Valorizzare gli autoctoni della propria terra

L’esperienza tra i tavoli di Autochtona, la rassegna nazionale delle aziende vitivinicole impegnate nel recupero e salvaguardia dei vitigni autoctoni, mi ha portato a scoprire realtà che sono alla base delle eccellenze della nostra Italia.

Una di queste scoperte è stata la piccola realtà (Puglia) “Pietregiovani”. Ci troviamo geograficamente a sud di Bari, all’inizio dell’area meglio conosciuta come Penisola Salentina. Il Comune di riferimento è Acquaviva delle Fonti che ricade nella DOC Gioia del Colle. Area felicemente nota per i Rosati da Negroamaro, per i Rossi da uve Primitivo e Negroamaro e da quel bianco simile al Fiano di Avellino meglio conosciuto come Minutolo.

Questo vitigno è presente nella zona e in tutta la Valle d’Itria, detta anche Valle dei Trulli, da tempo remoto. Il progetto “Pietregiovani”, finalizzato alla valorizzazione ed esaltazione degli autoctoni, ha incluso nei circa 3,5 ettari vitati anche la coltivazione di questo vitigno che finalmente, dopo studi approfonditi, è risultato non avere alcun legame con il più famoso vitigno campano.

Dai caratteri morfologici ben distinti rivendica la propria essenza di vitigno semiaromatico vigoroso ricco di note floreali e fruttate.

Forse c’è un nesso nella terminologia tra “Pietregiovani” e Fabio “Pietrogiovanni”, il revisore contabile che aveva deciso di emigrare a Milano e in seguito (anno 2009) ritornare nella sua terra di origine per iniziare una nuova avventura, una nuova esperienza di vita supportata dal legame mai reciso con le sue radici.

È vero, una storia simile a tante altre. Ma questa è diversa; non solo imparare un mestiere ma unire anche una dichiarazione d’intenti. Un lavoro meticoloso ed attento in vigna tra “i suoi autoctoni” con il preciso obiettivo di tirarne fuori la sostanza, l’anima, l’essenza. Una filosofia produttiva che, avvalendosi delle tecniche attuali, interpreta l’autenticità in chiave moderna. Gli assaggi dei vini “Pietregiovani” mi hanno convinto.

Pietregiovani Negroamaro 2011. Negroamaro 100%. Rubino ben compatto, Ventaglio di sensazioni olfattive che vanno dalle amarene al cacao, erbe officinali. Percorso solo in inox e affinamento in bottiglia per un vino destinato ad essere consumato nel breve tempo donando quel fruttato tipico pugliese. Voto 87/100

Pietregiovani Primitivo 2012. Primitivo 100%. Rosso luminoso. Eleganti profumi caratteristici di questa uva. Viole, more, macchia mediterranea e speziature dolci. Al palato pieno e avvolgente con tannini fini. Classica fermentazione in acciaio per poi affinare in piccola parte in barrique. Voto 88/100

Pietregiovani Negroamaro Rosato 2014. Negroamaro 100%. Corallo, con sentori di lamponi, pompelmo rosa e sensazioni minerali. Al palato una buona freschezza con un finale sapido e pulito. Il Rosato pugliese. Voto 87/100

Pietregiovani Minutolo 2014. Minutolo 100%. Al momento dell’assaggio l’ho definito “intrigante”. Espressivo di una uva particolare. Oro con riflessi verdognoli. Al naso intriga con richiami cidrini e note floreali di ginestra. Acidità marcata in linea con la sapidità. Un bianco pronto ad esaltare le “fritture pugliesi”. Voto 86/100

Passione e voglia di fare, giovane realtà ad interpretare il territorio e valorizzare i suoi vitigni autoctoni, con il risultato di arrivare a vini di grande qualità. Ad Autochtona ho scoperto una gran bella realtà.

Urano Cupisti