio presso una famiglia per costruirsi la dote col salario. Nel XVII secolo venne creato un luogo attrezzato con i telai per permettere alle ragazze di lavorare all’interno della struttura.

Oggi l’Ospedale di Santa Maria degli Innocenti ospita il Museo, alcuni uffici dell’Unicef (Office of Research – Innocenti), la Biblioteca Innocenti Library “Alfredo Carlo Moro” specializzata nei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, e continua ancora con tutte le strutture necessarie la sua tradizionale funzione per cui è stato fondato. L’Ospedale degli Innocenti è un capolavoro di architettura che unisce funzionalità e bellezza, eleganza e simmetria: una “reggia per bambini”, come la definì l’Architetto Giovanni Michelucci. Percorrere gli spazi di questo antico luogo di accoglienza consente al visitatore di immergersi in una realtà storica unica al Mondo.

Caffè del Veróne a Firenze. Vista Interna. Foto di Giorgio Dracopulos

All’ultimo piano del “Museo degli Innocenti” c’è una splendida terrazza incorniciata all’interno di un magnifico e panoramico Loggiato Quattrocentesco che si affaccia su Firenze con una inusuale vista sul Duomo e sul Centro della Città, anticamente era adibita a stenditoio oggi vi è ubicato il “Caffè del Veróne”.

Il Caffè del Veróne

Il “Caffè del Veróne” da pochi Mesi ha una nuova gestione, infatti è stato rilevato dal Gruppo Elior Ristorazione SpA, un’importante Multinazionale Francese Leader della Ristorazione con oltre 10.000 Collaboratori e 2.000 Ristoranti Aziendali in tutta Italia.

Il Locale è ampio, comprende uno spazio interno, arredato in modo luminoso e contemporaneo, racchiuso da grandi vetrate, e la parte all’aria aperta sotto il Loggiato. In entrambi i casi, si gode sempre della infinita bellezza di Firenze. Con la nuova Gestione è stata ampliata l’offerta gastronomica, finora limitata a colazione, spuntini e aperitivi, a cui ora si aggiunge anche la ristorazione.

Caffè del Veróne a Firenze. Giorgio Dracopulos e Adriana Melani. Foto di Giorgio Dracopulos

Alla guida della Cucina del “Caffè del Veróne” c’è la brava ed esperta Executive Chef Adriana Melani.

Adriana è Toscanissima, è nata nei verdeggianti e panoramici contesti della Catena Montuosa del Montalbano a Carmignano in Provincia di Prato, crescendo in una Famiglia dove la buona cucina tradizionale era di Casa. Adriana è sempre stata anche da giovanissima un Donna di carattere, infatti a solo 14 anni finite le Scuole Medie andò da suo Padre dicendo: “voglio il motorino”. Suo Padre rispose che avendo detto “voglio” non sarebbe stata accontentata, ma Lei non si arrese e decise immediatamente di voler entrare a lavorare in alcune Cucine di locali conosciuti per poter guadagnare ed essere più indipendente. Ebbe inizio così la sua carriera di Chef.

A soli 18 anni Adriana Melani aveva già due Ristoranti di successo, sempre nel territorio di Prato, che ha tenuto fino all’avvento dell’euro. Successivamente per 14 anni ha portato avanti la Cucina della mitica Villa Medicea di Artimino (PO), chiamata anche la Ferdinanda o “Villa dai cento camini”. Poi sono seguite altre positive esperienze in Ristoranti di Milano e della Provincia di Pistoia.

La Chef Adriana Melani ha portato al “Caffè del Veróne” tutta la curata saggezza della sua affidabilissima e solida Cucina Tradizionale Fiorentina e Toscana, sia di Terra sia di Mare, realizzata con particolare attenzione all’uso di materie prime di buona qualità seguendone la stagionalità.

La degustazione

Il Menu comprende comunque anche attente proposte vegetariane e vegane che possono accontentare anche i palati più particolari. I dolci sono “fatti in casa” come tutte le prelibatezze per gli altri momenti della giornata, dalla colazione alla merenda, fino ad arrivare all’aperitivo serale. La Carta dei Vini ha una discreta selezione di Etichette di Vini Bianchi, Rossi e Rosati, principalmente Toscani, oltre a Bollicine Nazionali e Champagne.

Caffè del Veróne. Pici al ragù. ©Giorgio Magini Fotografo 2023

Eccoci giunti alla degustazione fatta accompagnata oltreché dal “Cocktail di Benvenuto” dai seguenti Vini: – Spumante Gran Cuvée Rosé “Grani di Nero” Merotto – “Sassocupo 2020” Chianti Superiore DOCG di Buccia Nera – “Vin Santo del Chianti” dell’Azienda Agricola Silla.

Sono state servite le seguenti portate: – Flan di broccoli su fonduta di pecorino – Pici al ragù di carni bianche – Peposo, accompagnato da polenta calda e patate rifatte alla Toscana – Innocenti delizie (Dolce alle nocciole con panna, nocciole e caramello).

Caffè del Veróne. Flan di Broccoli. ©Giorgio Magini Fotografo 2023

La Cucina della Chef Adriana Melani è sincera, gustosa e molto buona.

Il Servizio di Sala è stato svolto da una giovanissima Brigata di Sala guidata dall’altrettanto giovane Maître Antonio Liaci.

Il “Caffè del Veróne”, ubicato splendidamente, è in grado di offrire ai propri Clienti un’ampia offerta che varia a seconda dei momenti della giornata. Il Locale è aperto tutti i giorni dalle ore 10 alle 21.30 ed è da sottolineare che è accessibile a tutti, anche a chi non ha il biglietto del Museo.

Caffè del Veróne. Innocenti Delizie. ©Giorgio Magini Fotografo 2023

Al “Caffè del Veróne”, all’ultimo Piano del Museo di Santa Maria degli Innocenti a Firenze, ho trovato una piacevole e molteplice accoglienza godendomi un panorama magnifico e suggestivo.

Giorgio Dracopulos

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