Montecarlo di Toscana

Con decreto del Presidente della Repubblica del 13 agosto 1969 avveniva il riconoscimento della denominazione di origine controllata del vino “Montecarlo Bianco” e l’approvazione del relativo disciplinare di produzione.

Il 1° ottobre 1985 avveniva il riconoscimento della denominazione di origine controllata del “Montecarlo Rosso“.

Nel 1994 si ha un ulteriore modifica del disciplinare di produzione. Per il Montecarlo Bianco è prevista la presenza delle seguenti uve:

– 40-60% Trebbiano Toscano;

– 40-60% Semillon, Pinot Grigio e Bianco, Vermentino, Sauvignon Blanc, Roussanne, globalmente considerati, purché almeno tre dei vitigni indicati raggiungano singolarmente la percentuale del 10%.

Per il Montecarlo Rosso è prevista la presenza delle seguenti uve:

-50-75% Sangiovese,

-5-15% Canaiolo nero;

– 10-15% singolarmente o congiuntamente Ciliegiolo, Colorino, Malvasia Nera, Syrah, Cabemet Franc, Cabemet Sauvignon, Merlot.

All’art 5 del decreto del 1994 viene riconosciuta una denominazione aggiuntiva, “Riserva” per il Montecarlo Rosso, se il vino proviene da uve che assicurano un grado alcolometrico volumico totale minimo di 11.5% e se viene sottoposto ad un periodo di invecchiamento obbligatorio non inferiore a due anni, di cui almeno sei mesi di affinamento in bottiglia.

Insieme a Vasco Grassi

Nel Novembre 1970 si costituisce il Consorzio del Vini Doc di Montecarlo.

Vasco Grassi, dell’Azienda Tenuta del Buonamico, ne diviene Presidente e per molti anni guiderà il Consorzio nel suo tragitto formativo. Oggi ne è la mente storica tant’è che non si può fare a meno della sua presenza nei numerosi appuntamenti annuali non solo rievocativi ma anche per quelli propositivi.

In un articolo datato, lo definii “il gentiluomo del vino” per il comportamento mai fuori luogo al ruolo, alla posizione, alla funzione, alla comunità, all’appartenenza, alla sua identità.

E quando mi ha chiamato per raggiungerlo a casa, nella sua Montecarlo, per un Banco d’Assaggio basato sul principio della comparazione di diversi vini Montecarlo Doc, ovvero un confronto fondato su rapporti di qualità, preparatori alla serata programmata al Salotto del Vino e del Verde, non ho esitato e mi sono precipitato.

Anche perché, nel confronto sensoriale, avrei dialogato con Massimo Motroni, enologo che segue alcune aziende montecarlesi. Ci unisce da molto tempo stima e rispetto che tradotto significa “buona amicizia”.

Il Salotto del Vino e del Verde è l’evento “culturale” all’interno dell’annuale Festa del Vino che si svolge nel centro del borgo toscano durante la prima decade di settembre.

Sei (6) Montecarlo Bianco DOC e sei (6) Montecarlo Rosso DOC vendemmie recenti. Campionatura di sei (6) aziende tra le più rinomate dell’intera area Doc.

Ne è venuta fuori l’anima dei differenti terroir. Generalizzando un po’, non è improprio affermare che le differenti posizioni legate ai punti cardinali propiziano vini di differenti intensità ed energia. Le pendenze, i suoli a differenti profondità, rilanciano nei calici austerità e temperanza.

Un’analisi più ravvicinata ci ha convinto che, privilegiare alcuni vitigni anziché altri potrebbe innalzare il valore di questi vini e rappresentare al meglio l’enclave vinicola di Montecarlo di Toscana.

Vasco Grassi ha annuito.

Urano Cupisti

Assaggi effettuati il 4 settembre 2023