In Cina il mercato del vino d’importazione, sebbene frammentato, è tuttavia in continua e vertiginosa crescita. Le politiche governative volte alla riduzione del consumo di super alcolici, hanno, fornito degli ulteriori stimoli allo sviluppo del settore.
La domanda è ancora prevalentemente orientata verso due poli radicalmente opposti, da una parte i cosiddetti entry level e dall’altra i vini di fascia molto alta. Si registrano però gradualmente segnali positivi anche per i vini di fascia media che cominciano a conquistarsi un loro spazio soprattutto nelle città di fascia A: Pechino, Shanghai, Guangzhou. Sono molte poi le città di fascia B che guardano con sempre maggiore interesse a questo settore, prima fra tutte Chengdu, che ospita annualmente una delle fiere più interessanti del wine & spirits.
In questo contesto il vino italiano ha notevole spazio per consolidare la sua posizione su questo mercato, approfittando anche del calo dei consumi che ha ultimamente riguardato i vini di Bordeaux.
A tal fine sarà fondamentale sviluppare l’aspetto educativo, ancora troppo sottovalutato se si considera che la stragrande maggioranza dei consumatori cinesi non conosce quasi assolutamente nulla del vino italiano.
E soprattutto, come è emerso ormai da tempo chiaro ed evidente, sarà essenziale superare i localismi per un’unità di azione in grado di lasciare veramente il segno su questo mercato dalle enormi potenzialità.