Dal film Io, Capitano di Matteo Garrone alla realtà: il sogno di una vita migliore grazie anche a chef come Filippo Cogliandro.
Non ha vinto l’Oscar “Io, capitano“, che non parla del naufragio della Costa Concordia bensì racconta l’odissea contemporanea di Seydou e Moussa che lasciano Dakar per raggiungere l’Europa, attraversando prima le insidie del deserto poi i pericoli del mare. Nel mezzo, gli orrori dei centri di detenzione in Libia
Il capolavoro di Matteo Garrone è una fiaba in lingua Wolof dal messaggio universale, senza dubbio il suo Pinocchio più riuscito, la trama del film: Seydou e Moussa, due senegalesi adolescenti, lasciano Dakar per raggiungere l’Italia e sfuggire alla miseria. Transitano attraverso il Mali muniti di falso passaporto e, benché la truffa venga scoperta da un poliziotto, evitano la prigione in cambio di denaro. Il film capolavoro fiaba sulla Storia che avanza.
L’opportunità offerta da chef Cogliandro
Ma a volte i cuochi non parlano solo di cibo… a Reggio Calabria si parla del sogno di una vita migliore che è diventato libertà di sognare grazie a Filippo Cogliandro, lo chef reggino.
E da Reggio Calabria verso il mondo per uno scambio di culture, sapori e sapienze dove Cogliandro ha, nella sua cucina dell’Accademia, metà personale straniero, ragazzi di Gambia, Iraq e Senegal.
Sahilu Barrow e Abdou Dibbassey, i suoi giovani dell’Accademia da lui formati alla professione li ha conosciuti nel 2013 ad Archi, dove era stato chiamato a tenere un corso di cucina per i ragazzi della comunità alla Vela, struttura di accoglienza dei minori sbarcati da soli in riva allo Stretto.
Quando la coop chiude, tutti gli ospiti vengono smistati in altri centri calabresi e i due ragazzi, legati come fratelli, vengono separati. Sentono la mancanza di Reggio, soffrono la solitudine e lo confidano a Cogliandro, che ne ottiene l’affidamento provvisorio dal tribunale dei minori. Abdou e Sahilu gli chiedono subito di imparare a cucinare e oggi sono chef diplomati, i primi extracomunitari sbarcati ad indossare la divisa della Federazione Italiana Cuochi. Grazie a loro, i piatti della nostra tradizione sono rivisitati e arricchiti.
Commenta Cogliandro: “Anche Reggio inizia ad essere una città dai gusti internazionali, vediamo il Mc Donald, ristoranti cinesi, giapponesi, greci e argentini. Gli stranieri non ci tolgono niente, anzi creano nuove opportunità. E fino a una decina di anni fa per fare questi tipi di cucina bisognava importare i prodotti, mentre oggi, per fare un esempio, il kebab si prepara con le nostre patate, le nostre verdure.
Ho voluto dare un’opportunità a questi due ragazzi, mi sembrava impossibile che dal mio amato mare venissero solo delusioni e morte, li ho accolti, come si fa quando si adottano i gattini trovatelli, inermi, smarriti, bisognosi di cure e di sentimenti buoni. Li ho conosciuti a un corso di cucina etnica organizzato nel centro di accoglienza” .
Abdou gli disse: “Il mio sogno è quello di diventare uno chef come Filippo, ritornare in Gambia e aprire un ristorante lì perché quando guardiamo la televisione e ci accorgiamo che i politici ci considerano dei problemi”.
E conclude Cogliandro: “Credo che siamo tuttora porta di accesso al Mediterraneo e questo legame con il mondo d’Africa permetterebbe di creare un riferimento sul nostro territorio, che possa mettere insieme le due regioni e le nostre città”.
L’A Gourmet l’Accademia a Reggio Calabria, è un ristorante vicino alle politiche sul cibo di Slow Food, infatti Abdou Dibbasey e Filippo Cogliandro sono entrambi cuochi del progetto ALLEANZA SLOW FOOD DEI CUOCHI CALABRIA.
Abdou è il più giovane cuoco extracomunitario dell’Alleanza Slow Food in Italia; in questa affascinante iniziativa sono entrambi ambasciatori di Slow Food Calabria e dei cuochi calabresi aderenti alla chiocciola, divulgano i princìpi e i progetti di Slow Food, confrontandosi con CORR-SARR NDEYE MAIMOUNA Convivium Leader di Slow Food Gambia, diffondendone i valori per intrecciare relazioni con più persone possibili.
Il Gambia
In questo territorio dal 2021 si è registrata una forte crescita in termini di turismo che rappresenta circa il 20% del prodotto lordo annuo. Il popolo gambiano è pacifico e i larghi sorrisi accolgono turisti sempre più attenti e affascinati dalle spiagge incontaminate e dal Parco Nazionale, il Niumi National Park, al cui interno ci sono porzioni di territorio molto interessanti da visitare grazie a Safari naturalistici ben organizzati.
E’ la nazione più piccola dell’Africa, incastonata come una pietra preziosa nel Senegal e negli ultimi anni brilla proprio come un gioiello nel panorama africano grazie ad una nuova immagine democratica che ha spazzato via l’incubo della dittatura.
Fauna, flora e tradizioni, hanno convinto lo chef Filippo Cogliandro ad investire il suo tempo su questo territorio organizzando un lungo viaggio alla scoperta del Gambia che ha culminato con una cena di Gala organizzata per l’attuale Presidente, Adama Barrow che governa il paese dal 2017 ed è già al suo secondo mandato. L’obiettivo è aprire una porta verso il Sud, di creare una forte collaborazione tra la città di Reggio Calabria e il Gambia e costruire un percorso di crescita gastronomica e di produzioni
Distanti ma poi non così diversi
Calabria e Gambia come Reggio e Banjul, terre di agricoltori e di pescatori. Da questa analogia parte il desiderio dello chef reggino, Filippo Cogliandro, nell’avere intrapreso un viaggio che, insieme ai suoi cuochi gambiani e a una giornalista, ha fatto verso l’Africa. «È arrivato il momento che il Sud guardi a Sud – afferma lo chef – dopo tanti anni di contatti col mondo del Gambia, i miei cuochi vengono da lì, dopo 10 anni di formazione, ora è arrivato il momento di vivere questa esperienza».
Filippo qual è l’obiettivo di questo racconto a Sud?
“C’è stato un importante invito da NDEYE CORR-SARR referente Convivium Slow Food Gambia. Il Convivium ha iniziato la sua attività da qualche anno e abbiamo stabilito che inizierà un primo contatto partecipato per creare opportunità di scambio tra i prodotti del nostro territorio e quelli del Gambia.
Un altro tassello importante per far conoscere reciprocamente le nostre comunità E’ stato un lungo viaggio alla scoperta del Gambia che ha avuto il culmine con una cena di Gala organizzata per l’attuale Presidente, Adama Barrow che governa il paese dal 2017 ed è già al suo secondo mandato”.
E, infine chiude lo chef: “L’obiettivo di questo racconto è quello di investire nei giovani, formarli, dare lavoro, in Gambia abbiamo fatto incontri interessanti con una serie di produttori del presidio dello Slow food locale per un percorso di crescita gastronomica e soprattutto di produzioni. Credo che siamo tuttora la porta di accesso al Mediterraneo e questo legame con il mondo d’Africa permetterebbe di creare un riferimento sul nostro territorio che possa mettere insieme le due regioni e le nostre città”.