Il vino nato da una dimenticanza

Riduttivo parlare della Valpolicella come valle dell’Amarone ma è anche vero che senza questo vino, crogiuolo di particolarità, la valle perderebbe il ruolo di eccellenza.

Forse nato per caso. Così giovane di età dalla casuale scoperta e già ha alle spalle Storie miste a Leggende. Di sicuro oggi è un grandissimo vino che ricopre il ruolo di ambasciatore nel mondo della viticoltura italiana. Soggetto a tante imitazioni ha dalla sua parte l’uvaggio autoctono che lo contraddistingue. Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara (negli ultimi tempi un po’ in disuso) e Useleta. Cinque vitigni che, ognuno singolarmente, apportano al vino un qualcosa da renderlo unico.

Corvina e Corvinone per colore, carattere e morbidezza, Rondinella per sapidità e struttura, Molinara e Useleta, in piccole quantità, per completare il quadro gusto-olfattivo.

La raccolta selezionata, l’appassimento sulle “Arele” poste in posizioni logistiche  per ottenere l’intervento del vento il vero termo climatizzatore della maturazione. Ė bello sentirsi raccontare che prima costruiscono i “fruttai” per le Arele e poi tutt’intorno la casa. Sarà leggenda ma, guarda caso, i fruttai sono “sistemati” in perfetta simmetria con l’impatto dei venti del Nord.  Al resto ci pensa la Botrytis cinerea e il gioco è fatto.

Parlo volentieri di questo vino perché “stuzzicato, sollecitato, stimolato” dai diversi assaggi fatti al tavolo di una Azienda, durante Autochtona,  dove la filiera produttiva è seguita personalmente dalla famiglia Savoia. Mi riferisco all’Azienda Coali.

Siamo nel cuore della Valpolicella tra Sant’Ambrogio di Valpolicella e la splendida pieve romanica di San Giorgio Ingannapoltron. Il pendio collinare scende fino alla valle dei Coali e garantisce un’eccellente esposizione al sole che, unito alla composizione del terreno calcareo-marnoso, forniscono le condizioni ideali per ottenere vini di eccellente qualità. 10 ettari vitati per una produzione di 15.000 bottiglie. L’eccellenza ricercata.

Facciamo parlare i vini e le loro note di degustazione.

  • Amarone Vigneti dei Coali 2007. Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara e Useleta. Rubino di ottima concentrazione ha mostrato tutta la sua complessità nel roteare nel calice. Ha lasciato evidenti marcature coloranti e abbondanti glicerine sotto forma di archetti corposi e fitti. Al naso, dopo aver atteso la giusta ossigenazione, si sono liberati floreali maturi (rose appassite) e fruttati macerati nell’alcol con finale speziato. Al palato un equilibrio perfetto fatto di alcolicità, residuo, polialcoli e acidità, tannini fini e mineralità diffusa. Il retrogusto nell’infinita persistenza mi ha riportato i sentori olfattivi. Voto La Valpolicella: la valle dell’Amarone e non solo e Chapeau!

Ho detto all’inizio non solo Amarone. Altri vini di questa valle meritano attenzione e rispetto. Basta citare il Recioto (del resto l’Amarone è “figlio” del Recioto) e il Valpolicella Superiore insieme al suo Ripasso.

  • Valpolicella Classico Superiore I Pipioni 2007. Corvina, Corvinone, Rondinella e Molinara. Rubino, molto consistente, al naso riporta le viole, more e finale con una punta di liquirizia. Al palato acidità accompagnate da tannini importanti, mineralità e lunga persistenza. Voto La Valpolicella: la valle dell’Amarone e non solo
  • Ripasso della Valpolicella Campo Carlin 2008. Corvina, Corvinone, Rondinella, Molinara e Useleta. Rubino luminoso, consistenza evidente. Al naso sentori di frutta di bosco con speziati come pepe nero e china. Al palato trama tannica importante accompagnata da freschezza e mineralità. Continui ritorni retro nasali di frutta e spezie. Voto La Valpolicella: la valle dell’Amarone e non solo
  • Recioto della Valpolicella La Rotonda 2012. Corvina, Rondinella, Molinara e Useleta. Ecco un altro gioiello. Bordo (o unghia) purpurea a limitareun bel amaranto. Frutta da mangiare. Ciliegie in composta, anice stellato. Al palato dolce e vellutato bilanciato perfettamente da una acidità importante con tannini fini. Ritorno fruttato nella lunga persistenza. Voto La Valpolicella: la valle dell’Amarone e non solo e chapeau!

Positiva anzi eccellente la “batteria” assaggiata. Ho colto il forte legame esistente tra la famiglia e il territorio valpolicellese. Senza la dedizione, passione e amore uniti a studio, sperimentazione ed aggiungo entusiasmo, non è possibile raggiungere questi traguardi: vini eccellenti da una terra unica per valori naturali e storici.

Urano Cupisti