Vini con il valore aggiunto

Dove ci troviamo? In Austria dove la viticoltura ha tradizioni molto antiche. Basti pensare che nel Burgenland, nel 600 a.c. facevano vino da Vitis Vinifera Silvestris. Poi i Romani che piantarono viti nella provincia della Pannonia.

Oggi l’Austria produce il 2% di tutto il vino che c’è nel mondo ma lo fa con metodi molto avanzati a seguito di investimenti e ammodernamenti.

Solitamente questo paese viene ricordato nel nostro ambiente come terra da bianchi, la patria dei Grüner  Veltliner,  Riesling, Welschriesling,  Neuburger, Rotgipfler.

Pochi conoscono le potenzialità dei rossi: Zweigelt, Blaufrãnkisch, Portugieser, Sankt Laurent.

Esiste un distretto vinicolo particolarmente vocato per i “rossi austriaci” (senza disdire i blasonati bianchi) che ruota intorno al grande lago Neusiedler-see, nella vasta area della provincia “romana” della Pannonia, che l’Austria gestisce con la confinante Ungheria.

Il Neusiedler-see, lago che non ha fiumi immissari né emissari, si traveste da laguna, acquitrino, canneto, con sorgenti interne creando il “giusto” idroclima per i “rossi” favorendo, allo stesso tempo, lo sviluppo spontaneo della Botrytis Cinerea; quella muffa nobile causa, nelle vendemmie tardive o dei passiti, degli eccellenti Eiswein da Grüner Veltliner e Riesling.

A ovest del lago c’è un Borgo fiorito dove, lungo la strada principale, troviamo le tipiche cantine Weingüter: Purbach.

Una delle più note, tutta al femminile: Weingut Birgit Braunstein.

Mi venne ad aprire proprio Birgit, uno dei più noti volti femminili dell’enologia austriaca. Il guru della biodinamica.

Varcato i il portone mi ritrovai immerso in una atmosfera di pace e capii da subito la personalità di Birgit. E la successiva conversazione “creò”  ore amichevoli, divertenti, gradevoli.

“Nonostante abbia sviluppato, meglio dire modernizzato, la cantina, una cosa è rimasta e rimane nella mia vita di vignaiola: il rispetto del luogo, dei suoli e dei tempi di maturazione secondo i cicli imposti da madre-natura”.

Osservavo Birgit mentre piano piano, quasi in punta di piedi, mi conduceva nel mondo della biodinamica, convinta della mia vulnerabilità.

22 ettari di vigneti con 10 varietà di vitigni compresi tra il lago e la retrostante collina di Leitha. Siamo nel cuore della sottozona Leithaberg, dove terreni calcarei, quarzo cristallino, scisto e il microclima del lago danno origini a vitigni dalle cui uve si ottengono vini “superlativi”.

Thenau, Glauberinza, Goldeberg, Heide, Felsenstein e Mitterjoch, nomi dei vigneti aziendali schermati dalle foreste limitrofe.

Ma anche nomi che nell’etichette indicano che tipo di vitigno viene allevato in quelle parcelle.

“Il 90% della qualità del vino viene raggiunto attraverso un lavoro rigoroso nel vigneto; il restante 10% è deciso in cantina”.

La cantina, originariamente utilizzata per l’agricoltura mista, oggi ospita i vini di Birgit Braunstein. Vasche, barriques e anfore hanno sostituito carri, fienili, granai. E tutt’intorno  “l’energia positiva necessaria per l’evoluzione dei miei vini”.

12 assaggi di altrettanti vini prodotti. Ne riporto 4 tra i più significativi:

Blaufrãnkisch Thenau 2012. Vigneto di oltre 60 anni. Rubino compatto. Ampio al naso, avvolgente al palato. Piacevolmente sapido. Ottima la tannicità a sostegno. Eccellente, voto 91/100

Oxhoft rot 2012. Blend di Cabernet Sauvignon 20%, Blaufrãnkisch 50%, Zweigelt 30%. Nome celtico per questo vino in uvaggio. Rubino concentrato e ottima consistenza. All’olfatto  sprigiona una buona carica fruttata e speziata. Al palato coniuga tannicità ed eleganza. Accenti boisé che rievocano i 24 mesi di legno. Ottimo, voto 89/100

Magna Mater Chardonnay 2013. È il bianco “fatto” in anfora interrata in giardino. Diverso, proprio diverso. Colore torbato, frutta al naso e finale burroso con tracce di zafferano. Al palato ampio e caldo. È un susseguirsi di sentori a bicchiere vuoto. Difficile da classificare. Direi disarmante

Magna Mater Blaufrãnkisch 2013. Il rosso in anfora tenuto 8 mesi a macerare sulle bucce e prolungare la sua presenza per 24 mesi. Mi ha assicurato Birgit che, una volta imbottigliato, continuerà ad evolvere nel tempo. Anche questo rientra tra gli inclassificabili. La sua persistenza si è dimostrata infinita. Sopraffacente.

Wildwux 2015.  Il progetto. Zweigelt, Blaufrãnkisch, Sankt Laurent, scelti per il programma “bio-diversità” insieme ad un viticoltore della Bassa Austria. Evoca aromi fruttati con note balsamiche. Al palato, al momento dell’assaggio,  ha svelato la “polpa” , buon tenore alcolico e concentrazione tannica. Difficile dare un voto, verrebbe penalizzato. Spero in futuro di poterlo riassaggiare a progetto ultimato.

“C’è solo un potere, la Natura. Lavorare in modo biodinamico significa impegnarsi in un metodo olistico che integra il cosmo, il sole, la luna e la terra. Il risultato è l’ottenere vini vivi, vibranti”.

Ma i vini sono buoni?  Sì lo sono.

Urano Cupisti


Nelle foto, dall’alto:

Le anfore interrate in giardino

Il progetto bio-diversità

Alcuni vini assaggiati

 

 

Weingut Birgit Braunstein

Hauptgasse 18

7083 Purbach am Neusiedler see Austria (A)

Tel +43 26835913

e-mail: birgit@weingut-braunstein.at

www.weingut-braunstein.at