Prima parte

Un altro anno è passato. Il 2013 lo ricordo come scoperta di questa DOC. Il 2014, nelle aspettative, come conferma e “qualcosina” in più. Nell’intervallo dei dodici mesi ho avuto occasione di essere presente presso alcune aziende e nei vari processi che portano all’uscita della nuova vendemmia constatando di persona la volontà dei “vignerons” di emergere nel “nome del territorio”. Lo straordinario appeal di San Quirico d’Orcia mi accoglie; il sontuoso Palazzo Chigi Zandodari si apre e presenta le Aziende pronte ed orgogliose di essere finalmente protagoniste. E dunque sei partecipe di un evento da ricordare.

Apro il mio moleskine, scrivo in alto “Orcia Wine Festival” 26/04/14, e inizio.

Poggio al Vento: interessante il Giallo 2010 un Sangiovese in purezza e Orcia 01. Il vino di punta è Arcere 2010, Sangiovese 85% e Foglia Tonda 15%. Naso importante e bocca beverina. Nella media

Poggio Grande: un discreto rosato da Sangiovese, un ottimo Syrah produzione di nicchia meritevole, il cru Sesterzo prodotto con clone Sangiovese Grosso proveniente da una vigna che guarda il lato sud di Montalcino. Novità interessante è costituita da un bianco prodotto con uve francesi di origine Côtes du Rhône settentrionale, Marsanne e Roussanne, dal nome Tagete Etrusco. Rispolverando la mitologia emerge che “un demone etrusco, un fanciullo dall’aspetto senile per la sua scienza, spuntato all’improvviso dalla terra nell’agro di Tarquinia, dinanzi ad un contadino che arava. Egli fornisce agli Etruschi i precetti dell’etrusca disciplina, i quali saranno fissati per iscritto, tramandati nei secoli successivi e infine tradotti nella lingua dei Romani” (Enciclopedia Treccani). Solo per dire che la tradizione vuole la presenza vitivinicola sin dal tempo degli Etruschi. Il vino? Piacevole.

Trequanda: Nessuna scoperta. Azienda conosciuta, sotto la supervisione di Riccardo Cotarella, posizionata nella parte est della Doc. Interessanti Tre calici 2009, Invidia 2010. Particolarmente intrigante Il Sauvignon Blanc, gusto affilato sulle aspre percezioni sia olfattive che gusto-olfattive. Eccellente

Podere Albiano: Storia, passione, scelta e stile di vita dentro le bottiglie di questa Azienda. Si trova al termine di una strada “bianca”, una delle tante che disegnano il panorama toscano. Siamo al confine con la val di Chiana dove Sangiovese, Merlot, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot trovano l’ambiente ideale.

Alberto Turri, milanese trapiantato da queste parti, racconta… “Vivere in uno dei luoghi più belli del mondo comporta un impegno verso questa terra, un obbligo intimo di riconoscenza e rispetto. Abbiamo scelto di essere autentici vignerons; il tempo per noi è scandito unicamente dai ritmi della natura e dalla ricerca della qualità: siamo i primi a entrare in campo la mattina per lavorare la nostra vigna e gli ultimi a uscirne. La nostra è una dichiarazione d’amore totale a questa terra.” Ciriè 2010, Tribolo 2010, Albiano 2010, tutti meritevoli di attenzione. Ma è il Citto 2010 a fare la differenza. Un blend complesso con tutti i vitigni aziendali sopra ricordati, passaggio in legno “non invasivo”, aristocratico con un incedere gustativo di estrema eleganza. Chapeau!

Fattoria del Colle: Azienda del Gruppo Donatella Cinelli-Colombini. Vini importanti, fatti bene. Leone Rosso, Cenerentola (con vitigno autoctono Foglia Tonda) e Il Drago e le Colombe, particolare per la presenza di uve Sagrantino.

Azienda Loghi:  “Come molte famiglie della campagna senese, la nostra proviene da un passato di mezzadria, quando lavorare in campagna era un impegno fisico costante e la dedizione al lavoro doveva essere totale”. La fuga dalla campagna, il sogno di vivere nell’agiatezza e…il ritorno alle origini. Tutto questo nei vini di Valentino Berni. Il Rosso importante Senipale, il Bianco Fonteina (trebbiano e malvasia) e il Rosso Orcia DOC (Sangiovese 85%, Cabernet sauvignon 5% e Merlot 10%), semplice, pulito, piacevole e discretamente elegante.

Urano Cupisti