La nostra Toscana è una bellissima regione, ricca di storia e tradizioni che la rendono un luogo unico e affascinante.
Preferita da molti stranieri rispetto ad altre località per il fascino dei paesaggi suggestivi, per le opere d’arte che custodisce ed anche per la produzione di vini che sono un’eccellenza della produzione internazionale.
Le morbide colline del paesaggio toscano sono infatti zone ad alta vocazione vinicola; terre povere e sassose che spaccano gli aratri ma che, con il loro meraviglioso microclima, ci regalano vini tra i migliori del mondo.
Il Foglia Tonda
Oggi voglio parlare di un vitigno geneticamente autoctono della Toscana e che ha rischiato di scomparire: il Foglia Tonda.
La sua origine è misteriosa, pare infatti sia un incrocio tra una varietà sconosciuta e il Sangiovese. Deve il suo nome alla particolare forma della foglia che si presenta tondeggiante con bordi poco frastagliati.
La prima testimonianza la troviamo nel “ Saggio di una ampelografia universale” scritto dallo studioso Giuseppe di Rovasenda nel 1877 che lo identificò nei vigneti del Barone Ricasoli presso il Castello di Brolio a Gaiole in Chianti.
Successivamente la filossera ne azzerò quasi la presenza. Bisognerà arrivare alla metà degli anni ’70 del secolo scorso per ritrovarla nelle zone del Chianti e in Val d’Orcia dove era utilizzato in appoggio al Sangiovese per apportare forza, struttura e resistenza all’invecchiamento.
Possiede il grande vantaggio di resistere alla peronospora, alla botrite e in parte anche all’oidio.
Il grappolo ha dimensioni medio-grandi con acini di di colore blu scuro ricoperti da un abbondante strato di pruina. Matura nella seconda metà di settembre, poco più tardi rispetto al lontano parente Sangiovese e ha bisogno di una vendemmia verde intorno al mese di aprile.
Operazione necessaria per limitarne la grande vigoria ed evitare la sovrapproduzione a scapito della qualità.
Soltanto di recente il Foglia Tonda è diventato protagonista della scena enologica italiana grazie all’opera di recupero di alcune aziende che lo vinificano in purezza nelle provincie di Firenze, Siena, Pisa, Grosseto, Livorno e Arezzo.
Podere Casaccia
Segnalo Podere Casaccia di Scandicci. Questo l’iter di produzione: macerazione pre-fermentativa per circa 48 ore. Successivamente follature e rimontaggi ogni 6 ore per circa 20 giorni fino all’esaurimento della fermentazione, poi macerazione post-fermentativa per altri 20 giorni ed infine “batonnage sur lies” per circa 6 mesi. Affinamento: in barrique di rovere francese di 2°-3° passaggio e poi ritorno in acciaio fino all’imbottigliamento.
Il vino così ottenuto ha un bellissimo colore rosso rubino scuro, profumo con sentori di viola, ciliegia e frutti di bosco che si arricchiscono col tempo di note di caffè e cioccolato. Il gusto è strutturato, con tannini delicati ed eleganti che ben si intrecciano con la vibrante acidità.
Cosa ci abbiniamo? Lo ritengo perfetto per accompagnare una succulenta arista al forno con patate.
Concludo sperando che gli eccellenti produttori della nostra Regione, capaci negli anni di produrre vini splendidi e blasonati, non abbandonino quei vitigni storici che sono stati riscoperti e che dobbiamo amare, promuovere e difendere nel tempo per evitare che tornino nell’oblio.
Elisa Paolini