L’Amarone al femminile

Una cantina, una casa. Quella della mia famiglia.

Questo il biglietto da visita di Corte Sant’Alda di Marinella Camerini. Mezzane di Sotto, Valpolicella (Vr).

“Una storia che si muove e si intreccia con la mia vita. Ovvero il senso che voglio dare alla mia vita”. La ricerca di un migliore e possibile bilanciamento delle cose. “Nessun superamento o fuga in avanti”.

Da tempo seguo l’evoluzione dei vini di questa azienda veronese “al femminile”. Scelta di conduzione agricola biologica e dal 2002 in biodinamica. Certificata sia Bio che Demeter. Sulle vallate della Valpolicella si è scritto pagine, pagine e pagine. La storia del vino e la sua presenza da queste parti solcano i secoli.

È il dopo fillossera l’inizio della viticoltura così come la conosciamo. È il 1936, anno in cui si fa risalire la nascita del nome Amarone, il risveglio vinicolo di queste valli. Sono gli anni del subito dopoguerra che segnano la rinascita e l’affermarsi di aziende prestigiose.

Tra le valli della Valpolicella Mezzane di Sotto si colloca tra le più belle e fertili. Ciliegi, castagni, olivi e naturalmente la vite.

Corvina veronese, Corvina grossa, Rondinella e altri autoctoni minori come Molinara, Dindarella, Osoleta, Negrara, Rossignola e Forsellina. Questi i vitigni che troviamo nei filari delle valli.

Marinella Camerini continua: “Se abbiamo assecondato la natura, rispettato i tempi, dato alle viti la capacità di esprimersi, se i nostri gesti sono stati rispettosi, il lavoro in cantina risulterà facile, piacevole ed atteso con serenità. La cantina è un luogo di passaggi, dove, semplicemente, la nostra uva, trasformata in vino continua la sua vita”.

La Valpolicella al femminile. “Siamo donne e siamo curiose, anche nel lavoro. La voglia di sapere, di imparare, di provare è come la fame. In certi momenti ci piglia e dobbiamo soddisfarla! E proviamo, proviamo, proviamo”.

“Basti pensare alle tecniche in cantina. Accanto alle tradizionali come vasche in vetroresina, di acciaio, botti di rovere e castagno ecco le prove in cemento fatte ad uovo, a piramide, tonde, quadre vetrificate e non vetrificate ed alla fine le anfore. Per quest’ultime vi sapremo dire come vanno le cose assaggiando i vini.

Un segreto? I nostri vini, al momento, si esprimono meglio in legno.”

Occasione degli assaggi è stato l’Evento annuale “Anteprima Amarone vendemmia 2013”:

L’Amarone di Corte Sant’Alda nasce da una selezione di Corvina 40%, Rondinella 20% e Corvina Grossa 40% dai vigneti centrali dell’azienda. Tutti allevati a guyot semplice con una intesità di 6400 ceppi per ettaro. L’esperienza dei vendemmiatori che ogni anno puntualmente tornano ed il fruttaio, in posizione strategica, sono di fondamentale aiuto alla scelta di un appassimento tradizionale senza alcuna forzatura. Le uve, riposte a mano in cassette di legno già nel vigneto, debbono essere di ottima qualità, mature e con acini spargoli, per arrivare a Febbraio sane ed integre. Durante questi mesi avviene un calo fisiologico attono al 60/65% subendo una importante trasformazione e concentrazione. Un piè di couve di soli lieviti indigeni ci aiuta ad attivare tutte le fermentazioni che avvengono in tini da 40 hl. Le basse temperature di stagione fanno si che questa fase duri circa un mese durante il quale follature a mano e delestage ci aiutano ad estrarre quanto di più buono ed elegante è nelle bucce.Terminata la fermentazione, dopo un travaso il nuovo Amarone viene messo per un periodo non inferire ai tre anni in botti di rovere di diversa capacità ed età.

Valmezzane 2013. Prelevato da botte. Origine Area Val di Mezzane Vigneti Roaro, Valletta, Bosco, Prà Alto, Retratto, Cavallero Ettari 4,9 Altitudine 350 m s.l.m.  Esposizione Sud, sud ovest Natura del suolo Medio impasto calcareo.  Uve Corvina 40%, Corvinone 40%, Rondinella 20%.  Allevamento guyot, densità e ceppi per ettaro 6.200, anno di impianto 1986-2005, resa media 60-80 q.li/ha, vendemmia manuale, appassimento naturale, da ottobre a fine gennaio.  Fermentazione con lieviti indigeni in tini troncoconici da 40 hl,  macerazione circa un mese,  affinamento in botti di rovere francese da 5, 10 e 25 hl per circa 4 anni.  Alcool 15,5% vol. Bottiglie previste 14000.

Si è presentato molto scuro con una aureola purpurea. Nel calice ha mostrato tutta la sua consistenza con lacrimazioni diffuse e fitte. Al naso more di rovo, pepe nero, liquirizia, tabacco. Finale leggermente vanigliato. Al palato tannini di ottima grana su vena acido-sapida rilevante. Equilibrio sorretto dall’alcolicità e dai polialcoli. Ritorno retronasale che ripropone la complessità olfattiva. Finale esteso. Eccellente, Voto 92/100 (ricordo che è un campione di botte)

Valmezzane 2010. Vendemmia di pregio assoluto. Da considerare come modello di terroir. Rubino scuro di ottima estrazione.  Olfatto che si traduce in sottigliezza di dettagli: ciliegie, spezie orientali, sandalo, tabacco, pungenti folate vanigliate. Al palato calibrato, elegante, instancabile nella persistenza. Eccellente, Voto 94/100

Le piccole scelte quotidiane dettate dalle prove selezionate nel tempo. Niente affidato al caso o come antonimo, eccessivamente pianificato. “Nella bottiglia il vino che ho pensato e voluto”( Marinella Camerini)

Urano Cupisti