Le valutazioni finali della stagione da parte di Corrado Bottai, titolare della Tenuta Le Velette, storica azienda vitivinicola del territorio

La vendemmia 2013 ci ha davvero soddisfatto, non era così scontato fino a poche settimane dalla raccolta ma poi la stagione si è sviluppata sui ritmi migliori e abbiamo raccolto uve sane, ricche di profumi e di nutrienti utili all’invecchiamento”, questo il commento sulla raccolta appena conclusa da parte di Corrado Bottai, a capo della storica Tenuta Le Velette. Sulla collina di fronte alla rupe orvietana le uve sono in cantina ed è possibile fare un bilancio concreto di quella che sarà l’annata 2013.

Buone notizie anche per quel che riguarda la quantità: “Abbiamo raccolto volumi medi di uve, pur dovendo condensare la vendemmia a causa del ritardo di maturazione, salvo poi finire come sempre nella prima decade di ottobre. Questo ha messo a dura prova l’organizzazione in vigna e in cantina, ma per fortuna tutto ha funzionato bene ed è stata positiva anche la prima presenza effettiva in azienda della nuova generazione, anche se con ruoli semi-operativi“.

A fine gennaio sarà pronto il primo dei vini del 2013, l’Orvieto Classico, e a quel punto tutti potranno giudicare la validità di questa annata. Intanto Corrado Bottai, appena uscito dalla cantina dove ci sono ancora mosti in fermentazione, scende ancor più nei dettagli: “Prevediamo di ottenere vini con una struttura organolettica molto equilibrata e di livello medio/alto. I bianchi tradizionali di Orvieto, grazie ad una buona acidità, saranno freschi e con grandi espressioni aromatiche. Per i rossi, allo stesso modo, la stagione fa prevedere una buona longevità e ricchezza“.

Questa vendemmia 2013 è perfettamente rappresentativa di cosa vuol dire vivere la viticoltura. La sorpresa e il risultato, definito solo al momento della raccolta, ne sono stati la rappresentazione più vera. “Inizio problematico, – spiega Corrado Bottai – estate calda ma con notti fresche, fine agosto poco promettente, settembre perfetto per temperature, escursioni termiche, stato delle uve, hanno fatto arrivare in cantina uve ottime per qualità personalità e prospettive di evoluzione. Purtroppo queste combinazioni particolari non sono molto frequenti e le esperienze di cui sentiamo in altre aree ci fanno rimanere con i piedi per terra, consapevoli che l’elemento più importante che deve accompagnare la nostra attività – conclude Bottaiè la capacità di adattarsi a situazioni vendemmiali molto diverse. Ma quest’anno, nella nostra zona, possiamo veramente essere felici di un risultato importante”.

 

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