Vecchio Samperi. Vino perpetuo, senza tempo

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Vino perpetuo ha origini antichissime quando il concetto di millesimo era ancora da venire. Si faceva vino e lo si conservava in un primo tempo nelle giare e nelle anfore di terracotta di millenaria memoria poi sostituite dalle botti più o meno grandi. Un vino idealmente eterno. Ma come?

Dalla botte riempita di vino si prelevava il quantitativo necessario per il consumo rimpiazzato dalla vendemmia successiva e così nel tempo una perpetuazione ed un invecchiamento in simbiosi. Spesso avveniva anche l’insieme di più vini con caratteristiche completamente diverse tra loro dando vita a quelli che poi hanno preso il nome di assemblaggi. Un rabbocco perpetuo condizionato anche dalle sostanze cedute dai legni delle botti.

Una botte di Vino perpetuo

Analizzando bene troviamo in questo lavoro nato da necessità oggettive, i principi che poi gli studiosi hanno codificato come sistemistiche produttive. Basti pensare al principio della solera, degli assemblaggi (detti anche blend) che hanno generato “tagli” divenuti famosi e che hanno fatto scuola come il taglio bordolese (le vin de Bordeaux). Senza dimenticare il successo della Napa Valley, della Côte du Rhône meridionale, del nostro Bolgheri e tanti altri.

Il vino perpetuo al centro di quel progetto, nato per caso, perpetrato nel tempo addirittura come dote per un figlio che contraeva matrimonio ed al quale veniva “affidato” il compito e la responsabilità di tramandare nel tempo il perpetuo, oppure lo si utilizzava per festeggiare grandi occasioni e ricorrenze.

La storia

Una recente ricerca nel nostro paese ha classificato il vino perpetuo come antenato del Marsala.

Azienda De Bartoli

In breve. La Storia racconta che tutto ebbe inizio dal commerciante inglese di Liverpool John Woodhouse il quale, verso la fine del ‘700, decise di imbarcarne una cinquantina di barili di vino perpetuo, addizionandolo però con acquavite di vino, al fine di elevarne il tenore alcolico e di preservarne le caratteristiche durante il lungo viaggio in mare verso l’Inghilterra. Era nato il Marsala così come lo conosciamo.

La degustazione

Alcune sere fa, insieme ad amici, mi è capitato di approfondire il tema del vino perpetuo di fronte ad una bottiglia di Vecchio Samperi della Cantina Marco de Bartoli, il leggendario vino icona ottenuto, senza fortificazione, da invecchiamento ventennale. Gradazione Alcolica (% vol.): 16.5

Vecchio Samperi

Note aziendali. Utilizzato un sistema di “travasi” di piccole parti di vino di fresca produzione in botti con vini già invecchiati. Uva Grillo 100%. 3.500 ceppi per ettaro con radici che hanno origini tra il 1970 ed il 1996 nel territorio di Contrada da Samperi, a Marsala.

Piante ad alberello e contro-spalliera Guyot, 40 q di resa per ettaro vendemmiati l’ultima decade di settembre. Selezione manuale delle uve, spremitura soffice, sedimentazione naturale, fermentazione tradizionale con lieviti indigeni in fusti di rovere e castagno a temperatura ambiente. Invecchiato 20 anni.

Le mie considerazioni: caratterizzato da un colore giallo dorato luminoso, con riflessi ambrati. Al naso ha sviluppato note di erbe aromatiche e frutta tropicale, arricchite da sentori di albicocca disidratata e dattero fresco. Al palato secco e avvolgente, piacevolmente morbido e speziato. Eccellente. Vino senza tempo! Chapeau!

Urano Cupisti

Assaggio del 28 febbraio 2024

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