Il volto Bio dell’Oltrepò

I vini di questo vigneron li assaggiai, devo dire “in fretta”, all’evento FIVI che si svolge annualmente a Piacenza a fine Novembre. Non ebbi tempo di approfondire; l’orario del treno mi richiamava al suo appuntamento. I fatidici “minuti contati”.

Riuscii a prendere “al volo” un depliant dove scrissi alcuni riferimenti agli assaggi superveloci.

Ho ritrovato questo vigneron dell’Oltrepò Pavese a Terre d’Italia 2016. Questa volta senza fretta. Ecco la storia di questo secondo incontro e gli assaggi “particolari” dei suoi vini.

Deduzione. Non è assolutamente facile disegnare il ritratto di questa Azienda, del vigneron Andrea Picchioni e dei suoi vini prodotti in un contesto di dedizione austera al lavoro. Vini che restano riconoscibili per la precisione esecutiva riscontrata nella tensione gustativa.

Geografia. L’Oltrepò Pavese “è un triangolo di terra incuneato tra le Regioni Liguria, Piemonte e Lombardia  costituendo  la punta settentrionale dell’Appennino, di là dal Po”. Canneto Pavese, borgo piccolo sito nella parte orientale, sa di vino.

Tra le valli Versa e Scuropasso, per la sua posizione collinare, domina i centri più famosi di Broni e Stradella.

L’Azienda Picchioni “è un fazzoletto di dieci ettari ubicati nella piccola Valle Solinga su un versante collinare che volge a mezzogiorno”.

Storia. L’avventura è abbastanza recente. Non la solita Azienda ereditata. Inizia alla fine degli anni ’80 con il recupero di vigneti risultati particolarmente vocati, precedentemente abbandonati vuoi perché siti in zone impervie vuoi per il loro mantenimento costoso. I famosi Bric o Bricchi, dal provenzale o occitano Brich (collina), che stanno a significare le parti più alte della collina un tempo luoghi incolti ed oggi ritenuti all’equivalente Gran Cru francese.

I terreni con profonde venature di suolo sciolto e ciottoloso raggiungono pendenze a volte proibitive che richiamano quella viticoltura “eroica” di altre realtà.

Elemento portante ed importante è stata la scelta della conversione al biologico che possiamo tradurre dalla filosofia “del massimo rispetto dell’ambiente”.

Acqua proveniente da pozzi di proprietà, redistribuzione delle vinacce nei vigneti, sfalci dell’erba senza lavorare il terreno ed infine quella parte della superficie aziendale mantenuta a bosco “per compensare la CO2 prodotta anche dai mezzi agricoli”

Come spesso affermo, al di là di ogni filosofia, “il Vino prima di tutto deve essere buono”. E in questa ottica di riferimento ecco  le note di degustazione degli assaggi effettuati con evidenziate le mie considerazioni:

Profilo 2000. Metodo Classico Brut Nature, Pinot Noir 85%, Chardonnay 15%. Ben 15 anni sui lieviti. Percorso del vino-base in acciaio e lunga permanenza sui lieviti. Sboccatura con solo rabbocco dello stesso vino.  Colore paglierino intenso con carbonica fine. Profumi di frutta matura che lasciano spazio ad una speziatura complessa. Al palato la freschezza ben equilibrata da polialcoli ben sviluppati. Tanta longevità che non ti aspetti. Voto ottimo 87/100

Bonarda dell’Oltrepò Doc 2015. Croatina 100%, La Bonarda giovane che ti alletta. Percorso in acciaio dove affina per alcuni mesi per poi passare in bottiglia. Rosso rubino brillante con vena purpurea. Al naso l’impatto vinoso della bonarda con un fruttato evidente. Al palato i ritorni fruttati e tannini un po’ vivi. Voto ottimo (stiamo parlando di una Bonarda) 87/100

Buttafuoco “Cerasa” dell’Oltrepò Doc 2015. Blend di Barbera, Vespolina e Croatina. Percorso diverso. In vigna si attende la piena maturazione delle uve e si vinificano mantenendo il contatto con le bucce per circa 8 giorni. Tutto in inox compreso i sei mesi di affinamento. Colore rubino intenso, rotea nel calice con molta consistenza. Olfatto su floreale e frattato maturi. Al palato è rotondo, morbido equilibrato con la vena fresco-sapida. Ritorni fruttati evidenti. Un “bel” Buttafuoco, Ottimo voto 88/100

Lavoro serio e rigoroso, attenzione ai valori dell’Ambiente (non poca cosa) e grande passione (sempre necessaria). Gli ingredienti del successo di questa Azienda della parte orientale dell’Oltrepò Pavese. Chapeau!

 

Urano Cupisti