Tutto ebbe inizio con l’Olio tanti, tanti anni fa. Fu Francesco Bertolli ad avviare il business vincente. Dall’apertura di quel piccolo negozietto di alimentari nel centro di Lucca all’esportazione del suo pregiato olio negli Stati Uniti grazie alla comunità “Lucchesi nel Mondo”.

Negli anni ’50 fu lo stesso Francesco Bertolli, con un lungimirante spot di alto marketing ad introdurre le bottiglie di vetro (un vetro speciale studiato ad hoc) con lo slogan “ compra ciò che vedi”. E la lucchesia diventò terra di eccellenza per l’olio extravergine d’oliva.

E il vino? Nessuno dei contadini-vignaioli di allora pensava di uscire da quella piccola produzione ritenuta non remunerativa. Vino in damigiana da condividere con qualche amico. Poi il lento passaggio dal vino del contadino a quello “bono” fino alle eccellenze di oggi.

La consapevolezza di un territorio unico, mix perfetto di sedimenti minerali marini e ceneri vulcaniche.

Villa Santo Stefano, insieme all’enologo Alessio Farnesi

“Non c’è dunque da stupirsi che Wolfgang Reitzle abbia deciso, dopo accurate analisi del terreno, di trasformare il piccolo e raffinato vigneto davanti la sua casa di vacanza (guarda caso ex Villa Bertolli), in una azienda vinicola davvero pregiata: Villa Santo Stefano”. Così mi ha accolto per la terza volta (lo ammetto: sono recidivo) Petra Pforr, responsabile marketing ed eventi. E come la prima volta mi ha ricevuto come un amico di famiglia e questo, devo ammettere, non ha prezzo.

Insieme a Petra il “confidente di vino” Alessio Farnesi, enologo cresciuto in questa realtà.

 “Questo luogo è un gioiello. Villa Santo Stefano mi regala la gioia di vivere, amore e gratitudine” Nina Ruge. Come darle torto. Appena varcato il cancello ti trovi catapultato in una realtà dove respiri a pieni polmoni la Lucchesia, i suoi panorami immersi nella quiete collinare, rifugio da molti anni di poeti, narratori, registi, attori. Un motivo ci sarà! E la Famiglia Bertolli ha consegnato ha consegnato a Wolfgang Reitzle e Nina Ruge questo patrimonio naturale per attendere “i cento anni” della famosa frase del Signor Wolfang: “Per la produzione del proprio vino vale che solo i primi cento anni sono difficili”.

L’avventura di Wolfgang Reitzle e Nina Ruge ha avuto inizio nel 2001 quando, insieme alla Villa, ha acquistato alcuni oliveti ed un vigneto di circa un ettaro. Per ragioni legati al marchio Bertolli, ceduto ad una multinazionale di prodotti alimentari, Wolfgang e Nina hanno ribattezzato la villa in onore della pittoresca pieve del IX secolo che si trova nelle immediate vicinanze. Così è nata Villa Santo Stefano.

Villa Santo Stefano, il logo

I numeri

Una diecina di ettari  posti ad una altezza collinare mediamente sui 250 metri s.l.m. con una produzione di 45.000 bottiglie annue tra rossi e bianchi nonché 2500 litri di olio extravergine di oliva. Quest’ultimo nella tradizione del Sor Francesco, il bottegaio di Lucca, quello che c’ha l’olio “bono”.

Villa Santo Stefano, cemento

La visita alla cantina

Moderna, ordinata, tecnologicamente all’avanguardia con quel pizzico di scenografia che non disturba. Il luogo di lavoro che apre la mente alla partecipazione, dedizione e perché no, alla passione per questo lavoro.

Gli assaggi

Sei assaggi per cinque etichette particolarmente creative nella veste grafica.

LE ALI. Urano hai notato che sull’etichetta di quattro dei nostri vini, il Rosé LUNA, i rossi SERENO e VOLO, il bianco GIOIA, compaiono le ali di un angelo? Hai fatto attenzione alle numerose statue che sono presenti nei giardini della villa? Sono tutte alate. Le ali come segno distintivo aziendale.

LOTO. Il nome è un chiaro riferimento al fiore di loto e la spiegazione di questa scelta sta in un avvenimento che ha davvero del magico. Nel laghetto di ninfee in posizione protetta ai margini di un boschetto, erano cresciute una qualità che raggiungeva il mezzo metro di altezza. Gigantesche opere d’arte di un colore rosa intenso, con un pistillo giallo acceso al centro. Come non chiamare il vino di maggior prestigio, un’opera d’arte a quella presente nel parco?

Luna di Villa Santo Stefano Rosé Igt Toscana 2020. Sangiovese lucchese 50% e Merlot 50%. Colore provenzale che affascina. Fresco e pulito al gusto. Ottimo. Voto 88/100;

Gioia di Villa Santo Stefano 2020 Igt Bianco Toscana. Vermentino al 100%. Leggera macerazione di qualche ora prima della vinificazione in bianco. La fermentazione, dura dai 15 ai 20 giorni. Si avvale della tecnologia più innovativa: il processo avviene infatti in vasche di acciaio a temperatura controllata. Una “gioia” berlo. Ottimo 88/100;

Villa Santo Stefano. Gli assaggi copia

– Sereno di Villa Santo Stefano Doc Colline Lucchesi 2018. Sangiovese 80%, Canaiolo, Ciliegiolo, Colorino 20%. Tipico “rosso” lucchese affinato per 12 mesi in botte grande. Intense folate fruttate e balsamiche. Corpo avvolgente, strutturato. Trama tannica austera. Ottimo, 89/100;

Volo di Villa Santo Stefano 2019. Un nuovo vino voluto per una facile beva. Petit verdot 40%, Cabernet Sauvignon 40% e Alicante Boushet 20%. Se pur i vitigni siano considerati adatti a vini di corpo da invecchiare, è la conduzione in cantina che ne addomestica l’irruenza arrivando ad un “vino quasi da pasto”. Fermentazione in inox e cemento grezzo. Un vino in costruzione. Buono, voto 86/100;

Loto di Villa Santo Stefano Igt Toscana 2017. Cabernet Sauvignon 50%, Merlot 40%, Petit Verdot 10%. Il CRU aziendale.  Per ogni vite vengono selezionati non più di quattro grappoli, il processo di fermentazione dura 12 giorni. L’affinamento dura, a seconda della tipologia di uva e dell’annata, dai 12 ai 18 mesi ed avviene in pregiate barrique francesi, in una barriccaia a temperatura (15°C) e umidità (83%) controllate.

Al termine dell’affinamento viene composta la cuvée e viene quindi imbottigliato. Riposa ulteriormente 6 mesi in cantina. Ampio e molto intenso all’olfatto. Profondo e accattivante. Intense note di viole appassite e un fruttato inebriante. Cenni vegetali e balsamici. Chiude con dolcezze palpabili. Al palato morbido e gradevole, equilibrato con una persistenza infinita. Complimenti Alessio. Eccellente, voto 91/100;

Loto 2018. Un percorso in cantina diverso per l’affinamento di un diverso assemblaggio che vede un aumento di Cabernet Sauvignon (60%), una diminuzione di Merlot (30%), stessa percentuale per il Petit verdot (10%): 14 mesi in barriques e 6 mesi di cemento. Al momento in ulteriore affinamento in bottiglia. È un vino “in costruzione”, da sviluppare. Mi sono chiesto: darà i risultati della 2017? Non sono stato capace di rispondere. Alessio ci crede.

Villa Santo Stefano, i vigneti

La leggera rugiada della notte, il sole splendente del giorno e la lieve altitudine (250 s.l.m.) sono le condizioni ideali per la maturazione di olive e uve di primissima qualità. Siano un tributo e una dichiarazione d’amore a questa zona magnifica: LA LUCCHESIA. Chapeau!

Urano Cupisti

Visita effettuata il 30 giugno 2021

Villa Santo Stefano
Via Chiesa di Pieve Santo Stefano 398,
55100 Lucca
Tel:  +39 0583 395 349

info@villa-santostefano.it

www.villa-santostefano.it