Quel Monteregio “diverso”. Storia di una degustazione dei vini Valdonica a Sassofortino in Maremma

Mi trovo nella DOC Monteregio, una denominazione meno conosciuta compressa territorialmente da vicinanze molto famose come Montalcino, Val di Cornia, Morellino e Montecucco. Doc costituitasi come Monteregio di Massa Marittima-Colline Metallifere con D.M del 2011 che comprende in parte i territori del Comune di Roccastrada sede dell’azienda Valdonica.

Per capire a fondo i loro vini non si può fare a meno di “calpestare le vigne”. Affacciarsi dalla “terrazza” naturale costituita da una piana e dominare l’intera vallata fino al Mar Tirreno capisci l’innamoramento che fu di Martin Kerres, il proprietario di Valdonica. Dall’alto di questo pianoro avverti le stesse impressioni, sensazioni, emozioni che provò questo medico austriaco capitato da queste parti per caso alla ricerca di una casetta per trascorrervi le vacanze. Fu qui che nel 2006 il Dr. Martin intuì le grandi potenzialità del territorio sottostante ancora inespresse. Inespresse perché senza alcuna zona vitata; solo terreni da pascolo per un ovile di una famiglia di origine sarda.

“Valdonica mi è capitata, non era pianificato. Ero alla ricerca di una piccola casa estiva nella bella Toscana e Valdonica mi ha trovato. Così si esprime il Dr. Martin in un italiano “germanico”.

Oggi Valdonica è una gran bella realtà con una impostazione originale tanto da definirla un “Monteregio diverso”. Il tutto reso possibile da un territorio di circa 10 ettari vitati su 85 complessivi con terreni di origine vulcanica (colline metallifere) resi diversi per la prevalenza diffusa di argilla e presenza di pirite e quarzo gessoso. Se si aggiungono altre combinazioni dovute dalla rilevante altitudine (500 mt) e la vicinanza del mar Tirreno si capisce ancora di più quella che definisco “la diversità”.

Calpesto i vigneti insieme a Tim Manning, agronomo ed enologo inglese, con esperienze in New Zealand ed Oregon ancor prima che in altre realtà toscane. È a Valdonica sin dalla trasformazione in Azienda Vinicola nel 2006. La sente come una sua creatura per aver piantato i porta innesti in maniera variabile a seconda delle esposizioni delle parcelle, dei venti, delle venature dei terreni. Ha scelto i 9 cloni del Sangiovese, i 2 del Ciliegiolo e i 2 del Vermentino ritenuti più adatti e nel 2012 la sua prima vera vendemmia dopo una precedente ritenuta di prova. “Una scelta genuina, spontanea e naturale per esprimere schiettezza, autenticità ed eleganza per rendere ancor più forte il senso di appartenenza a questa terra”.

La degustazione mi ha coinvolto in alcune verticali del loro Vermentino (Ballarino), Sangiovese (Saragio) e Sangiovese Riserva (Baciolo). Le annate dal 2008, 2009, 2010, 2011 (prodotte con uve non di proprietà) per arrivare al 2012 (per i rossi) e 2012, 2013 (per i bianchi). Riporto, in riferimento ai tre vini, le annate più significative.

Ballarino 2012. Vermentino 100%. Tim inizia a raccontarmi la filosofia che traspira nel bicchiere, le sue scelte borgognotte per arrivare ad un vino bianco importante. Macerazioni lunghe, affinamenti con malolattica in barriques e tonneaux. Giallo dorato lascia sulle pareti del calice vistose tracce di polialcoli. Al naso il passo è di quelli complessi che non si limitano ai floreali e fruttati ma ad eleganti nuances di affinamento. Al palato una vena acido-sapida attraversa la lingua mentre i polialcoli accarezzano le parti laterali. Buona la persistenza. Voto Valdonica mi è capitata, non era pianificato acquistarla

Ballarino 2013. Vermentino 100%. La differenza con il precedente, oltre alla vendemmia più giovane, è data dalla inevitabile freschezza più accentuata e dai profumi secondari (floreali e fruttati) più evidenziati. In prospettiva sarà un eccellente vermentino. Voto Valdonica mi è capitata, non era pianificato acquistarla

Saragio 2012. Sangiovese 95% e altre uve a bacca nera 5%. Non più una scelta borgognotta ma il riferimento è al Pinot Noir dell’Oregon. Colore Rubino denota giovinezza. Un bel naso dove i fruttati di piccoli frutti rossi è avvolto in un manto speziato. Al palato i tannini sono fini, non invadenti per rendere questo vino elegante. Voto Valdonica mi è capitata, non era pianificato acquistarla

Baciolo 2008. La riserva di Sangiovese al 100%. Questa vendemmia è stata vinificata con uve acquistate sempre nella Doc Monteregio. Un ottimo vino, ben fatto, ancora con tanta vita davanti a se. Voto Valdonica mi è capitata, non era pianificato acquistarla

Baciolo 2012. Riserva di Sangiovese in purezza. Il vino top, proveniente da precise parcelle le cui uve vengono scelte e selezionate. Ancora giovane ma decisamente pronto a divenire, con un accurato affinamento, una eccellente Riserva. Colpisce il tannino elegante e la persistenza gustativa. Lunga vita a questo sangiovese. Voto Valdonica mi è capitata, non era pianificato acquistarla.

Ciliegiolo 2015 campione di botte. Assaggiare il vino che verrà è, per un assaggiatore incallito come me, una sfida a capire l’evoluzione futura. E quando, come in questo caso, le note fruttate sono lineari,  il formarsi dell’equilibrio gustativo sembra essere già attestato, non puoi che sperare nel meglio.

“Ci piacerebbe condividere sempre di più questa esperienza che ci rimette in contatto con i valori ed i ritmi autentici della tradizione toscana, l’amore per la vita, il buon vino e l’ospitalità. Quei gesti semplici che ci fanno sentire vivi e ispirati”. Valdonica mi è capitata, non era pianificato acquistarla. Dr. Martin Kerres.

Urano Cupisti