Un terroir “superbe”

La Storia di questo Château ci racconta che il primo proprietario fu Jean-Baptiste Braneyre. Correva l’anno 1680 e già l’area di Saint-Julien posta nell’Haut-Médoc riscuoteva consensi per la qualità dei suoi vini. Duecento anni dopo, la consacrazione.

Nel 1855 infatti, in vista dell’esposizione mondiale di Parigi, avvenne la classificazione dei migliori vini del dipartimento della Gironda e l’allora Château Braneyre, ottenne la classificazione 4ème Grand Cru Classè e l’appellation Saint-Julien.

Poi a seguire vari discendenti gestirono la proprietà e uno di essi legò il proprio nome allo  Chateau: Gustave Ducru.

Nel 1988 la proprietà passò alla Famiglia Maroteaux che la gestisce attualmente.

Fin qui la storia simile a molte altre. L’ho voluta ricordare per due fattori importanti: la classificazione dello Château e la nuova pagina scritta dall’attuale proprietà.

La maniacale produzione in vigna per l’ottenimento della qualità, il rinnovo di alcuni impianti, l’estensione dei terreni fino a raggiungere gli attuali 60 ettari e il posizionamento dei vitigni dopo studi ben precisi sulla composizione del suolo. I quattro cépage che costituiscono il patrimonio della Rive Gauche della Gironde, vale a dire il Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Merlot e Petit Verdot, posizionati sulle vene vuoi argillose, vuoi ricche di graves.

Ho visitato Château Branaire-Ducru nell’Aprile scorso durante un viaggio nel grande Bordeaux. Una realtà, se pure di medie dimensioni (produce più di 300.000 mila bottiglie annue) rappresenta  una verità fondata sull’attenzione alle tradizioni che sono il patrimonio del “Vin de Bordeax”.

Il Médoc  è una grande penisola tra l’Atlantico e l’insenatura della Gironda, a nord della città di Bordeaux. Distretto vinicolo ricordato come Rive Gauche racchiude nel suo territorio, diviso tra Haut-Médoc e Médoc (quest’ultimo una volta si chiamava Bas-Médoc prima di una quasi rivoluzione inscenata dai Vignerons di quella parte nord verso l’estuario della Gironde, perché Bas era ritenuto dispregiativo) importanti Châteaux dai nomi leggendari come Mouton-Rothschld e Margaux.

Saint-Julien Comune di piccole dimensioni,  si trova nella parte vocata del Haut-Médoc . Confina a Nord con  il Pouillac ed a sud è poco distante dal Listrac e il Margaux.

Il  territorio di Château Branaire-Ducru è composto da graves (la nostra breccia) risalente al quaternario posizionate in profondità sopra argille. L’argilla spesso affiora provocando alla vista delle striature “preferite” dal vitigno Merlot.

La profondità del quaternario obbliga la vite a penetrare nel terreno e scendere di parecchi metri con le sue radici per trovare il  sostentamento necessario alla propria esistenza.

Altro aspetto interessante significativo per i metodi di coltivazione è il quasi totale abbandono di prodotti di sintesi favorendo la presenza di insetti ed in particolare delle coccinelle,attivi predatori dotati di una notevole voracità al punto che sono frequenti i casi di cannibalismo e comportamenti alquanto sofisticati. Animaletti che inducono simpatia anche per  essere inoffensivi nei nostri confronti. Per questi motivi sono tra i più interessanti predatori impiegati nella lotta biologica”.

Jean Dominique Videau, Direttore dello Château, mi ha accompagnato in un primo momento “tra le zolle” dei vigneti prospicienti la proprietà per “capire” la filosofia aziendale e successivamente all’interno della cantina per osservare le metodologie delle vinificazioni e gli affinamenti.  Il superbo terroir.

Ed  allora  si capisce la qualità riscontrata nei calici.

Du Luc 2010. Il “secondo vino” come lo chiamano da quelle parti. Cabernet Sauvignon 55%, Merlot 40% e Petit verdot 5%. Dico subito : un gran bel vino che mi ha introdotto e ben preparato all’assaggio del blasonato Château. Il nome DuLuc in onore delle famiglia proprietaria nel lontano 1824 e costruttrice dell’attuale Castello. Vino preparato per bere un Bordeaux in tempi più brevi aggiungendo una percentuale maggiore di Merlot diminuendo il Cabernet. Il campione dell’assaggio è risultato già maturo e bevibile nei tempi giusti. Colore rubino intenso ruota nel bevante con una buona consistenza. Al naso mostra una ottima complessità con un fruttato rosso in evidenza in un ventaglio erbaceo e speziato. Al palato ottima la vena fresco-sapida in equilibrio con pseudo calore e polialcoli. Tannini fini in una prolungata persistenza. Ottimo Voto 89/100

Insieme a Jean Dominique Videau inizio una mini verticale per capire nel profondo lo Château Branaire-Ducru Vino.

Echantillon 2015. Campione di botte di Cabernet Sauvignon 65%, 26% Merlot, 5% Petit Verdot e 4% Cabernet Franc. Rubino intenso con forti sfumature violacee. Rilascia il suo manto giovanile sulle pareti del calice con una evidente consistenza e massa glicerica. Il naso è affascinante con i profumi “marcati” che ancora sono nella fase evolutiva. Al palato pur essendo già equilibrato evidenzia le componenti con un passo di “vivacità”. Un puledro di razza che scalcia e non ancora domo. Eccellente. Non ho dato il voto perché ancora in fase di crescita. Comunque vendemmia sopra i 90/100.

Château Branaire-Ducru 2011. Cabernet Sauvignon 67%, Merlot 24%, Cabernet Franc 5% e Petit Verdot 4%. Ancora giovane questa vendemmia 2011. Colore rubino intenso con qualche lampo violaceo. Ottima la consistenza, copiosa la lacrimazione. Naso di una complessità assoluta che si esprime nei puri sentori fruttati e speziati. Al palato colpisce lo slancio e la sua corposità con un tannino ben fuso, misurato e bilanciato. Finale lunghissimo. Eccellente Voto 94/100.

Château Branaire-Ducru 2010. Cabernet Sauvignon 70%, Merlot 23,5%, Petit Verdot 4% e Cabernet Franc 2,5%. Jean Dominique ci tiene a sottolineare le percentuali dei vitigni impiegati perchè meglio esprimono l’analisi sensoriale. Come non finire con una magnificazione. Rubino cupo si apre su di una naso «prismatico» sin dal primo impatto olfattivo. Frutti di bosco precedono sentori vegetali nobili per finire in uno speziato dolce infinitesimale. Palato che accoglie il sorso con una buona acidità e sapidità. L’avvolgenza porta ad apprezzare la sua morbidezza con un finale senza confronto. Tannini “nobili”. Eccellente. Voto 95/100. Chapeau!

La visita è terminata. Jean Dominique Videau mi accompagna alla macchina chiedendo un giudizio sulla visita aziendale e sugli assaggi.

La mia risposta:

Terroir Superbe per Vini straordinari oltre l’attesa.

Urano Cupisti

 

Nelle foto, dall’alto:
Sala controllo al centro della cantina
Vigna su terreni di graves
Jean Dominique Videau