Non è semplice per un assaggiatore-comunicatore, quello che poi spiegherà agli altri l’andamento dell’ultima vendemmia, rilevare i valori di quanto le vigne hanno prodotto e il percorso non ancora terminato in cantina esclusivamente dai saggi dei campioni: i cosiddetti campioni di botte.
Che possono essere prelievi da vasche in affinamento o da botti di qualsiasi dimensione appena terminata la fermentazione batterica e l’inizio del breve, medio, lungo affinamento che porterà il vino sulle nostre tavole o, in alcuni casi, nell’olimpo riservato ai “grandi”.
E mai evento vinicolo come il Chianti Classico Collection, quello del Gallo Nero, presenta tanti campioni di botte all’esame dei “nasi” pronti a giudicarli.
Alla Stazione Leopolda di Firenze ormai ci conosciamo. I soliti saluti e da subito concentrati e pronti nelle nostre postazioni per iniziare il valzer degli assaggi ben orchestrati (chi conosce la musica sa a cosa mi riferisco) dai sommeliers dell’Ais Toscana.
Uno sguardo all’elenco delle Docg 2017 (ultimo anno), qualche Docg 2016 e 2015 (processi fermentativi un po’ più lunghi), Docg Riserva 2016, 2015 e una del 2013 (Losi Querciavalle) ed infine le Docg Gran Selezione (che tanto continuano a far discutere) vendemmia 2016.
Come sempre necessita ricordare, per chi legge e non ne è a conoscenza, cosa sia il Chianti Classico (quello contraddistinto dal Gallo Nero), cosa rappresenta in particolare nei numeri.
È una Docg (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) compresa in un territorio della Toscana Centrale costituita in parte da Comuni della Provincia di Firenze e in parte da quella di Siena.
Superficie vitata 10.000 ha, vitigni consentiti Sangiovese minimo 80% e altri vitigni autoctoni e/o internazionali autorizzati nella misura massima del 20%. Produzione media annua in bottiglie 35/38 milioni. Esportato, nel mondo, in circa 130 paesi. (Dati forniti nel 2019 dal Consorzio costituito da ben 510 soci).
Altro dato che poi ci fa riflettere è l’incidenza delle esportazioni nei singoli Stati esteri.
Il mercato nazionale assorbe solo il 23% lasciando ben il 34% al mercato statunitense e l’11% a quello canadese, in particolare in quell’area “francofona” legata ai vini dell’ex madre patria.
Incredibile ma vero: solo il 2% quanto risulta assorbito dal mercato cinese (qui inevitabile il dibattito se le forme di “penetrazione” in quel mercato siano giuste o da rivedere).
Comunque nell’insieme sono numeri da brivido che assumono una particolare rilevanza nei confronti degli assaggiatori caricando gli stessi di responsabilità nei giudizi.
Torniamo alla vendemmia 2017, la vera anteprima.
La vendemmia 2017
Riporto quanto suggerito dal Consorzio sull’andamento 2017:
Produzione totale: hl. 206.000, riduzione di circa 27% rispetto all’anno precedente, il quantitativo più basso degli ultimi 40 anni.
Andamento stagionale: Il 2017 ha messo a dura prova i nostri viticoltori. È stato infatti uno degli anni più siccitosi degli ultimi decenni. Solo nei primi giorni di settembre si sono verificate alcune piogge, non molto abbondanti, ma sufficienti ad interrompere quel calore che orami da tempo stava mettendo a dura prova i vigneti e le uve, piogge tardive ma comunque utili per far sì che il processo di maturazione delle uve potesse completarsi nel migliore dei modi.
Per fronteggiare questa anomala situazione meteorologica mai come in questo anno è stato fondamentale porre grandissima attenzione alla conduzione del vigneto.
A fronte di una riduzione importante della qualità prodotta, a livello qualitativo i vini del 2017 rivelano, dai primi assaggi, piacevoli sorprese. Già dal colore danno ottime sensazioni, perché in generale, ci troviamo di fronte ad intensità e tonalità molto interessanti, vivaci e profonde.
Questa l’indicazione dei produttori. In parte, come sempre, è risultata vera con campioni che hanno rilasciato piacevoli sorprese.
Gli assaggi
E non posso che concordare con quanto indicato nello specifico che ho ritrovato nei miei assaggi.
“Già dal colore danno ottime sensazioni, perché in generale, ci troviamo di fronte ad intensità e tonalità molto interessanti, vivaci e profonde. Note particolarmente gradevoli si ritrovano anche nel profilo aromatico che risulta, al momento, molto intenso, vario con importanti note fruttate. Al gusto i tannini sono generalmente ben maturi e morbidi. Complessivamente quindi un’annata molto piacevole che, nonostante gli scetticismi iniziali, ha prodotto vini di qualità che fanno ben sperare anche per una loro futura evoluzione”.
I miei preferiti
Vendemmia 2017 Docg
Badia a Coltibuono
Brancaia
Fèlsina
Monteraponi
Podere La Cappella
Tenuta di Arceno
Tenuta di Nozzole
Vendemmia 2016 Docg
Casa Sola
La Montanina
Vignavecchia
Vendemmia 2016 Riserva
Castello di Meleto Vigna Poggiarso
Istine Levigne
Monteraponi Il Campitello
Urano Cupisti