
Nasce a Siena un progetto strategico per il futuro della viticoltura regionale. Autoctono, resistente al cambiamento climatico, complesso ma facile da bere, identitario del territorio: è questo l’identikit del vino bianco che la Toscana interna intende sviluppare per rispondere alle sfide del mercato globale e dei mutamenti climatici. Un obiettivo ambizioso, al centro dell’incontro svoltosi presso la sede dell’Enoteca Italiana Siena, alla presenza di rappresentanti del mondo scientifico, produttivo e istituzionale.
Il progetto, promosso da Enoteca Italiana Siena insieme all’Accademia Italiana della Vite e del Vino, all’associazione Donne del Vino della Toscana, all’AIS Toscana e con il contributo del Consorzio Vino Toscana, ha portato alla creazione di un tavolo di lavoro permanente che avrà come base operativa proprio la città del Palio. L’iniziativa mira a valorizzare il patrimonio ampelografico dei vitigni bianchi autoctoni della regione, in particolare delle zone appenniniche interne, storicamente vocate ai rossi.

Il bianco come risposta al futuro
Secondo Donatella Cinelli Colombini, delegata toscana delle Donne del Vino, è arrivato il momento di dare al vino bianco il ruolo strategico che merita: “In una regione dove dominano i grandi rossi, possiamo creare un bianco di riferimento per il mercato internazionale”. Una sfida anche culturale, considerando che mentre nel Nord Italia le coltivazioni di vitigni bianchi sono aumentate, nel Centro si è assistito a una contrazione, fatta eccezione per il Trebbiano e le sue varianti locali come il Brucanico nel senese, il Bobiano a Lucca, l’Albano ad Arezzo e il Biancone a Cortona.

La scienza al servizio della vigna
Durante l’incontro, è stato evidenziato come i vitigni bianchi autoctoni non solo abbiano un potenziale enologico ancora inespresso, ma siano anche più resilienti agli attacchi fungini e ai cambiamenti climatici rispetto ai rossi. Lo ha ribadito Rosario Di Lorenzo, presidente dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino, supportato dalle relazioni scientifiche di accademici delle università di Pisa, Firenze e del CREA di Arezzo.
Un patrimonio da riscoprire
Nel corso della giornata sono stati degustati 11 vini bianchi prodotti da vitigni autoctoni rari come Orpicchio, Grechetto, Procanico, Canaiolo Bianco, Trebbiano e Malvasia. La degustazione, guidata dal presidente AIS Toscana Cristiano Cini, ha messo in luce la varietà e la qualità di questi vini, tutti realizzati da produttrici dell’associazione Donne del Vino, a testimonianza del ruolo crescente delle donne nel rinnovamento della viticoltura regionale.
Un nuovo orizzonte per la Toscana del vino
Per Elena D’Aquanno, presidente della Fondazione Enoteca Italiana Siena, questo primo tavolo di lavoro rappresenta “un passo fondamentale verso una nuova stagione per la viticoltura toscana”. L’obiettivo è ambizioso: fare del vino bianco toscano un simbolo di innovazione, sostenibilità e identità culturale, capace di affermarsi sui mercati internazionali e rispondere con forza alla crisi dell’export, aggravata anche dai dazi imposti dagli Stati Uniti.
La sfida è lanciata. La Toscana del vino guarda oltre il rosso e punta su un bianco capace di raccontare una nuova, affascinante identità territoriale.