Sulla Grand-Rue, una lunga strisca continua di cantine

L’annata può sembrare un elemento “accessorio” per lo Champagne ma assolutamente non lo è. Ciò vale in modo particolare per i piccoli produttori che certo non possono compiere alchimie in cantina con le tante disparate “riserve” di cui dispongono spesso le grandi Maisons. È quindi  di rigore per uno Champagne non millesimato delle case più piccole “sentire” la vendemmia che in prevalenza, dal 70 al 90%, compone la cuvèe. Il “Millèsime”, bottiglia che riporta in etichetta il millesimo, dovrebbe costituire evento raro a sottolineare una vendemmia perfetta; equilibrata al punto da non necessitare di ritocco alcuno con il “Vin de Rèserve”, ovvero della riserva di cantina appartenente alle precedenti annate. Tutto il mondo è paese: visto che il millesimato si vende di norma più caro, anche i produttori di Champagne per far cassa si lanciano spesso in versioni targate con l’annata di vendemmia anche se questa di perfetto ha ben poco.

TAPPA N. 10 – VARRY-LEFEVRE, IL BERE BENE  A PREZZI GIUSTI

Siamo ancora parcheggiati ad Ecueil. Confessiamo che ci siamo fatti prendere la mano dai prezzi concorrenziali di questa parte della Montagne de Reims, meno nota e costosa rispetto al cuore dei Grand Cru – Bouzy, Ambonnay, Verzy – ma non per questo meno interessante. La Grand-Rue di Ecueil (termine fuori contesto per questo paesino di poche centinaia di anime) è un susseguirsi di insegne il cui comune denominatore è facile da immaginare: Champagne. Bussiamo alle porte di Varry-Lefreve non per caso, quanto incuriositi da alcuni report che parlano di bottiglie più che dignitose con alle spalle oltre 60 anni di storia; una new entry anche per la Guide Hachette des Vins 2014, solitamente attenta a ciò accade al di fuori dei sentieri più battuti.  Ad accoglierci nell’ufficio che funziona anche da saletta degustazione una sorridente Madame Lefèvre che in francese “stretto” si scusa per il marito Christophe trattenuto ancora nelle vigne. Poco male, le bottiglie sono già pronte per il nostro rituale carosello di assaggi.

 

Si parte bene con il Brut Premier Cru, una base ampia di pinot nero raccolto nel villaggio di Ecuil che si lascia apprezzare per la sua eleganza e per un bel finale, pulito e di buona sapidità. Per chi ama le rotondità, da provare le due versioni “morbide” dello stesso Champagne, Sec e Demi-sec. Ancora pinot nero protagonista (circa l’85% della cuvèe) per il Brut Premier Cru Selection, con ampia dose di lieviti al naso (frutto di una lunga sosta sugli stessi), burro e nocciole. La gamma prosegue con un Brut Rosè ed un Brut Premier Cru Millesime 2005, vagamente evoluto al naso, con bocca di buon spessore e discreta freschezza. Nella gamma, più vasta che altrove, anche un Blanc de Blancs, un Brut Prestige ed un Millesimato denominato “Grande Annèe” targato 2002, che celebra in effetti una delle migliori vendemmie del nuovo millennio.

 

Prezzi: 14 Euro per il Brut base, a salire di un Euro ciascuno il Selection, il Rosè ed il Millesime. A chiudere la gamma, attorno ai 20 Euro, il Grande Annèe. Orari di ricevimento in simbiosi con l’ufficio, volendo anche nei festivi visto che si tratta di un piccola realtà casa-bottega.

 

VARRY-LEFEVRE – ANSELME LEFEVRE

11, Grand-Rue

ECUEIL (Montagne dei Reims)

www.champagne-varry-lefevre.fr

 

Daniele Bartolozzi