Le due ore passate con la Famiglia Marini durante il primo giorno di “Cantine Aperte” sono state quanto di più interessante mi potesse capitare durante un assolato pomeriggio nella prima periferia di Pistoia. Città nota per i numerosi vivai di piante piuttosto che per l’allevamento delle viti.
Lo “spirito e conduzione” familiare dell’azienda l’ho capito subito dall’accoglienza. Semplice, genuina, misurata. Gli appassionati come me capiscono il fascino vero contadino nelle mosse, nei riti dell’accoglienza.
La visita in cantina, ciò che rimane della Villa Paternino distrutta durante la 2° guerra mondiale, è stata il rilevare l’interesse, la passione, la partecipazione di Fabio Marini, uno dei figli di Giuseppe, con mansioni di cantiniere. Racconti del riferimento geologico delle terre, dei tipi di vinificazioni effettuate, l’utilizzo alternato di vasche di cemento con botti di legno di diverse capacità.
Lo sguardo alle vigne intorno alla Villa ricostruita ancora abitata dalla Famiglia.
Vigne gestite in regime di lotta ragionata nella tutela dell’ambiente per la produzione di ottimi vini in quel contesto di territorio (il territorio del Comune di Pistoia), che non ti aspetteresti mai.
Sarà l’investitura mediatica (già iniziata) che consacrerà l’Azienda Marini Giuseppe tra le aziende vitivinicole di pregio.
Guide prestigiose e Concorsi si sono già accorti di alcuni prodotti della gamma che hanno la stoffa dell’eccellenza. E premi, diplomi di merito sono cominciati a piovere elevando alcuni prodotti come il Vin Santo del Chianti Doc Riserva, vino passito della tradizione toscana.
Sara, l’altra figlia di Giuseppe, addetta alla commercializzazione ed accoglienza, mi ricorda le strategie di mercato, i numeri aziendali, la continua crescita.
“Il carattere dei vini Marini sono una scommessa sospesa nel tempo”. La fermezza che preclude l’eleganza, lo stile dei vini rispettoso del terroir.
Il momento della degustazione era arrivato. Sara non si è limitata ad un percorso di presentazione della gamma aziendale. Ha voluto coinvolgere intorno ad un tavolo preparato per l’occasione nella “vinsantaia” il padre Giuseppe per i racconti delle vendemmie, il fratello Fabio per le notizie fermentative e di affinamento, il Prof. Giacomo Buscioni per la descrizione del territorio e i particolari cloni dei vitigni utilizzati e il sommelier Angelo Laino, delegato Fisar Pistoia, per il racconto sensoriale dei vini nei calici.
GLI ASSAGGI
Savium (bacio appassionato) Bianco di Toscana Igt 2017. Pinot Bianco 45%, Chardonnay 45%, Sauvignon Blanc 10%.
Note aziendali: affinamento su fecce fini per alcuni mesi in vasche di cemento.
Mie considerazioni: autentica originalità per questo bianco che brilla per purezza floreale, frutto e freschezza. Ottimo, voto 88/100
Chianti Docg vendemmia 2016. Sangiovese “pistoiese” 100%.
Note aziendali: fermentazione spontanea in vasche di cemento dove effettua tutto il percorso fino all’imbottigliamento.
Mie considerazioni: complesso e fitto mosaico fatto di energia, intensità, complessità e persistenza. Ottimo, voto 88/100
Chianti Docg Riserva 2015. 90% Sangiovese e 10% di Merlot.
Note aziendali: 24 mesi tra vasca di cemento e affinamento in barriques.
Mie considerazioni: trasuda austera ed aerea finezza con continui richiami fruttati e speziati. Veste per nulla scontata. Ottimo, voto 89/100
Birbante Rosso di Toscana Igt vendemmia 2016. Sangiovese 60% e Merlot 40%.
Note aziendali: Sangiovese in vasce di cemento e Merlot in barriques per 6 mesi.
Mie considerazioni: Rosso veramente “birbante” nella tradizione toscana. Lo stile Marini per il sangiovese e il legno per il merlot che insieme danno una sfericità che ben si armonizza con l’ottenimento dell’eleganza. Ottimo, voto 89/100
Chianti Doc vendemmia 2000. Sangiovese 100%. Che dire, quasi blasfemo! Incredibile in tutte le sue sfaccettature. Il vero “principe” degli assaggi. Eccellente, voto 90/100
Vin Santo del Chianti Doc Riserva vendemmia 2012. Trebbiano Toscano, Malvasia del Chianti.
Note aziendali: Appassimento per almeno tre mesi, fermentazione del mosto in piccoli caratelli di castagno e rovere per almeno tre anni. Assemblaggio dei caratelli in vasche per circa un anno per poi passare in bottiglia un altro anno raggiungendo minimo cinque anni prima di essere messo in commercio.
Mie considerazioni: naso ricchissimo con i classici richiami dei passiti. Al palato avvolgente e carico ben sostenuto dalla vena della freschezza. Eccellente, voto 92/100
Azienda vinicola Marini Giuseppe: Ritrovare costantemente nei vini precisione e finezza. Chapeau!
Urano Cupisti
Assaggi effettuati il 26 maggio 2018
Società Agricola Marini Giuseppe
Via B. Sestini 274
Pistoia (Pt)
Tel 0573 451162